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Autore principale: Adlon, Percy
Sceptre of Bagdad è un videogioco di avventura dinamica di ambientazione mediorientale, pubblicato nel 1987 per ZX Spectrum dall'editrice britannica Atlantis Software e nel 1993 per Commodore 64, con il titolo Sceptre of Baghdad, dalla Psytronik Software.
Un film d'avventura è un genere di film che rispecchia un mondo eroico di battaglie e avventure. In questo genere tendono a dominare l'azione e i valori cavallereschi. Genere adottato in Italia come un modo di esaltare il suo passato storico, per essere successivamente utilizzato in altri paesi, ad esempio, in Russia per l'esaltazione della rivoluzione russa. Sottogenere dei film d'avventura possono essere considerati i cosiddetti film di cappa e spada, storie in costume con combattimenti all'arma bianca, come la serie dei film tratti dalle opere di Alexandre Dumas e dall'omonimo figlio o anche avventure tipo La leggenda di Robin Hood (1938) con Errol Flynn. Successivamente titoli come I predatori dell'arca perduta (1981) diedero nuove innovazioni al genere negli anni ottanta, che ha avuto i suoi alti e bassi di interesse nel corso della storia del cinema.
Il ladro di Bagdad è un film del 1961 diretto da Arthur Lubin e Bruno Vailati.
La rosa di Bagdad è un film d'animazione del 1949 diretto e prodotto da Anton Gino Domeneghini. È il primo film italiano in Technicolor (titolo conteso da I fratelli Dinamite di Nino Pagot, uscito lo stesso anno) e uno dei primi film europei e, nonostante sia considerato da alcuni il primo lungometraggio d'animazione europeo, è in realtà il secondo in quanto nel 1926 venne prodotto Achmed, il principe fantastico di Lotte Reiniger.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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