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Pubblicazione: Lucca : M. Pacini Fazzi, 1984
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'La Resistenza italiana, semplicemente Resistenza, anche detta Resistenza partigiana o Secondo Risorgimento, fu l\'insieme di movimenti politici e militari che in Italia dopo l\'armistizio di Cassibile si opposero al nazifascismo nell\'ambito della guerra di liberazione italiana.\nNella Resistenza vanno individuate le origini stesse della Repubblica Italiana: l\'Assemblea Costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al Comitato di Liberazione Nazionale e che, a guerra finita, scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai princ\xc3\xacpi della democrazia e dell\'antifascismo.\nIl movimento della Resistenza \xe2\x80\x93 inquadrabile storicamente nel pi\xc3\xb9 ampio fenomeno europeo della resistenza all\'occupazione nazifascista \xe2\x80\x93 fu caratterizzato in Italia dall\'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici), in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), i cui partiti componenti avrebbero pi\xc3\xb9 tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra.\nIl periodo storico in cui il movimento fu attivo ha inizio dopo l\'armistizio dell\'8 settembre 1943 (il CLN fu fondato a Roma il 9 settembre), e termina nei primi giorni del maggio 1945, durando quindi venti mesi circa. La scelta di celebrare la fine di quel periodo con il 25 aprile 1945 fa riferimento alla data dell\'appello diramato dal CLNAI per l\'insurrezione armata della citt\xc3\xa0 di Milano, sede del comando partigiano dell\'Alta Italia. Alcuni storici hanno evidenziato pi\xc3\xb9 aspetti contemporaneamente presenti all\'interno del fenomeno della Resistenza: "guerra patriottica" e lotta di liberazione da un invasore straniero; insurrezione popolare spontanea; "guerra civile" tra antifascisti e fascisti, collaborazionisti con i tedeschi; "guerra di classe" con aspettative rivoluzionarie soprattutto da parte di alcuni gruppi partigiani socialisti e comunisti.\n\n'
'Con il termine resistenza tedesca (in tedesco Widerstand ovvero Resistenza o antifaschistischer Widerstand ossia resistenza antifascista) si fa riferimento all\'eterogeneo movimento clandestino di opposizione al regime totalitario della Germania nazista. Attivo tra il 1933 e il 1945, il movimento di resistenza cospir\xc3\xb2 pi\xc3\xb9 o meno efficacemente contro la dittatura di Adolf Hitler, riuscendo, attraverso alcuni influenti antinazisti, ad organizzare in diverse occasioni tentativi di assassinio dello stesso leader del Partito nazionalsocialista.\nFu fenomeno per sua stessa definizione "sotterraneo", e seppur privo di unit\xc3\xa0, il movimento di resistenza tedesco fu presente in Germania sotto varie forme: partiti politici e istituzioni sociali, ufficiali cospiratori nella Wehrmacht e nel governo di Hitler, reti di spionaggio (cfr. Orchestra Rossa), alcune confessioni religiose, gruppi armati e militarizzati, sebbene il ruolo pi\xc3\xb9 importante vada accreditato alle organizzazioni comuniste tedesche, in particolare il Kommunistische Partei Deutschlands.\nI documenti dell\'apparato repressivo nazista, in particolare quelli della Gestapo e dei diversi tribunali, forniscono un quadro dell\'ampiezza della resistenza tedesca al nazismo: dal 1933 al 1939, 225.000 persone furono condannate per motivi politici a pene pi\xc3\xb9 o meno lunghe e 1.000.000 circa di tedeschi furono inviati per le stesse ragioni nei campi di concentramento.\nNel solo 1933, il giornalista Curt Bley ritiene che almeno 100.000 persone abbiano compiuto attivit\xc3\xa0 antinazista reale.\nDurante il 1941, la Gestapo arrest\xc3\xb2 11.405 oppositori di sinistra.\nNel periodo tra il 30 gennaio 1933 e la primavera del \'36 furono assassinate 1.359 persone dagli agenti del regime nazista.\nNegli anni 1935-1936, la Gestapo presumeva l\'esistenza di 5.708 centri clandestini di diffusione di volantini e stampa antinazista.La resistenza tedesca fu inoltre responsabile di 17 attentati alla vita di Adolf Hitler, l\'ultimo dei quali, il complotto del 20 luglio, caus\xc3\xb2 la cattura e l\'esecuzione di pi\xc3\xb9 di 200 oppositori (certi o solo sospettati) del regime, con la conseguente distruzione del movimento di resistenza.\n\n'
