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Serie: Il bersaglio : saggi e inchieste sulle professioni ; 12
Serie: Il Bersaglio : saggi e inchiesta sulle professioni ; 12
'Il collezionismo \xc3\xa8 un hobby che consiste nella raccolta di oggetti di una particolare categoria. L\'insieme di oggetti raccolti, vengono chiamate collezioni. Queste collezioni sono spesso ben organizzate, catalogate e attrattivamente esposte.\nAlcuni collezionisti scelgono di focalizzarsi su di un particolare aspetto di un\'area pi\xc3\xb9 ampia, come ad esempio i francobolli del XIX secolo o le monete in oro. Altri preferiscono collezioni pi\xc3\xb9 generali, come francobolli o monete di tutti i paesi del mondo.\nNei settori pi\xc3\xb9 comuni del collezionismo, vi sono anche molti commercianti specializzati, che avendo un grande numero di "oggetti", raccolgono tali collezioni in apposite stanze o raccoglitori, come album nel caso dei francobolli. Molti di questi commercianti hanno iniziato come collezionisti, trasformando poi il loro hobby in una professione.\n\n'
'Le collezioni Gonzaga o la Celeste Galeria sono storicamente le cospicue raccolte di opere d\'arte commissionate e appartenute alla dinastia dei Gonzaga, un tempo esposte in Palazzo Ducale, in Palazzo Te, in Palazzo San Sebastiano e in altri edifici di Mantova e dintorni.\nAttualmente le opere d\'arte appartenute ai Gonzaga sono disperse nei musei (e collezioni private) di tutto il mondo. Questa diaspora fu evocata dalla mostra Gonzaga. La Celeste Galeria. Il Museo dei Duchi di Mantova che dal 2 settembre 2002 al 12 gennaio 2003 riport\xc3\xb2 nei palazzi Te e Ducale una selezione di novanta degli oltre duemila dipinti appartenuti ai Gonzaga (oltre a bronzi, armi, gioie, disegni, ecc.).\nInsieme alle opere pittoriche i signori di Mantova portarono nei palazzi ducali il meglio in materia di oreficeria, pietre preziose e mirabilia. Tra queste il Cammeo Gonzaga che dal 12 ottobre 2008 all\'11 gennaio 2009 fu il pezzo pi\xc3\xb9 pregiato della mostra organizzata nell\'Orangerie in Palazzo Te, Il Cammeo Gonzaga - Arti preziose alla corte di Mantova, che idealmente proseguiva l\'esposizione della "Celeste Galeria".'
"Una collezione privata \xc3\xa8 una collezione, solitamente, di opere d'arte. Quando appare nella descrizione di un'opera, significa che, anche se in un museo pubblico, quell'opera non appartiene al museo, ma \xc3\xa8 un prestito da una fonte non divulgata. La fonte sar\xc3\xa0 normalmente un collezionista d'arte oppure una societ\xc3\xa0.\n\n"
'Il Museo archeologico nazionale di Napoli (MANN) \xc3\xa8 un museo statale italiano. In virt\xc3\xb9 del suo ricco e pregevole patrimonio di opere d\'arte e manufatti, disposti su una superficie espositiva di 12.650 m\xc2\xb2, \xc3\xa8 considerato uno dei pi\xc3\xb9 importanti musei archeologici al mondo, se non il pi\xc3\xb9 importante per quanto riguarda l\'arte romana.