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Pubblicazione: Firenze : Regione Toscana, 1999
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ITA, Paese: IT
'Mostro di Firenze \xc3\xa8 la denominazione utilizzata dai media italiani per riferirsi all\'autore o agli autori di una serie di otto duplici omicidi avvenuti fra il 1968 e il 1985 nella provincia di Firenze.\nL\'inchiesta avviata dalla procura di Firenze ha portato alla condanna in via definitiva di due uomini identificati come autori materiali di quattro duplici omicidi, i cosiddetti "compagni di merende" Mario Vanni e Giancarlo Lotti (reo confesso e chiamante in correit\xc3\xa0 dei presunti complici), mentre il terzo, Pietro Pacciani, condannato in primo grado a pi\xc3\xb9 ergastoli per sette degli otto duplici omicidi e successivamente assolto in appello, \xc3\xa8 morto prima di essere sottoposto a un nuovo processo di appello, da celebrarsi a seguito dell\'annullamento nel 1996 della sentenza di assoluzione da parte della Cassazione.\nLe procure di Firenze e Perugia sono state impegnate in numerose indagini volte a individuare i responsabili esecutori materiali per quattro duplici omicidi e poi i possibili mandanti. Le indagini si sono focalizzate anche su un possibile movente di natura esoterica, che avrebbe spinto una o pi\xc3\xb9 persone a commissionare i delitti.\nLa vicenda ebbe molto risalto mediatico in quanto fu il primo caso di omicidi seriali in Italia riconosciuto come tale e uno dei pi\xc3\xb9 sanguinosi del Paese, oltre che dilatato nel tempo, che cre\xc3\xb2 una vera e propria psicosi da mostro, di anno in anno, e mise le basi anche per riflessioni dal punto di vista sociale: suscitando estrema paura per la tipologia di vittime (giovani fidanzati in atteggiamenti intimi), apr\xc3\xac l\'opinione pubblica italiana al dibattito sull\'opportunit\xc3\xa0 di concedere con maggiore disinvoltura la possibilit\xc3\xa0 per i figli di trovare l\'intimit\xc3\xa0 a casa, evitando cos\xc3\xac i luoghi isolati e pericolosi.\n\n'
'Rina Chiarini (Empoli, 1909 \xe2\x80\x93 Empoli, 1995) \xc3\xa8 stata una partigiana italiana.\n\n'
"Nicoletta Maraschio (Pavia, 1946) \xc3\xa8 una linguista italiana.\n\xc3\x88 professoressa ordinaria di storia della lingua italiana presso l'Universit\xc3\xa0 di Firenze ed \xc3\xa8 stata la prima donna alla guida dell'Accademia della Crusca, della quale \xc3\xa8 stata presidente dal 2008 al 2014.\n\n"
"Il Forteto \xc3\xa8 una cooperativa agricola attiva nel comune di Vicchio, provincia di Firenze; venne fondata nel 1977 come un'associazione da Rodolfo Fiesoli, Luigi Goffredi e altri, con l'obiettivo di creare una comunit\xc3\xa0 produttiva e alternativa alla famiglia tradizionale ispirata agli insegnamenti di don Milani e alle teorie di Gian Paolo Meucci. Nel 1978 i fondatori vennero indagati per atti di libidine violenti e maltrattamenti nei confronti degli adolescenti disabili che il tribunale dei minori aveva inviato presso la comunit\xc3\xa0, e definitivamente condannati nel 1985; nel 2011 vennero accusati nuovamente di maltrattamenti verso i minori ospiti della comunit\xc3\xa0 e Fiesoli venne definitivamente condannato nel 2017 a oltre 15 anni per abusi su minori e maltrattamenti. Lo scandalo che ne segu\xc3\xac port\xc3\xb2 anche all'istituzione di una commissioni di inchiesta parlamentare e di due regionali e, nel 2018, al commissariamento della cooperativa.\n\n"
'Il conte Vittorio Amedeo Alfieri (Asti, 16 gennaio 1749 \xe2\x80\x93 Firenze, 8 ottobre 1803) \xc3\xa8 stato un drammaturgo, poeta, scrittore e autore teatrale italiano.\n\xc2\xabNella citt\xc3\xa0 di Asti, in Piemonte, il 17 gennaio dell\'anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti\xc2\xbb. Cos\xc3\xac Alfieri presenta s\xc3\xa9 stesso nella Vita scritta da esso, autobiografia stesa, per la maggior parte, intorno al 1790, ma completata solo nel 1803. Alfieri ebbe un\'attivit\xc3\xa0 letteraria breve ma prolifica e intensa; il suo carattere tormentato, oltre a delineare la sua vita in senso avventuroso, fece di lui un precursore delle inquietudini romantiche.Come la gran parte dei piemontesi dell\'epoca, Vittorio Alfieri ebbe come madrelingua il piemontese. Giacch\xc3\xa9 di nobili origini, apprese dignitosamente il francese e l\'italiano, cio\xc3\xa8 il toscano classico. Quest\'ultimo, tuttavia, risentiva inizialmente degli influssi delle altre due lingue che conosceva, cosa di cui lui stesso si rendeva conto e che lo port\xc3\xb2, al fine di spiemontesizzarsi e sfrancesizzarsi, o disfrancesarsi, a immergersi nella lettura dei classici in lingua italiana, a compilare piccoli vocabolari d\'uso in cui alle parole e alle espressioni francesi o piemontesi corrispondevano "voci e modi toscani" e a compiere una serie di viaggi letterari a Firenze. Dopo una giovinezza inquieta ed errabonda, si dedic\xc3\xb2 con impegno alla lettura e allo studio di Plutarco, Dante, Petrarca, Machiavelli e degli illuministi come Voltaire e Montesquieu: da questi autori ricav\xc3\xb2 una visione personale razionalista e classicista, convintamente anti-tirannica e in favore di una libert\xc3\xa0 ideale, al quale un\xc3\xac l\'esaltazione del genio individuale tipicamente romantica.\nSi entusiasm\xc3\xb2 per la Rivoluzione francese, durante il suo soggiorno parigino, nel 1789, ma ben presto, a causa del degenerare della rivoluzione dopo il 1792, il suo atteggiamento favorevole si trasform\xc3\xb2 in una forte avversione per la Francia. Torn\xc3\xb2 in Italia, dove continu\xc3\xb2 a scrivere, opponendosi idealmente al regime di Napoleone, e dove mor\xc3\xac, a Firenze, nel 1803, venendo sepolto tra i grandi italiani nella Basilica di Santa Croce. Gi\xc3\xa0 dagli ultimi anni della sua vita Alfieri divenne un simbolo per gli intellettuali del Risorgimento, a partire da Ugo Foscolo.\n\n'
'La donna \xc3\xa8 donna (Une femme est une femme) \xc3\xa8 un film del 1961 diretto da Jean-Luc Godard, interpretato da Anna Karina, Jean-Paul Belmondo e Jean-Claude Brialy. \xc3\x88 un tributo alla commedia musicale americana ed uno dei film pi\xc3\xb9 importanti della Nouvelle Vague. \xc3\x88 il primo film a colori girato da Jean-Luc Godard.\n\n'