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Autore principale: Ségur, Philippe-Paul de
Pubblicazione: Novara : Istituto geografico De Agostini, c1966
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La Grande Armata (in francese Grande Armée) fu l'esercito che l'imperatore Napoleone Bonaparte schierò, a partire dalla campagna del 1805, per affrontare le monarchie continentali raggruppate nelle successive coalizioni antifrancesi. Molto agguerrita e combattiva, temuta dai suoi avversari, guidata personalmente dall'imperatore e dai suoi prestigiosi marescialli, la Grande Armata ottenne una serie di schiaccianti vittorie in Germania, Austria, Polonia e Spagna, che consentirono di estendere i confini del dominio francese dalla penisola iberica al fiume Niemen. La Grande Armata fu quasi totalmente distrutta durante la campagna di Russia del 1812. La perdita pressoché totale della cavalleria e la scomparsa di decine di migliaia di ufficiali, sottufficiali e soldati veterani, impedì che i successivi eserciti di Napoleone, costituiti prevalentemente da coscritti giovani e inesperti, raggiungessero la sua efficienza, il suo affiatamento e la sua potenza militare. Protagonista dell'epopea delle guerre napoleoniche, la Grande Armata mantiene ancora una reputazione leggendaria nella storia.
Armata d'Italia (Armée d'Italie) era inizialmente la denominazione dell'esercito francese assegnato al teatro bellico italiano durante le guerre rivoluzionarie a partire dal 1792. Queste truppe combatterono fino al 1795 una dura guerra di montagna sulle Alpi e l'Appennino ligure contro le potenze monarchiche dell'Ancien Régime; quindi dal 1796 l'armata divenne famosa per la lunga serie di vittorie ottenute sotto il comando del giovane generale Napoleone Bonaparte, che per la prima volta mise in evidenza le sue superiori qualità di stratega e di condottiero. L'Armata d'Italia conquistò gran parte dell'Italia settentrionale e centrale. Dopo le sconfitte subite nel 1799 contro gli eserciti austro-russi, l'Armata d'Italia, al cui comando si succedettero numerosi generali dopo la partenza di Bonaparte per l'Egitto, venne assediata a Genova e quindi, dopo la battaglia di Marengo, venne ricostituita e partecipò alle guerre napoleoniche, conducendo con successo operazioni secondarie in Italia nel 1805 e 1806. Nel 1809 le truppe dell'Armata d'Italia, nei cui ranghi erano stati inseriti numerosi reparti reclutati nel Regno d'Italia, vennero trasferite in Austria e parteciparono, sotto la guida di Eugenio di Beauharnais, alla battaglia di Wagram, mentre nel 1812, l'armata prese parte, sempre al comando del principe Eugenio, alla campagna di Russia. L'Armata d'Italia, denominata in questa occasione IV corpo della Grande Armata, si distinse in numerose battaglie ma venne infine totalmente distrutta nel corso della catastrofica ritirata. La fama dell'Armata d'Italia resta legata soprattutto alle vittorie conseguite durante la prima campagna d'Italia che ebbero un eccezionale rilievo militare e politico, dimostrarono la combattività dei soldati francesi e resero famoso e potente il generale Bonaparte, esercitando un'influenza decisiva sulla sua carriera e sulla storia della Francia rivoluzionaria.
L'Armata Rossa (più formalmente Armata Rossa degli Operai e dei Contadini (in russo: Рабоче-крестьянская Красная армия?, Raboče-krest'janskaja Krasnaja armija in acronimo RKKA)) fu il nome dato alle forze armate russe dopo la disintegrazione delle forze zariste nel 1917. L'aggettivo “rossa” fa riferimento al colore tradizionale del movimento socialista e comunista. L'Armata Rossa fu istituita su decreto del Consiglio dei commissari del popolo della RSFS Russa nel 1918 e divenne l'esercito dell'URSS al momento della fondazione dello Stato stesso, nel 1922. Lev Trockij, commissario del popolo per la guerra dal 1918 al 1924, ne è considerato il fondatore. L'Armata Rossa, guidata direttamente da Stalin con la collaborazione di vari generali, svolse una funzione decisiva durante la seconda guerra mondiale sconfiggendo in quattro anni di violente e sanguinose battaglie la grande maggioranza delle forze della Wehrmacht della Germania nazista e concludendo vittoriosamente il conflitto con la conquista di Berlino e Vienna. Durante le operazioni sul Fronte orientale, totalizzò il 75-80% delle vittime che la Wehrmacht e le Waffen-SS subirono durante la guerra. Nel suo periodo di massima espansione d'organico, nel 1943, l'Armata Rossa contava 10.5 milioni di effettivi tra ufficiali, sottufficiali e soldati ed era equipaggiata con migliaia di carri armati e cannoni moderni; le perdite per raggiungere la vittoria furono elevatissime: 11,2 milioni di soldati morti per cause di guerra nel periodo 1941–1945. A partire dal febbraio 1946, l'Armata Rossa, insieme alla Marina sovietica, incarnava la componente principale delle forze armate sovietiche; prendendo il nome ufficiale di Armata Sovietica (in russo: Советская Армия?, traslitterato: Sovetskaja Armija, in sigla SA), fino alla sua dissoluzione nel dicembre 1991.