\nIl museo \xc3\xa8 costituito da collezioni private acquisite o donate alla citt\xc3\xa0 nel corso dei secoli, quali le collezioni Borgia, Santangelo, Stevens, Spinelli. I nuclei principali sono tre:\n\nla collezione Farnese, formata da reperti di Roma e dintorni e trasferita a Napoli nel \'700;\nle collezioni pompeiane, in larga parte borboniche, con reperti provenienti dall\'area vesuviana;\nla collezione egizia, al terzo posto al mondo per importanza dopo quelle del museo egizio del Cairo e del museo egizio di Torino.Gli importanti lavori di restauro e di ristrutturazione dell\'edificio avviati nel 2012 consentiranno la realizzazione di una riorganizzazione globale delle collezioni secondo criteri espositivi nuovi, permettendo inoltre che alcune raccolte rimaste escluse dalla visita per decenni, possano trovare definitiva sistemazione dentro l\'edificio. I reperti da molto tempo non pi\xc3\xb9 esposti al pubblico riguardano la numismatica ed una ricca parte della statuaria pompeiana: si stima che i pezzi in deposito siano in quantit\xc3\xa0 tre volte superiore rispetto a quelli esposti e che gli stessi occupino allo stato attuale tre livelli dei sotterranei del palazzo ed un piano del sottotetto.\nIl museo \xc3\xa8 ospitato nel palazzo degli Studi, costruito nel 1585 come caserma di cavalleria; l\'edificio ha una certa rilevanza architettonica, essendo uno dei pi\xc3\xb9 imponenti palazzi monumentali di Napoli. Inoltre insiste sull\'area della necropoli di Santa Teresa, area sepolcrale dell\'antica Partenope. Dal 2005 nella sottostante stazione della metropolitana "Museo" \xc3\xa8 stata aperta la stazione Neapolis, in cui piccoli ambienti che si succedono tra loro espongono i reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi della metro ed entrati a far parte del patrimonio museale.\n\xc3\x88 di propriet\xc3\xa0 del Ministero per i beni e le attivit\xc3\xa0 culturali, che dal 2014 lo ha annoverato tra gli istituti museali dotati di autonomia speciale.'
"La collezione Farnese \xc3\xa8 una collezione di opere d'arte nata nel periodo rinascimentale su volont\xc3\xa0 di Alessandro Farnese (1468-1549) che dal 1543 inizi\xc3\xb2 commissionare e collezionare opere dei pi\xc3\xb9 illustri artisti dell'epoca.\nAmpliatasi nel 1564 grazie al rinvenimento di sculture romane nelle terme di Caracalla, il catalogo Farnese si diram\xc3\xb3 tra le corti di Roma, Parma e Piacenza, fin quando gran parte di questa non fu trasferita, tra XVIII e XIX secolo, per volere di Carlo di Borbone, a Napoli.\nL'elenco delle opere \xc3\xa8 molto vasto e spazia in ogni settore artistico; vi sono infatti pitture, sculture, disegni, libri, bronzi, arredi, cammei, monete, medaglie, e numerosi altri oggetti di carattere archeologico."
"L'Associazione dei librai antiquari d'Italia (ALAI) \xc3\xa8 una associazione nata dal Circolo dei librai antiquari, organizzazione nata a Milano nel 1947 che raccoglieva tra la ventina di associati alcune delle pi\xc3\xb9 quotate librerie italiane dell'epoca (da Pregliasco di Torino a Olschki di Firenze, passando per il Polifilo e Mediolanum di Milano e Prandi di Reggio Emilia).\nFu cos\xc3\xac colmato il ritardo culturale con gli altri grandi Paesi europei in cui organizzazioni analoghe esistevano gi\xc3\xa0 da diversi anni (la fondazione dell'ABA britannica risale al 1906, quella della VDAE tedesca al 1915, mentre lo SLAM francese fu fondato nel 1933), bench\xc3\xa9 sia utile ricordare come, gi\xc3\xa0 sul finire del XIX secolo, ci fosse stato un primo tentativo di riunire i librai antiquari italiani attorno alla rivista Il bibliofilo a cui dette vita il giurista Carlo Lozzi tra il 1880 e il 1890.\nL'associazione ha assunto la denominazione attuale nel 1971, mentre nel 1972 la sede \xc3\xa8 stata fissata a Firenze per poi essere trasferita a Roma nel 2006.\nL'ALAI conta oggi 103 librerie associate.\n\n"