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Autore principale: Cecchi, Umberto
Pubblicazione: Firenze : Vallecchi, 2005
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Il Milione è il resoconto dei viaggi in Asia di Marco Polo, intrapresi assieme al padre Niccolò Polo e allo zio paterno Matteo Polo, mercanti e viaggiatori veneziani, tra il 1271 e il 1295, e le sue esperienze alla corte di Kublai Khan, il più grande sovrano orientale dell'epoca, del quale Marco fu al servizio per quasi 17 anni. Il libro fu scritto da Rustichello da Pisa, un autore di romanzi cavallereschi, che trascrisse sotto dettatura le memorie rievocate da Marco Polo, mentre i due si trovarono in una prigione di Genova. Rustichello adoperò la lingua franco-veneta, una lingua culturale diffusa nel Nord Italia tra la fascia subalpina e il basso Po. Un'altra versione fu scritta in lingua d'oïl, la lingua franca dei crociati e dei mercanti occidentali in Oriente, forse nel 1298 ma sicuramente dopo il 1296. Secondo alcuni ricercatori, il testo sarebbe poi stato rivisto dallo stesso Marco Polo una volta rientrato a Venezia, con la collaborazione di alcuni frati dell'Ordine dei Domenicani.Considerato un capolavoro della letteratura di viaggio, Il Milione è anche un'enciclopedia geografica, che riunisce in volume le conoscenze essenziali disponibili alla fine del XIII secolo sull'Asia, e un trattato storico-geografico.Rispetto ad altre relazioni di viaggio scritte nel corso del XIII secolo, come la Historia Mongalorum di Giovanni da Pian del Carpine e l'Itinerarium di Guglielmo di Rubruck, Il Milione fu eccezionale perché le sue descrizioni si spingevano ben oltre il Karakorum e arrivarono fino al Catai. Marco Polo testimoniò l'esistenza di una civiltà mongola stanziale e molto sofisticata, assolutamente paragonabile alle civiltà europee: i mongoli, insomma, non erano solo i nomadi "selvaggi" che vivevano a cavallo e si spostavano in tenda, di cui avevano parlato Giovanni da Pian del Carpine e Guglielmo di Rubruck, ma abitavano città murate, sapevano leggere, e avevano usi e costumi molto sofisticati. Così come Guglielmo di Rubruck, invece, Marco smentisce alcune leggende sull'Asia di cui gli Europei all'epoca erano assolutamente certi. Il Milione è stato definito "la descrizione geografica, storica, etnologica, politica, scientifica (zoologia, botanica, mineralogia) dell'Asia medievale". Le sue descrizioni contribuirono alla compilazione del Mappamondo di Fra Mauro ed ispirarono i viaggi di Cristoforo Colombo.
Tīmūr Barlas (in chagatai تیمور, Temür; persiano: تیمور لنگ, Timur-e lang o Tīmūr Lang, ossia Timur "lo zoppo"; conosciuto in Europa come Tamerlano (it.), o Tamerlane (fr., eng.); Kesh, 1336 circa – Otrar, 19 gennaio 1405) è stato un condottiero turco-mongolo, che tra il 1370 e il 1405 conquistò larga parte dell'Asia centrale e occidentale, fondando l'Impero timuride. È considerato uno dei più celebri conquistatori e strateghi della storia. Da lui discesero l'astronomo e scienziato Uluğ Bek e l'imperatore Babur ("il Leone"), fondatore della dinastia Mogul nel subcontinente indiano. Figlio del capo della tribù turco-mongola dei Barlas, stanziatasi nel Khanato Chagatai in seguito all'invasione mongola del secolo precedente, si considerava un discendente della stirpe di Gengis Khan (come sta scritto sulla sua tomba a Samarcanda) e aspirava a riedificarne l'impero.Giudicato un genio dell'arte militare, aveva la capacità di tenere in pugno un esercito sterminato, composto da cavalieri nomadi provenienti dai quattro angoli dell'Asia (turco-mongoli chagatay, mongoli, tartari, turcomanni, persiani e persino, infine, indiani con i loro elefanti) e di condurli di vittoria in vittoria in alcune delle più grandi battaglie del medioevo. Aveva anche inventato gli Scacchi Tamerlani.Tamerlano fu un implacabile distruttore di eserciti nemici e delle città che gli si opponevano, al pari del suo predecessore Gengis Khan, ma diversamente da questi fu anche protettore di letterati, uomini di scienza e artisti e costruttore di splendidi edifici (come a Samarcanda e a Kesh). Tamerlano segnò al tempo stesso il culmine e il declino delle grandi invasioni dei cavalieri nomadi in Asia e in Europa. Molto abile nello sfruttare le divisioni degli avversari, costruì il suo impero sulle vittorie militari e su una doppia legittimazione. Come "erede" della legittimazione di Gengis Khan, dopo avere riunificato sotto il suo dominio i Khanati gengiskhanidi dell'Asia centrale (Chagatai) e della Persia (Ilkhan), distrusse anche la