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Autore principale: Candidi Dionigi, Marianna; De Mattheis, Giuseppe
Pubblicazione: [Arezzo] : Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, stampa 1992
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La provincia di Frosinone è una provincia italiana del Lazio che conta 487 537 abitanti. Confina a nord con l'Abruzzo (provincia dell'Aquila), a est con il Molise (provincia di Isernia), a sud-est con la Campania (provincia di Caserta), a sud-ovest con la provincia di Latina e a nord-ovest con la provincia di Roma.
Ciociaria (AFI: /ʧoʧaˈria/), meno comunemente Cioceria, è il nome con cui sono identificati alcuni territori del Lazio a sud-est di Roma, senza limiti geografici ben definiti. A partire dal ventennio fascista lo stesso nome è usato impropriamente dalla stampa locale, da associazioni promozionali e manifestazioni folcloristiche come sinonimo di provincia di Frosinone e dell'insieme delle tradizioni popolari del suo territorio. L'identificazione della Ciociaria con il territorio della provincia è fatta propria dalla stessa azienda di promozione turistica della provincia di Frosinone.
La valle di Comino è una valle situata in provincia di Frosinone, ma nell'area appartenente storicamente all'Alta Terra di Lavoro, a ridosso dell'Appennino abruzzese e del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Corrisponde grosso modo all'alto bacino idrografico del fiume Melfa, che l'attraversa sfociando nella valle del Liri attraverso una gola erosa nei calcari del monte Cairo.
Frosinone (AFI: /froziˈnone/, ; Frusenone /frusəˈnoːnə/ in dialetto frusinate) è un comune italiano di 44 569 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia del Lazio. Spesso identificato anche come capitale della Ciociaria è un centro industriale e commerciale. Geograficamente costituisce un importante nodo di comunicazione del Lazio meridionale. Città volsca con il nome di Frusna e poi romana come Frùsino, nel corso della sua storia a causa della sua collocazione è stata soggetta a molteplici devastazioni e saccheggi; in conseguenza di ciò e delle distruzioni dovute ad eventi sismici (il più rovinoso dei quali avvenne nel settembre 1349) conserva poche seppur importanti tracce del proprio passato, come le rovine dell'anfiteatro, i reperti conservati nel museo archeologico cittadino e il monumento funerario del II secolo in località Sant'Angelo.
Il Latium novum (Lazio nuovo) o Latium adiectum (Lazio aggiunto) era un territorio dell'Italia antica, corrispondente all'area di espansione coloniale latina, i cui limiti generalmente si fanno corrispondere nella parte meridionale al fiume Liri (o, secondo Plinio il Vecchio, anche dal centro di Sinuessa, a mezza strada tra i fiumi Liri e Volturno), a nord dal Circeo e ad est dalla costa settentrionale del lago Fucino. All'interno, a sud, il Latium adiectum arrivava fino a Casinum (Cassino).Non ebbe mai una autonomia amministrativa e storici e letterari hanno fatto uso di questo nome nell'intento di ricostruire etnicamente un territorio compreso fra la Regio I e la Regio IV, distinguendo il Latium antiquum (quello dei Colli Albani e dei confederati), dal territorio lungo la valle del Liri in cui si diffusero i Latini, da quando sancirono l'alleanza con Roma.
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