Il fronte orientale (indicato nella storiografia russo/sovietica come grande guerra patriottica, in russo: Великая Отечественная война?, traslitterato: Velikaja Otečestvennaja vojna) rappresentò il più importante teatro bellico della seconda guerra mondiale, nonché uno scenario fondamentale che decise, negli anni tra il 1941 e il 1945, il conflitto in Europa. Le operazioni condotte su questo fronte videro contrapposte da una parte le forze armate della Germania nazista e dei suoi alleati e dall'altro quelle dell'Armata Rossa dell'Unione Sovietica, sostenuta più avanti nel conflitto da nazioni che abbandonarono la loro alleanza con i tedeschi nonché dalle forze insurrezionali di Polonia e Jugoslavia. Il fronte si aprì il 22 giugno 1941 con l'invasione dell'Unione Sovietica da parte della Wehrmacht tedesca, che inizialmente travolse le forze armate sovietiche spingendole, dopo aver subito enormi perdite, a battere in ritirata fino alle porte di Mosca. Sotto la direzione del leader sovietico Iosif Stalin tuttavia, l'Unione Sovietica riuscì lentamente a riorganizzare e potenziare le sue forze e l'Armata Rossa, dopo la grande vittoria nella battaglia di Stalingrado terminata il 2 febbraio 1943, sferrò una continua serie di offensive che, pur a costo di forti perdite, riuscirono a indebolire gradualmente l'esercito tedesco e a liberare i territori invasi. Nel 1944-1945 infine le truppe sovietiche avanzarono inarrestabili in Europa orientale e in Germania, concludendo vittoriosamente la guerra entrando a Berlino e Vienna. Al termine del conflitto, l'Unione Sovietica si elevò al rango di superpotenza, sia industriale sia militare, con l'occupazione de facto dell'Europa orientale, dei Paesi Baltici e la spartizione dell'Europa prefigurata alla Conferenza di Jalta nel febbraio 1945. La locuzione "grande guerra patriottica" è utilizzata in Russia e in alcuni altri stati dell'ex Unione Sovietica per descrivere la resistenza all'invasione nazista. Tale espressione ricorda la "guerra patriottica" combattuta dall'Impero russo contro Napoleone Bonaparte nel 1812 e meglio conosciuta come "campagna di Russia".
La colonna della Grande Armata (in francese colonne de la Grande Armée) è una colonna commemorativa eretta a Wimille (Passo di Calais), vicino a Boulogne-sur-Mer, tra il 1804 ed il 1823, opera dell'architetto Éloi Labarre. È alta 50 m.
La Francia (/ˈfranʧa/; in francese: France, /fʁɑ̃s/), ufficialmente Repubblica francese (in francese: République française), è uno Stato principalmente situato nell'Europa occidentale, ma che possiede ugualmente territori disseminati su più oceani e altri continenti. La Francia è una repubblica costituzionale unitaria avente un regime semipresidenziale. Parigi è la capitale, la lingua ufficiale è il francese, le monete ufficiali sono l'euro e il franco Pacifico nei territori dell'oceano Pacifico. Il motto della Francia è «Liberté, Égalité, Fraternité», e la sua bandiera è costituita da tre bande verticali di uguali dimensioni di colore blu, bianco e rosso. L'inno nazionale è La Marsigliese. È uno stato formatosi all'inizio dell'Alto Medioevo, che prende il suo nome dal popolo dei Franchi. Dall'inizio del XVII secolo alla prima metà del XX secolo, ha posseduto un vasto impero coloniale. Nella seconda metà del secolo è stata uno degli stati fondatori dell'Unione Europea. Inoltre è la terza potenza nucleare mondiale, uno dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ed uno stato aderente all'NATO. Ugualmente è membro del G7, del G20, della zona euro, dello Spazio Schengen ed ospita la sede del Consiglio d'Europa, del Parlamento europeo e dell'UNESCO. La Francia possiede una certa influenza in materia politica, economica, militare e culturale in Europa e nel mondo come media potenza. Esercita la sua sovranità su territori presenti su tre oceani e quattro continenti. La sua geopolitica è importante a livello mondiale, perché possiede un gran numero di ambasciate e consolati, secondo solo agli Stati Uniti d'America, e dispone di basi militari su tutti i continenti. La Francia detiene la prima zona economica esclusiva (spazio marittimo) al mondo, al quale si aggiunge un'estensione piattaforma continentale di 579 000 km² nel 2015. È, nel 2014, la terza potenza economica europea dopo la Germania e il Regno Unito, e la sesta potenza economica mondiale per prodotto interno lordo nominale (nona a parità di potere d'acquisto), e possiede un livello di vita molto elevato. Il 1º gennaio 2016 la popolazione totale della Francia è di circa 67,2 milioni d'abitanti, secondo le stime pubblicate dall'INSEE, di cui 64 513 000 nelle regioni metropolitane, 2 114 000 nelle regioni ultramarine e 604 400 nelle collettività d'oltre mare e in Nuova Caledonia. È il secondo stato più popolato dell'Unione europea dopo la Germania. Inoltre è anche lo stato più esteso dell'Unione europea e il terzo paese più vasto d'Europa. Antica potenza coloniale, la sua cultura si è diffusa attraverso il mondo ed è oggi membro dell'Organizzazione internazionale della francofonia. Il francese è la seconda lingua più studiata al mondo ed è una delle sei lingue ufficiali dell'Organizzazione delle Nazioni unite.
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