potenza della cosiddetta Orda d'Oro, che non si riprese mai più, rendendo così possibile la nascita del principato di Moscovia e l'indipendenza di quello di Kiev, dai quali si formerà la Russia moderna. Tamerlano si considerava anche un ghazi, ovvero un "Combattente per la Fede", e con questa legittimazione si scontrò con i khanati mongoli, ancora legati allo sciamanesimo, e con i sultanati indiani, strappando anche ai cristiani Smirne, il Regno di Georgia e i possedimenti genovesi nel Mar Nero. Alla fine della sua vita, l'impero di Tamerlano aveva un'estensione immensa, dalla Moscovia e dall'Ucraina fino alle attuali Turchia e Siria a occidente, e a oriente fino ai confini della Cina, comprendendo tutta l'Asia centrale, la Persia e l'India. Personalmente non assunse mai altro titolo se non quello di emiro (comandante), o Grande Emiro, come per ribadire costantemente il fatto che governava soltanto in nome della legittima dinastia dei Khan mongoli, discendenti diretti di Gengis Khan. Assunse peraltro anche il titolo di Khaghan, cioè "Genero imperiale", dopo il matrimonio con la principessa Bibi Khanum, discendente diretta di Gengis Khan. L'impero timuride che creò aveva al suo centro le odierne nazioni del Turkestan asiatico (gli odierni Uzbekistan, Kazakistan, Turkmenistan, Kirghizistan), includendo l'Afghanistan, l'Iran, e il Caucaso. Sottomise il Khanato dell'Orda d'Oro (1395), il Sultanato di Delhi nel 1398 (India Tughlaq), il Sultanato mamelucco (Iraq e Siria) (1400) e l'Anatolia ottomana, arrivando sulle sponde del Mediterraneo e a sconfiggere a Smirne i cavalieri di Rodi (1402-1403), anche se queste ultime conquiste rimasero in mano ai suoi discendenti (Timuridi) solo per pochi anni, tornando agli antichi detentori subito dopo la morte di Tamerlano nel 1405. Mentre fra le genti turco-mongole dell'Asia centrale Tamerlano ha lasciato una memoria eroica, come quelle di Alessandro Magno o di Giulio Cesare per gli europei, i biografi contemporanei di Tamerlano si dividono fra coloro che lo descrissero come il restauratore della pax mongolica e persino un precursore del Rinascimento umanistico che avrà luogo in Occidente (in genere si tratta degli autori persiani e degli occidentali), e, all'opposto, coloro che ne sottolinearono le modeste origini e la ferocia verso i nemici e gli abitanti delle città conquistate. In questo caso si tratta in genere degli autori arabi indignati per la distruzione delle città "sante" per la fede sunnita di Baghdad, Damasco e Aleppo. Secondo il principale biografo malevolo Ibn ʿArabshāh (che fu deportato ancora bambino a Samarcanda assieme ai genitori dagli uomini di Tamerlano dopo la distruzione di Damasco) ad esempio, la sua zoppia sarebbe derivata da una ferita subita in gioventù nella sua vita da nomade durante un furto di bestiame. Certamente si trattò invece di gravi ferite subite più tardi in combattimento, che lo lasciarono invalido della gamba e del braccio destri. Molto controversa è anche la questione se sia stato fin dalla gioventù un uomo colto oppure addirittura un analfabeta. Stando alle fonti storiografiche, Tamerlano poteva agevolmente sostenere una discussione su temi di filosofia, geografia o di storia antica con un erudito del calibro del grande storico Ibn Khaldūn. Anche in questo caso il paragone con Alessandro Magno o Giulio Cesare sarebbe più che giustificato. Per un altro verso le sue vittorie militari e le conquiste lasciarono una scia di stragi e di devastazioni quasi senza precedenti. Da Delhi nella valle del Gange fino a Bursa e Smirne sul Mediterraneo furono a decine le città incendiate e distrutte, come Delhi, Herat, Isfahan, Baghdad, Damasco, Aleppo, Kiev, Astrakhan e Mosca, o addirittura cancellate della carta geografica come Saraj. Le stragi delle popolazioni (stimate da alcuni studi demografici fino a 17 milioni di vittime fra civili e militari, circa il 5% della popolazione mondiale allora esistente) hanno un confronto solo con le precedenti invasioni dei mongoli di Gengis Khan. Di certo Tamerlano aveva una statura imponente, come venne descritto da chi lo incontrò di persona, e come anche si rileva dai suoi resti nella tomba di Samarcanda. Aveva inoltre forza e resistenza fisica eccezionali, al punto di potere sfidare a duello individuale i propri avversari a oltre quarant'anni di età. Le sue capacità di stratega, oltre alla sua abilità di cavaliere e nel tiro con l'arco, gli consentirono - malgrado le gravi ferite subite - di guidare personalmente fino quasi a settant'anni di età i propri eserciti in battaglia.
