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Edizione: 2.ed
Pubblicazione: Firenze : Giunti-Nardini, 1979
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Momo (dal greco \xce\xbc\xe1\xbf\xb6\xce\xbc\xce\xbf\xcf\x82, momos = biasimo) \xc3\xa8 una figura della mitologia greca, figlio della Notte (Nyx). \nCicerone lo dice figlio della Notte e di Ipno (Hypnos).. Era rappresentato come un omino calvo e minuto, senza vestiti e con in mano una maschera ed un bastone.\nSecondo Esiodo personificava il sarcasmo e la mania di censurare. \nSecondo una tradizione fu Momo a criticare Zeus quando il padre degli dei voleva distruggere l'umanit\xc3\xa0 con fulmini e inondazioni, convincendolo, invece, a favorire il matrimonio di Teti e Peleo, che avrebbe portato alla fine dell'Et\xc3\xa0 degli eroi.\nSecondo un mito fu invitato da Zeus, Atena e Prometeo e far da giudice su chi di loro avesse fatto la miglior invenzione; Zeus present\xc3\xb2 il toro, Atena la casa e Prometeo l'uomo, ma Momo ritenne che ad ognuno mancasse qualche cosa: infatti il toro aveva le corna poste non sopra gli occhi, ma ai lati della testa, rendendo pi\xc3\xb9 difficile colpire il bersaglio, la casa non era trasportabile e all'uomo mancava un modo per vedere nel proprio cuore e nei propri sentimenti.\nGli dei, infine, si stancarono della sua indole troppo burlesca e lo scacciarono dall'Olimpo: Zeus lo avrebbe cacciato dall'Olimpo dopo che Momo aveva criticato aspramente un animale creato dal re degli dei..\n\n"
'Per umanesimo si intende quel movimento culturale, ispirato da Francesco Petrarca e in parte da Giovanni Boccaccio, volto alla riscoperta dei classici latini e greci nella loro storicit\xc3\xa0 e non pi\xc3\xb9 nella loro interpretazione allegorica, inserendo quindi anche usanze e credenze dell\xe2\x80\x99antichit\xc3\xa0 nella loro quotidianit\xc3\xa0 tramite i quali poter avviare una "rinascita" della cultura europea dopo i cosiddetti "secoli bui" del Medioevo.\nL\'umanesimo petrarchesco, fortemente intriso di neoplatonismo e tendente alla conoscenza dell\'anima umana, si diffuse in ogni area della penisola (con l\'eccezione del Piemonte sabaudo), determinando di conseguenza l\'accentuazione di un aspetto della classicit\xc3\xa0 a seconda delle necessit\xc3\xa0 dei "protettori" degli umanisti stessi, vale a dire dei vari governanti. Nel giro del XV secolo, gli umanisti dei vari Stati italiani incominciarono a mantenere forti legami epistolari fra di loro, aggiornandosi riguardo alle scoperte compiute nelle varie biblioteche capitolari o claustrali d\'Europa, permettendo alla cultura occidentale la riscoperta di autori e opere fino ad allora sconosciuti.\nPer avvalorare l\'autenticit\xc3\xa0 e la natura dei manoscritti ritrovati, gli umanisti, sempre sulla scia di Petrarca, favorirono la nascita della moderna filologia, scienza intesa a verificare la natura dei codici contenenti le opere degli antichi e determinarne la natura (cio\xc3\xa8 l\'epoca in cui quel codice fu trascritto, la provenienza, gli errori contenuti con cui poter effettuare comparazioni in base alle varianti). Dal punto di vista delle aree d\'interesse in cui alcuni umanisti si concentrarono maggiormente rispetto ad altre, poi, si possono ricordare le varie "ramificazioni" dell\'umanesimo, passando dall\'umanesimo filologico all\'umanesimo filosofico.\nL\'umanesimo, che trov\xc3\xb2 le sue basi nelle riflessioni dei filosofi greci sull\'esistenza umana e in alcune opere tratte anche dal teatro ellenico, si avvalse anche dell\'apporto della letteratura filosofica romana, in primis Cicerone e poi Seneca. Bench\xc3\xa9 l\'umanesimo propriamente detto sia stato quello italiano e poi europeo che si diffuse nel XV e in buona parte del XVI secolo (fino alla Controriforma), alcuni storici della filosofia utilizzarono questo termine anche per esprimere certe manifestazioni del pensiero all\'interno del XIX e del XX secolo.\n\n'
'Bruno Nardini (Scarperia, 1921 \xe2\x80\x93 Firenze, 1990) \xc3\xa8 stato un editore, poeta, scrittore e saggista italiano.\n\n'
"L'Accademia Carrara \xc3\xa8 una pinacoteca situata a Bergamo. Il percorso espositivo, organizzato su due piani e sviluppato in 28 sale, si compone di oltre seicento opere esposte che ricoprono un arco cronologico di cinque secoli, dall\xe2\x80\x99inizio del Quattrocento sino alla fine dell\xe2\x80\x99Ottocento, toccando le principali scuole pittoriche italiane e la pittura d\xe2\x80\x99oltralpe di Fiandre e Olanda.\nIl museo \xc3\xa8 affiancato dall'omonima accademia di belle arti.\n\n"
"Jacopo Bellini (Venezia, 1396? \xe2\x80\x93 1470?) \xc3\xa8 stato un pittore italiano cittadino della Repubblica di Venezia, padre di altri due noti pittori, Gentile e Giovanni Bellini.\nLa sua opera, al pari di quella di Antonio Vivarini, si pone tra la fine del gotico internazionale e l'inizio del Rinascimento nella citt\xc3\xa0 lagunare. In essa possiamo cogliere una progressiva adesione agli stilemi rinascimentali, coniugando i modi internazionali, appresi da Gentile da Fabriano, con la passione antiquaria. Quest'ultima ebbe modo di apprenderla sia a Venezia, a contatto con l'opera di artisti toscani attivi in citt\xc3\xa0, quali Paolo Uccello, Nanni di Bartolo, Fra Filippo Lippi, Andrea del Castagno, Masolino da Panicale e Beato Angelico e Andrea Mantegna.\n\n"