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Pubblicazione: Firenze : [s. n.], 1955
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, detto il Rosso Fiorentino (Firenze, 8 marzo 1494 \xe2\x80\x93 Fontainebleau, 14 novembre 1540), \xc3\xa8 stato un pittore italiano, uno dei principali esponenti dei cosiddetti "eccentrici fiorentini", i pionieri del manierismo in pittura.\n\nCome il Pontormo, suo alter ego pittorico per molti anni, fu allievo di Andrea del Sarto e fu, sotto molti punti di vista, un ribelle alle costrizioni classiciste ormai in crisi. Partendo dalle costruzioni equilibrate del suo maestro, ne forz\xc3\xb2 le forme esprimendo un mondo inquieto e tormentato. Artista originale e anticonformista, riscosse tiepidi consensi a Firenze, a Roma prima di rifugiarsi nella provincia umbro-toscana. \nDa qui fece il grande passo, trasferendosi alla corte di Fontainebleau, dove divenne lo stimatissimo pittore di corte di Francesco I di Francia, incarico gi\xc3\xa0 ricoperto dal suo maestro Andrea del Sarto e da Leonardo da Vinci. Assieme a Francesco Primaticcio, che gli succedette, port\xc3\xb2 oltralpe il gusto sofisticato ed elitario della Roma clementina prima del Sacco, diventando la scintilla che accese la scuola di Fontainebleau e, di conseguenza, il manierismo internazionale.\n\n'
"Piero di Benedetto de' Franceschi, noto comunemente come Piero della Francesca (Borgo Sansepolcro, 12 settembre 1416 \xe2\x80\x93 Borgo Sansepolcro, 12 ottobre 1492), \xc3\xa8 stato un pittore e matematico italiano.\nTra le personalit\xc3\xa0 pi\xc3\xb9 emblematiche del Rinascimento italiano, fu un esponente della seconda generazione di pittori-umanisti.Le sue opere sono mirabilmente sospese tra arte, geometria e complesso sistema di lettura a pi\xc3\xb9 livelli, dove confluiscono complesse questioni teologiche, filosofiche e d'attualit\xc3\xa0. Riusc\xc3\xac ad armonizzare, nella vita quanto nelle opere, i valori intellettuali e spirituali del suo tempo, condensando molteplici influssi e mediando tra tradizione e modernit\xc3\xa0, tra religiosit\xc3\xa0 e nuove affermazioni dell'Umanesimo, tra razionalit\xc3\xa0 ed estetica.La sua opera fece da cerniera tra la prospettiva geometrica brunelleschiana, la plasticit\xc3\xa0 di Masaccio, la luce altissima che schiarisce le ombre e intride i colori di Beato Angelico e Domenico Veneziano, la descrizione precisa e attenta alla realt\xc3\xa0 dei fiamminghi. Altre caratteristiche fondamentali della sua espressione poetica sono la semplificazione geometrica sia delle composizioni che dei volumi, l'immobilit\xc3\xa0 cerimoniale dei gesti, l'attenzione alla verit\xc3\xa0 umana.La sua attivit\xc3\xa0 pu\xc3\xb2 senz'altro essere caratterizzata come un processo che va dalla pratica pittorica, alla matematica, fino alla speculazione sulla matematica astratta. La sua produzione artistica, caratterizzata dall'estremo rigore della ricerca prospettica, dalla plastica monumentalit\xc3\xa0 delle figure, dall'uso in funzione espressiva della luce, influenz\xc3\xb2 nel profondo la pittura rinascimentale dell'Italia settentrionale e, in particolare, le scuole ferrarese e veneta.\n\n"
'Cimabue, pseudonimo di Cenni (Bencivieni) di Pepo (Firenze, 5 o 19 settembre 1240 circa \xe2\x80\x93 Pisa, 24 gennaio 1302), \xc3\xa8 stato un pittore italiano.\nSi hanno notizie di lui dal 1272, e Dante lo cit\xc3\xb2 come il maggiore della generazione antecedente a quella di Giotto, parallelamente al poeta Guido Guinizelli e al miniatore Oderisi da Gubbio. Secondo il Ghiberti e il Libro di Antonio Billi fu al contempo maestro e scopritore di Giotto. Vasari lo indic\xc3\xb2 come il primo pittore che si discost\xc3\xb2 dalla \xc2\xabscabrosa goffa e ordinaria [\xe2\x80\xa6] maniera greca\xc2\xbb, ritrovando il principio del disegno verosimile \xc2\xaballa latina\xc2\xbb.\nA Cimabue spetta per\xc3\xb2 un passo fondamentale nella transizione da figure ieratiche e idealizzate (di tradizione bizantina) verso veri soggetti, dotati di umanit\xc3\xa0 ed emozioni, che saranno alla base della pittura italiana e occidentale. Fu un pittore di spregiudicata capacit\xc3\xa0 innovatrice (si pensi agli espedienti con cui rese drammatica come mai prima di allora la Crocifissione ad Assisi, oppure all\'incredibile inclinazione del Crocifisso di Santa Croce), che pur senza staccarsi mai dai modi propriamente bizantini, li port\xc3\xb2 alle estreme conseguenze, a un passo dal rinnovamento gi\xc3\xa0 perseguito in scultura da Nicola Pisano e in pittura poi da Giotto.\nStudi recenti hanno dimostrato come in realt\xc3\xa0 il rinnovamento operato da Cimabue non fosse poi assolutamente isolato nel contesto europeo, poich\xc3\xa9 la stessa pittura bizantina mostrava dei segni di evoluzione verso una maggiore resa dei volumi ed un migliore dialogo con l\'osservatore. Per esempio negli affreschi del monastero di Sopo\xc4\x87ani, datati 1265, si notano figure ormai senza contorno dove le sfumature finissime evidenziano la rotondit\xc3\xa0 volumetrica. D\'altronde lo stesso Vasari, cui tanto si deve nell\'attribuzione a Cimabue dell\'avvio della rinascenza della pittura italiana, afferma che egli ebbe "maestri greci".\n\n'
"La Casa Vasari \xc3\xa8 un edificio di Firenze situato in borgo Santa Croce 8. Fu la residenza fiorentina del pittore, architetto e storico dell'arte Giorgio Vasari e conserva un pregevole ciclo di affreschi nel salone, da lui concepito e realizzato con l'aiuto degli allievi.\n\n"
"Il Crocifisso di Santa Croce \xc3\xa8 un'opera di Cimabue, dipinta per la basilica di Santa Croce a Firenze dove tuttora \xc3\xa8 conservata. \xc3\x88 attribuito al 1272-1280 circa ed \xc3\xa8 alto 4,48 metri e largo 3,90. \xc3\x88 tristemente nota per aver subito danneggiamenti importanti durante l'alluvione del 4 novembre 1966."