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Fa parte di: Le radici italiane del circo / Giancarlo Pretini
Serie: I grandi libri ; 7
Serie: I grandi libri ; 0007
Fa parte di: Le radici italiane del circo / Giancarlo Pretini
Serie: I grandi libri ; 7
"Il circo \xc3\xa8 uno spettacolo dal vivo articolato in varie esibizioni di abilit\xc3\xa0 fisica, detti numeri, svolto generalmente in una pista circolare, ma anche diffusamente, nel corso dei secoli come nel panorama attuale, su una scena frontale. Gli spettacoli del circo hanno luogo sotto il tendone, in appositi edifici (circhi stabili), cos\xc3\xac come all'aperto o in sale teatrali regolari.\nLe esibizioni rispondono a categorie di base (peraltro flessibili e combinabili) quali numeri aerei, acrobazia ed equilibrismo al suolo, giocoleria, comicit\xc3\xa0 eccentrica e arte del clown, addestramento di animali e arte equestre, esibizioni di rischio.\nNella sua forma tradizionale novecentesca, il circo, definito nella lingua italiana anche circo equestre, si distingue per la caratteristica di comunit\xc3\xa0 itinerante e per l'appartenenza dinastica dei propri componenti. Alla fine del Novecento, con la definizione di nuovo circo si \xc3\xa8 legittimato il proliferare di numerose compagnie e spettacoli di provenienza e stile estranei a tali tradizioni, di cui la pi\xc3\xb9 celebre mondialmente \xc3\xa8 il canadese Cirque du Soleil."
"Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudelt\xc3\xa0.\nI Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime.\nQuarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60\xe2\x80\x93m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobriet\xc3\xa0 e la severit\xc3\xa0 repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realt\xc3\xa0:\n\nLa classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festivit\xc3\xa0 religiose o in ricorrenze laiche.\n\n"