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Titolo uniforme: Naqoyqatsi <film ; 2003>
Pubblicazione: Campi Bisenzio : Cecchi Gori editoria elettronica, 2004
Tipo di risorsa: risorsa video e da proiezione, Livello bibliografico: monografia, Lingua: abs, Paese: IT
Naqoyqatsi è un documentario del 2002 diretto da Godfrey Reggio. È il terzo film della trilogia qatsi che comprende inoltre Koyaanisqatsi (1982) e Powaqqatsi (1988).
La trilogia qatsi è un nome informale dato a tre film prodotti e diretti da Godfrey Reggio. Le musiche sono di Philip Glass. Koyaanisqatsi: Life out of balance (1982) Powaqqatsi: Life in transformation (1988) Naqoyqatsi: Life as war (2002)I titoli dei tre film sono parole della lingua hopi, nella quale "qatsi" significa "vita".
Koyaanisqatsi è un film sperimentale del 1982 diretto da Godfrey Reggio. È il primo film della trilogia qatsi, che comprende inoltre Powaqqatsi (1988) e Naqoyqatsi (2002).
Powaqqatsi è un documentario del 1988 diretto da Godfrey Reggio. È il secondo episodio della Trilogia qatsi, che comprende inoltre Koyaanisqatsi (1982) e Naqoyqatsi (2002) Powaqqatsi è un neologismo della lingua amerindia hopi, creato da Reggio, che significa "vita parassitica" oppure "vita in cambiamento". Più liberamente, può essere interpretata come "vita che consuma le forze vitali di altri esseri per promuovere la propria vita". Mentre il film precedente si focalizzava sullo stile di vita moderno nei paesi industrializzati, Powaqqatsi, nello stesso stile senza dialoghi, si concentra sul conflitto presente nei paesi del Terzo mondo fra gli stili di vita tradizionali e i nuovi stili di vita introdotti con l'industrializzazione. Così come tutti i film della trilogia, anche in quest'ultimo è molto forte la componente sonora, composta da Philip Glass. Le voci umane, specialmente quelle di bambini provenienti dal Sud America e dall'Africa, appaiono molto di più che negli altri film, in armonia con il messaggio e le immagini della pellicola.
Philip Glass (Baltimora, 31 gennaio 1937) è un compositore statunitense. Autore di musica contemporanea, è solitamente considerato tra i capifila del minimalismo musicale con Steve Reich, La Monte Young, Terry Riley, John Adams. Esaurito il periodo di massima produzione minimalista, contrariamente agli autori succitati, a parte forse Adams, si è progressivamente emancipato, scegliendo uno stile di più facile fruizione, postminimalista, meno rigoroso, e spesso volto verso la tradizione sinfonica americana.Dagli anni ottanta ha preferito prendere le distanze dal termine, mantenendo nel suo stile una forma iterativa, ma ampliando al massimo le possibilità espressive offerte dalla tonalità, e accogliendo sempre più suggestioni dalle culture musicali extraeuropee, interesse del resto già manifestato all'inizio della carriera collaborando con il musicista indiano e compositore Ravi Shankar. Tra le sue opere compaiono numerosi componimenti musicali di vario tipo, con una certa predilezione per le forme sceniche (teatro, danza, performance) e le colonne sonore di diversi film e documentari. Celebre, in quest'ultima categoria, la serie di film realizzati da Godfrey Reggio a cavallo tra il 1983 e il 2003 e basati su profezie degli indiani Hopi, nota come "Trilogia Qatsi": lo stesso Glass ha portato in tournée anche in Italia concerti live in cui il suo ensemble esegue le musiche direttamente sulle immagini dei film (prima esecuzione integrale: Torino, Settembre Musica, Auditorium "Giovanni Agnelli" del Lingotto, settembre 2005) Ha collaborato con vari artisti della scena ambient (tra cui Brian Eno) e pop-rock (tra cui David Bowie, di cui ha adottato i temi di "Low" e "Heroes" per comporre le omonime sinfonie). Philip Glass è stato inoltre posizionato al numero 9 della Top 100 geni viventi stilata nel 2007 dalla rivista inglese "The Telegraph".
Cinematografo è un album-raccolta del 2010 che contiene 12 brani interpretati dal cantante Mario Merola.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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