"La resistenza nonviolenta (o azione nonviolenta) \xc3\xa8 una pratica per raggiungere degli obiettivi per mezzo di proteste simboliche, disobbedienza civile, non-cooperazione economica o politica, e altri metodi, senza l'uso della violenza.\n\xc3\x88 diffusamente assimilata alla resistenza civile (Nonuccidere), sebbene i due concetti abbiano meriti distinti e connotazioni leggermente differenti. La forma moderna di resistenza nonviolenta \xc3\xa8 stata resa popolare, nonch\xc3\xa9 collaudata per la sua efficacia, dal leader indiano Gandhi nei suoi sforzi per ottenere l'indipendenza dagli inglesi.\nTra i sostenitori della resistenza nonviolenta, occorre menzionare Lev Tolstoj, Henry David Thoreau, Mohandas Gandhi, Andrej Sacharov, Martin Luther King, V\xc3\xa1clav Havel, Gene Sharp e Lech Wa\xc5\x82\xc4\x99sa. Nel 2006 la biologa evoluzionista Judith Hand ha presentato un metodo per abolire la guerra fondato sulla resistenza nonviolenta.\nSecondo l'organizzazione Freedom House, dal 1966 al 1999 la resistenza civile nonviolenta ha giocato un ruolo chiave nel guidare 50 casi (su 67) di transizione politica da stati autoritari. Recentemente, la resistenza nonviolenta ha caratterizzato la Rivoluzione delle Rose in Georgia (2003), la Rivoluzione Arancione in Ucraina (2004-2005), la Rivoluzione dei Jeans in Bielorussia (2006), la Rivoluzione del Gelsomino in Tunisia (2010-2011) e la lotta dei dissidenti cubani.\n\nMolti movimenti che promuovono la filosofia nonviolenta o quella pacifista hanno adottato dei metodi d'azione nonviolenta per perseguire efficacemente obiettivi sociali o politici. Tali movimenti impiegano tattiche di resistenza nonviolenta come: information warfare, picchettaggi, veglie, volantinaggi, samizdat, magnitizdat, satyagraha, arte di protesta, canzoni e poesia di protesta, educazione comunitaria e autocoscienza femminista, gruppi di pressione, resistenza fiscale, disobbedienza civile, boicottaggi e Sanzione economica, sabotaggi, Underground Railroad, rifiuto di premi/riconoscimenti, scioperi e digiuni.\nL'azione nonviolenta si discosta dal pacifismo poich\xc3\xa9 essa \xc3\xa8 potenzialmente proattiva e interventista, e nasce da un rifiuto radicale della violenza.\n\n"
'Il Fronte jugoslavo \xc3\xa8 stato uno dei teatri di guerra della Seconda guerra mondiale in Europa; i combattimenti, confusi e sanguinosi, si prolungarono ininterrotti dall\'aprile 1941 alla fine del conflitto nel maggio 1945. Nelle fonti jugoslave il conflitto in questo teatro balcanico venne anche denominato "guerra di liberazione popolare" (in serbo: \xd0\x9d\xd0\xb0\xd1\x80\xd0\xbe\xd0\xb4\xd0\xbd\xd0\xbe\xd0\xbe\xd1\x81\xd0\xbb\xd0\xbe\xd0\xb1\xd0\xbe\xd0\xb4\xd0\xb8\xd0\xbb\xd0\xb0\xd1\x87\xd0\xba\xd0\xb8 \xd1\x80\xd0\xb0\xd1\x82?, traslitterato Narodnooslobodila\xc4\x8dki rat, in croato Narodnoslobodila\xc4\x8dka borba, in macedone: \xd0\x9d\xd0\xb0\xd1\x80\xd0\xbe\xd0\xb4\xd0\xbd\xd0\xbe\xd0\xbe\xd1\x81\xd0\xbb\xd0\xbe\xd0\xb1\xd0\xbe\xd0\xb4\xd0\xb8\xd1\x82\xd0\xb5\xd0\xbb\xd0\xbd\xd0\xb0 \xd0\xb1\xd0\xbe\xd1\x80\xd0\xb1\xd0\xb0?, traslitterato: Narodnoosloboditelna borba, in sloveno: Narodnoosvobodilni boj).\nLa guerra inizi\xc3\xb2 a seguito dell\'invasione del territorio del Regno di Jugoslavia da parte delle forze dell\'Asse. Il paese venne spartito fra Germania, Italia, Ungheria, Bulgaria, e alcuni stati fantoccio. Si tratt\xc3\xb2 di una guerriglia di liberazione combattuta prevalentemente dai partigiani jugoslavi (partizani) repubblicani legati al Partito comunista contro le forze di occupazione dell\'Asse, lo Stato Indipendente di Croazia, e il Governo collaborazionista in Serbia. Al contempo si trasform\xc3\xb2 anche in una guerra civile tra i partigiani comunisti e il movimento realista serbo dei cetnici (\xc4\x8detnik): queste due componenti della resistenza jugoslava inizialmente cooperarono nella lotta contro le forze occupanti, ma dal 1942 i cetnici adottarono una politica di collaborazione con le truppe italiane, con la Wehrmacht e gli ustascia.\nL\'Asse sferr\xc3\xb2 una serie di offensive per distruggere il movimento partigiano, ma ottenne solo successi parziali nel 1943 nelle due battaglie della Neretva e della Sutjeska. Nonostante le gravi difficolt\xc3\xa0 e le pesanti perdite, i partigiani guidati da Josip Broz Tito rimasero tuttavia una forza combattente efficiente e aggressiva che, pur priva fino alla fine del 1943 di aiuti esterni, seppe continuare ed estendere la sua azione. Rappresentati politicamente dal cosiddetto "Consiglio antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia" (AVNOJ), dominato dai comunisti, alla fine del 1943 ottennero il riconoscimento degli Alleati, ponendo cos\xc3\xac le basi per la costruzione dello stato jugoslavo post-bellico. Grazie al supporto logistico, addestrativo ed aereo fornito finalmente dagli Alleati occidentali e dall\'Unione Sovietica nell\'ultimo periodo della guerra, gradualmente i partigiani conquistarono il controllo dell\'intero paese, delle zone del confine nordorientale italiano e dell\'Austria meridionale.