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Titolo uniforme: The mind of primitive man
Autore principale: Boas, Franz
L'antropologia (dal greco ἄνθρωπος ànthropos «uomo» e λόγος, lògos «discorso, dottrina» quindi letteralmente: «studio dell'uomo») è una branca scientifica sviluppatasi in particolar modo in epoca moderna che studia l'essere umano sotto diverse prospettive (sociale, culturale, morfologica, psicoevolutiva, sociologica, artistico-espressiva, filosofico-religiosa), indagando i suoi vari comportamenti all'interno della società; nata come disciplina interna alla biologia, ha acquisito in seguito anche un importante valore umanistico.
L'antropologia culturale è uno dei campi dell'antropologia, lo studio olistico dell'umanità. In particolare essa è la disciplina che ha promosso e sviluppato la cultura come oggetto di studio scientifico; essa è anche il ramo dell'antropologia che studia le differenze e le somiglianze culturali tra gruppi di umani. Parte del mondo accademico ha scelto di considerare sotto questa etichetta tutte le scienze demo-etno-antropologiche non fisiche. Tuttavia, si tende anche a dare all'antropologia culturale continuità con la sua provenienza dalla tradizione americana, considerandola quindi un approccio antropologico particolare che privilegia lo studio di aspetti più culturali dell'umanità.
L'evoluzione, all'interno di una popolazione biologica, è il prodotto del mutamento dei caratteri trasmessi ereditariamente alle generazioni successive. A tale mutamento concorrono diversi fattori, quali le mutazioni genetiche (benché siano il più delle volte singolarmente poco significative, il loro lento accumularsi può portare alla comparsa di caratteristiche nuove), la selezione naturale, la deriva genetica. Il loro effetto determina l'evoluzione dei caratteri fino alla comparsa di nuove specie. Ogni organismo vivente sulla Terra condivide con gli altri un antenato comune, e questo è testimoniato dalle somiglianze tra i diversi organismi viventi (come la presenza in ognuno di acidi nucleici, di un identico codice genetico, di uguali amminoacidi) e dalla paleontologia. Charles Darwin lo aveva ipotizzato nella sua teoria, intuendo che l'evoluzione delle specie fosse determinante e vide nella selezione naturale il motore fondamentale dell'evoluzione della vita sulla Terra. Una prima conferma si ebbe con le leggi di Mendel sull'ereditarietà genetica dei caratteri, nel XIX secolo. Solo più tardi, grazie ai nuovi strumenti di indagine e con la scoperta del DNA i princìpi generali dell'evoluzione furono provati. La comunità scientifica dibatte ancora su alcuni aspetti teorici dell'evoluzione che restano un campo di ricerca estremamente vitale. Il concetto di evoluzione ha costituito una rivoluzione scientifica nell'intera cultura occidentale, ha stimolato riflessioni in ambito filosofico e ispirato teorie e modelli che toccano quasi ogni aspetto della conoscenza.
L'Essai sur l'inégalité des races humaines (in italiano: Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane, 1853-1855) di Joseph Arthur, conte di Gobineau, è un saggio che afferma l'esistenza di differenze inconciliabili tra le diverse razze umane, che le varie civiltà declinano e decadono nel corso della storia quando accade che le "razze" si mescolano e che la razza Europoide caucasica (l'uomo bianco) è superiore a tutte le altre. È a tutt'oggi considerato uno dei primi esempi di razzismo scientifico. Le idee di Gobineau provengono a loro volta anche dall'antropologia con la sua classificazione del genere umano secondo i concetti derivanti dalla biologia di "specie" e "razza", messi a punto dagli scienziati del XVIII secolo. Espandendo la sua teoria con l'utilizzazione dell'etnografia promossa da Henri de Boulainvilliers per difendere l'Ancien Régime contro le rivendicazioni degli Stati generali francesi, Gobineau lo ha inteso come un sistema esplicativo universale; vale a dire che quella della "razza" è la forza primaria che determina gli eventi mondiali. Utilizzando discipline scientifiche variegate come la linguistica e l'antropologia Gobineau suddivide la specie umana in tre gruppi principali: quello bianco europoide, quello giallo mongoloide e quello negro negroide, affermando di poter dimostrare che "la storia sorge solo dal contatto con le razze bianche". Tra queste "razze bianche" distingue la razza ariana come l'apice dello sviluppo umano, che costituisce la base di tutte le aristocrazie europee. Tuttavia la miscelazione o il "meticcio" inevitabile è stato il risultato che ha portato alla "caduta delle civiltà".
Record aggiornato il: 2025-11-09T02:52:10.665Z