Per via della seta (in cinese: 絲綢之路T, 丝绸之路S, sī chóu zhī lùP; persiano: راه ابریشم, Râh-e Abrisham) s'intende il reticolo, che si sviluppava per circa 8 000 km, costituito da itinerari terrestri, marittimi e fluviali lungo i quali nell'antichità si erano snodati i commerci tra l'impero cinese e quello romano. Le vie carovaniere attraversavano e il Medio Oriente, collegando Chang'an (oggi Xi'an), in Cina, all'Asia Minore e al Mediterraneo attraverso il Medio Oriente e il Vicino Oriente. Le diramazioni si estendevano poi a est alla Corea e al Giappone e, a Sud, all'India. Il nome apparve per la prima volta nel 1877, quando il geografo tedesco Ferdinand von Richthofen (1833-1905) pubblicò l'opera Tagebucher aus China. Nell'Introduzione von Richthofen nomina la Seidenstraße, la «via della seta».
L'Uzbekistan, ufficialmente Repubblica dell'Uzbekistan (in uzbeko O‘zbekiston Respublikasi, Ўзбекистон Республикаси) in italiano chiamato anche Usbechistàn; in antico italiano: "Usbechia", è uno Stato dell'Asia centrale, già parte dell'Unione Sovietica. La sua capitale è Tashkent, che conta oltre 2,3 milioni di abitanti. Confina a nord e a ovest con il Kazakistan, a est con il Kirghizistan e il Tagikistan, a sud con l'Afghanistan e il Turkmenistan; insieme al Liechtenstein, è doppiamente senza sbocchi sul mare, ovvero, oltre a non avere sbocchi sul mare, confina con stati anch'essi privi di sbocco sul mare. La lingua ufficiale è l'uzbeko.
Marco Polo (Venezia, 15 settembre 1254 – Venezia, 8 gennaio 1324) è stato un viaggiatore, scrittore, ambasciatore e mercante italiano. La relazione dei suoi viaggi in Estremo Oriente, è raccolta nell'opera Il Milione, una vera e propria enciclopedia geografica che riunisce le conoscenze essenziali disponibili in Europa alla fine del XIII secolo sull'Asia. Membro del patriziato veneziano, con il padre Niccolò e lo zio paterno Matteo viaggiò attraverso l'Asia lungo la Via della seta fino alla Cina (allora Catai) dal 1271 al 1295. Consigliere e ambasciatore alla corte del Gran Khan Kubilai, tornò a Venezia nel 1295 con una discreta fortuna che investì nell'impresa commerciale di famiglia. Prigioniero dei genovesi dal 1296 al 1299, dettò le memorie dei suoi viaggi a Rustichello da Pisa (forse suo compagno di cella), che le scrisse in lingua franco-veneta con il titolo "Divisiment dou monde". Ormai ricco e famoso, sposò la patrizia Donata Badoer che gli diede tre figlie: Moretta, Bellela, Fantina. Morì nel 1324 e venne sepolto nella chiesa di San Lorenzo a Venezia. Seppur non sia stato il primo europeo a raggiungere la Cina, fu il primo a redigere un dettagliato resoconto del viaggio, Il Milione, che fu ispirazione per generazioni di viaggiatori europei (non ultimo Cristoforo Colombo) e fornì spunti e materiali alla cartografia occidentale (in primis al Mappamondo di Fra Mauro).
L'Asia centrale è una regione interna dell'Asia, che convenzionalmente va dalla sponda asiatica del mar Caspio alla Cina nord-occidentale: ha una densità di popolazione di appena 15 persone per km quadrato.
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