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Pubblicazione: Firenze : Tipografia e calcografia all'insegna di Clio, 1840
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'I moti di Milano furono una rivolta di una parte della popolazione di Milano contro il governo, che si svolse tra il 6 e il 9 maggio del 1898. Gli scontri avvennero a seguito di manifestazioni da parte di lavoratori che scesero in strada contro la polizia e i militari per protestare contro le condizioni di lavoro e l\'aumento del prezzo del pane dei mesi precedenti, come avvenne anche in altre citt\xc3\xa0 italiane nello stesso periodo.\nLe notizie da Milano portarono il governo a dichiarare lo stato d\'assedio con il passaggio di poteri al generale Fiorenzo Bava Beccaris. Egli ag\xc3\xac duramente fin dall\'inizio per soffocare ogni possibile forma di protesta; l\'utilizzo indiscriminato delle armi da fuoco e, in particolare, di cannoni all\'interno della citt\xc3\xa0 portarono il risultato desiderato, ma anche numerose vittime, spesso semplici astanti. I \xc2\xabcannoni di Bava Beccaris\xc2\xbb passarono alla storia come simbolo di un\'insensata e sanguinosa repressione.\nGli avvenimenti furono considerati parte della reazione conservatrice alla svolta politica in atto all\'epoca in Italia, \xc2\xabun colpo di coda, l\'ultimo sussulto degli ambienti retrivi di Corte, della destra liberale incline al "principato costituzionale" alla prussiana, dei fautori della interpretazione restrittiva dello Statuto albertino\xc2\xbb.\n\n'
'Il carroccio era un grande carro a quattro ruote recante le insegne cittadine attorno al quale si raccoglievano e combattevano le milizie dei comuni medievali. Era particolarmente diffuso tra le municipalit\xc3\xa0 lombarde, toscane e, pi\xc3\xb9 in generale, dell\'Italia settentrionale. In seguito il suo uso si propag\xc3\xb2 anche fuori dell\'Italia. Era il simbolo delle autonomie comunali.\nDifeso da truppe scelte, pavesato con i colori del comune, era trainato generalmente da buoi e trasportava un altare, una campana (chiamata "martinella") e un\'antenna su cui erano collocate una croce e le insegne cittadine. In tempo di pace era custodito nella chiesa principale della citt\xc3\xa0 a cui apparteneva.\n\n'
"Semifonte fu una citt\xc3\xa0 fortificata, che sul finire del XII secolo, divenne una fiera avversaria di Firenze. Oggi \xc3\xa8 solo il toponimo di una localit\xc3\xa0 nei pressi di Petrognano, frazione del comune di Barberino Val d'Elsa, in provincia di Firenze.\nIl nome deriva da latino Summus Fons (sorgente d'acqua alla sommit\xc3\xa0 di un'altura), divenuto in seguito Summofonte e infine Semifonte. Il castello prima, e la citt\xc3\xa0 poi, vennero fondati, intorno al 1177, dal conte di Prato Alberto IV degli Alberti, divenendo, in breve, uno dei centri pi\xc3\xb9 potenti della Valdelsa, nonch\xc3\xa9 caposaldo imperiale nella zona. Questa nuova potenza fu immediatamente malvista dalla Repubblica fiorentina che vi si oppose in ogni modo e che riusc\xc3\xac a sconfiggerla nel breve volgere di un ventennio. Nel 1202, Semifonte, dopo un assedio iniziato nel 1198, venne sconfitta, conquistata e subito rasa al suolo dalle truppe di Firenze, che aveva voluto esemplarmente punire un avversario alle proprie mire espansionistiche.\nTerminata l'opera di distruzione, Firenze decret\xc3\xb2 che su quel colle non si sarebbe mai pi\xc3\xb9 potuto costruire nessun edificio. Tale divieto \xc3\xa8 stato, di fatto, rispettato fino ad oggi, ad esclusione della Cappella di San Michele, eretta, nel 1597, sulla cima del colle, su progetto di Santi di Tito, che ne ottenne, con fatica, l'approvazione da Ferdinando I de' Medici, allora Granduca di Toscana.\n\n"