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Titolo uniforme: Commedia nell'Italia contemporanea / Ilaria A. De_Pascalis
"La commedia sexy all'italiana \xc3\xa8 un sottogenere della commedia all'italiana e di vari generi cine-letterari tipicamente italiani, dei quali commistiona vaghe suggestioni e soprattutto luoghi comuni. Nata alla fine degli anni sessanta, ha avuto grande successo in Italia e in Sudamerica per un decennio circa, per poi declinare a partire dal 1982-1983. Conta numerosi sottofiloni, ed \xc3\xa8 da considerarsi un fenomeno con caratteristiche uniche nel panorama cinematografico mondiale. \nArticolati a volte in pi\xc3\xb9 episodi, questi film contano numerosi epigoni poich\xc3\xa9 riscossero nelle sale cinematografiche buoni incassi anche a fronte del crescente successo delle televisioni private a partire dalla met\xc3\xa0 del decennio. Queste pellicole, che ebbero come protagonisti maschili attori comici quali Lino Banfi, Lando Buzzanca, Renzo Montagnani, Carlo Giuffr\xc3\xa9, Aldo Maccione, Mario Carotenuto, Alvaro Vitali, Gianfranco D'Angelo, Enzo Cannavale e Bombolo, furono successivamente considerate come dei film cult, oltre che una riflessione riguardante i costumi del popolo italiano. \nIl filone ebbe inizio grazie all'idea di alcuni noti produttori dell'epoca, tra cui Luciano Martino, considerato uno dei padri del genere. \n\n"
"Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudelt\xc3\xa0.\nI Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime.\nQuarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60\xe2\x80\x93m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobriet\xc3\xa0 e la severit\xc3\xa0 repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realt\xc3\xa0:\n\nLa classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festivit\xc3\xa0 religiose o in ricorrenze laiche.\n\n"