\nIn termini umani il costo del conflitto fu enorme: sebbene ancora oggetto di discussioni, il numero delle vittime comunemente accettato non \xc3\xa8 inferiore al milione. Le vittime civili inclusero anche la maggior parte della popolazione ebraica del paese, reclusa nei campi di concentramento o di sterminio gestiti dai regimi collaborazionisti dell\'Asse (come ad esempio il campo di Jasenovac). Al contempo il regime croato degli usta\xc5\xa1a condusse un sistematico genocidio nei confronti della popolazione serba e di quella rom, i cetnici condussero una pulizia etnica nei confronti della popolazione musulmana e croata, e le autorit\xc3\xa0 di occupazione italiana nei confronti degli sloveni. Brutali e spietate furono le rappresaglie operate dai tedeschi nei confronti delle attivit\xc3\xa0 di resistenza, sfociate in alcuni episodi particolarmente sanguinari come i massacri di Kraljevo e Kragujevac, mentre anche l\'esercito italiano mise in atto deportazioni, devastazioni e rappresaglie. Infine durante la fase finale del conflitto e nell\'immediato dopoguerra le autorit\xc3\xa0 jugoslave e le truppe partigiane si resero responsabili di violente rappresaglie e deportazioni nei confronti della minoranza tedesca (la maggioranza appartenente al gruppo degli svevi del Danubio), in seguito espulsa dal paese in blocco, marce forzate ed esecuzioni di migliaia di civili e collaborazionisti in fuga (massacro di Bleiburg), e atrocit\xc3\xa0 commesse nei confronti della popolazione italiana in Istria (massacri delle foibe) e della popolazione ungherese in Serbia.\n\n'
'La prima guerra mondiale fu un conflitto mondiale che coinvolse le principali potenze e molte di quelle minori tra il 28 luglio 1914 e l\'11 novembre 1918. Chiamata inizialmente dai contemporanei "guerra europea", con il coinvolgimento successivo delle colonie dell\'Impero britannico e di altri paesi extraeuropei tra cui gli Stati Uniti d\'America e l\'Impero giapponese prese il nome di guerra mondiale o Grande Guerra: fu infatti il pi\xc3\xb9 grande conflitto armato mai combattuto fino alla successiva seconda guerra mondiale.\nIl conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell\'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all\'assassinio dell\'arciduca Francesco Ferdinando, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo da Gavrilo Princip A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni del XIX secolo, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Germania, Impero austro-ungarico e Impero ottomano), dall\'altra gli Alleati rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo, Impero giapponese e, dal 1915, Italia. Oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo (60 milioni solo in Europa) di cui oltre 9 milioni non tornarono pi\xc3\xb9 a casa; si dovettero registrare anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie.\nLe prime operazioni militari del conflitto videro la fulminea avanzata dell\'esercito tedesco in Belgio e nel nord della Francia, azione fermata per\xc3\xb2 dagli anglo-francesi nel corso della prima battaglia della Marna nel settembre 1914; il contemporaneo attacco dei russi da est infranse le speranze tedesche in una guerra breve e vittoriosa, e il conflitto degener\xc3\xb2 in una logorante guerra di trincea che si replic\xc3\xb2 su tutti i fronti e perdur\xc3\xb2 fino al termine delle ostilit\xc3\xa0. A mano a mano che procedeva, la guerra raggiunse una scala mondiale con la partecipazione di molte altre nazioni, come Bulgaria, Persia, Romania, Portogallo, Brasile, Cina, Siam e Grecia; determinante per l\'esito finale fu, nel 1917, l\'ingresso in guerra degli Stati Uniti d\'America a fianco degli Alleati.\nLa guerra si concluse definitivamente l\'11 novembre 1918 quando la Germania, ultimo degli Imperi centrali a deporre le armi, firm\xc3\xb2 l\'armistizio imposto dagli Alleati. Alcuni dei maggiori imperi esistenti al mondo \xe2\x80\x93 tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo \xe2\x80\x93 si estinsero, generando diversi stati nazionali che ridisegnarono completamente la geografia politica dell\'Europa.'
"La B Italia \xc3\xa8 la rappresentativa calcistica Under-21 dei giocatori italiani in squadre di Serie B ed \xc3\xa8 posta sotto l'egida della Lega Nazionale Professionisti B. Precedentemente nota come Rappresentativa della Lega Nazionale Professionisti B, ha adottato la nuova denominazione nel 2011."