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Titolo uniforme: Il viaggio di Enea
Autore principale: Casalegno, Adriana
Il termine cultura romana si riferisce alla cultura della Repubblica romana e in seguito dell'Impero romano, che, al suo apice, copriva un'area estesa dalla Scozia al Marocco fino all'Eufrate. Tale cultura restò in vita per tutta la storia della Roma antica, coprendo un arco di storia di circa 1200 anni. La vita dei Romani ruotava intorno alla città di Roma, con i suoi monumenti come l'Anfiteatro Flavio (ora chiamato Colosseo), il Foro di Traiano, e il Pantheon. La città aveva anche diversi teatri, palestre, e molte taverne, terme, e bordelli. In tutto il territorio sotto il controllo di Roma, l'architettura residenziale variava da case molto modeste a ville di campagna. Le residenze più ambite a Roma erano collocate sul Palatino, da cui deriva la parola "Palazzo". La stragrande maggioranza della popolazione viveva nel centro della città, nelle insulæ (i moderni condomini). La città di Roma è stata la più grande megalopoli di quel tempo, con una popolazione che potrebbe aver superato un milione di persone, con una stima massima di 3,5 milioni e una stima minima di 450.000. Stime storiche indicano che circa il 30 per cento della popolazione sotto la giurisdizione della città viveva in innumerevoli centri urbani, con una popolazione di almeno 10.000 persone e diversi insediamenti militari, un tasso molto elevato di urbanizzazione per un periodo preindustriale. La parte più urbanizzata dell'impero era l'Italia, che ha avuto un tasso stimato di urbanizzazione del 32%, lo stesso tasso di urbanizzazione dell'Inghilterra nel 1800. La maggior parte dei paesi e delle città romane aveva un foro, dei templi e gli stessi tipi di edifici, in scala minore, di quelli che si trovavano a Roma. La vasta popolazione urbana necessitava di una scorta infinita di cibo, la quale richiedeva una complessa attività logistica, tra cui l'acquisizione, il trasporto, lo stoccaggio e la distribuzione di cibo per Roma e gli altri centri urbani. Le fattorie italiane verdure e frutti, ma pesce e carne erano i piatti pregiati. Venivano costruiti degli acquedotti per portare l'acqua dalle fonti ai centri urbani. Il vino e l'olio di oliva venivano importati dalla Spagna, dalla Gallia e dall'Africa. Ci fu una grande commercio tra le province dell'impero romano, dal momento che le tecnologie per il trasporto era molto efficienti. I costi medi del trasporto e le tecnologie possono essere paragonate a quelle del XVIII secolo. L'ottanta per cento della popolazione sotto la giurisdizione di Roma viveva nelle campagne in insediamenti con meno di 10 mila abitanti. I proprietari terrieri in genere abitavano in città e le loro proprietà erano lasciate alle cure di un uomo di fiducia che assumeva l'incarico di amministrare i lavori. La situazione degli schiavi nelle zone rurali era generalmente peggiore rispetto a quella dei loro colleghi che lavorano nelle aree urbane. Tale ambiente rurale ha continuato a indurre la migrazione della popolazione verso i centri urbani fino agli inizi del II secolo a.C., quando la popolazione urbana smise di crescere e inizio a diminuire. A partire dalla metà del II secolo a.C., la cultura greca era sempre più in ascesa, nonostante le invettive dei moralisti conservatori contro gli "addolcimento" della cultura ellenistica. Al tempo di Augusto, colti schiavi greci insegnavano i giovani romani (a volte anche le ragazze). Anche cuochi, decoratori, segretari, medici, parrucchieri provenivano la maggior parte dalla zone di influenza greca. Sculture greche ornavano giardini in stile ellenico sul Palatino o nelle ville, o erano imitazioni di sculture greche realizzate da schiavi greci. La cucina romana conservata nei libri di cucina attribuiti a Apicio è essenzialmente greca. Scrittori romani sdegnavano il latino nei confronti dello stile colto greco. Solo nel diritto, la cultura romana superava quella greca. La cultura romana per la sua ampia influenza sia in ambito geografico sia per la sua lunga storia ha lasciato, dopo la caduta dell'Impero romano, un'ampia eredità culturale che sopravvive in parte anche oggi.
Con letteratura latina augustea si intende un periodo della storia della letteratura latina il cui inizio è convenzionalmente fissato nel 31 a.C. (anno della fine della Repubblica romana con la battaglia di Azio), e la cui fine con la morte del primo imperatore romano, Augusto, nel 14 d.C.. Faceva parte del cosiddetto periodo aureo, chiamato anche classico o di transizione (dalla Repubblica all'Impero), insieme al periodo ciceroniano o cesariano. Fu certamente uno dei migliori periodi dell'intera storia della letteratura mondiale, grazie alla molteplicità di ingegni che fiorirono contemporaneamente, paragonabile all'età di Pericle o a quella di Luigi XIV di Francia.
Friedrich Wilhelm Nietzsche (pronuncia italiana: [ˈnit͡ʃe]; in tedesco: [ˈfʁiːdʁɪç ˈvɪlhɛlm ˈniːt͡ʃə] ; a volte italianizzato in Federico Guglielmo Nietzsche; Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900) è stato un filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco. Fu cittadino prussiano fino al 1869, poi apolide (partecipò, comunque, alla guerra franco-prussiana come infermiere per sole due settimane). Considerato tra i massimi filosofi e scrittori di ogni tempo, ebbe un'influenza controversa, ma indiscutibile, sul pensiero filosofico, letterario, politico e scientifico del mondo occidentale nel XX secolo. La sua filosofia, in parte riconducibile al filone delle filosofie della vita, fu considerata da alcuni uno spartiacque fra la filosofia tradizionale e un nuovo modello di riflessione, informale e provocatorio. In ogni caso, si tratta di un pensatore unico nel suo genere, sì da giustificare l'enorme influenza da lui esercitata sul pensiero posteriore. Scrisse vari saggi e opere aforistiche sulla morale, la religione (in particolare quella cristiana), la società moderna, la scienza, intrise di una profonda lucidità e avversione alla metafisica e da una forte carica critica, sempre sul filo dell'ironia e della parodia. Nella sua filosofia si distingue una prima fase "wagneriana", che comprende La nascita della tragedia e le Considerazioni inattuali, in cui il filosofo combatte a fianco di Richard Wagner per una "riforma mitica" della cultura tedesca. Questa fase sarà poi abbandonata e rinnegata con la pubblicazione di Umano, troppo umano – nella stagione cosiddetta "illuministica" del suo pensiero –, per culminare infine, pochi anni prima del crollo nervoso del 1889 e dalla paralisi progressiva che metteranno fine alla sua attività – probabile conseguenza di una patologia neurologica o neuropsichiatrica, oppure di neurosifilide – in una terza fase, prominente del suo pensiero, dedicata alla trasvalutazione dei valori e al nichilismo attivo, costellata dai concetti di oltreuomo, eterno ritorno e volontà di potenza, fase che ha il suo apice (e inizio) con la pubblicazione del celeberrimo Così parlò Zarathustra, seguito da altre importanti opere come Al di là del bene e del male, L'Anticristo e Il crepuscolo degli idoli. Morì, dopo 11 anni e mezzo di infermità, di polmonite nel 1900, ormai paralizzato e in preda a demenza dopo ripetuti ictus che lo avevano colpito, lasciando una notevole eredità filosofica.
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