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Pubblicazione: Poggibonsi : A. Lalli, stampa 1978
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Per teatro greco si intende l'arte teatrale nel periodo della Grecia classica, in particolare il V secolo a.C., periodo a cui risalgono la quasi totalit\xc3\xa0 delle opere teatrali oggi conosciute. Gli ateniesi della Atene classica, per i quali le rappresentazioni erano non solo uno spettacolo ma anche una cerimonia religiosa, conoscevano tre tipi di opere teatrali: la tragedia, la commedia e il dramma satiresco.\nLe rappresentazioni teatrali avvenivano ad Atene in occasione di tre feste in onore di Dioniso (dio del teatro, nonch\xc3\xa9 dell'estasi, del vino e della liberazione dei sensi) che si tenevano nel corso dell'anno: le Grandi Dionisie, le Lenee e le Dionisie rurali. Il teatro, dato il suo vasto seguito, divenne veicolo di diffusione di idee e problematiche nella vita politica e culturale della Atene democratica.\n\n"
"Il t\xc3\xacaso (in greco antico: \xce\xb8\xce\xaf\xce\xb1\xcf\x83\xce\xbf\xcf\x82, th\xc3\xadasos), era un'associazione di carattere prevalentemente religioso che nell'Antica Grecia celebrava il culto di un dio, specialmente quello di Dioniso con processioni, canti e danze generalmente sfrenate. Il termine indic\xc3\xb2 anche una suddivisione delle fratrie, ma non \xc3\xa8 noto se anche questa suddivisione avesse una connotazione religiosa."
"Le Baccanti (in greco antico \xce\x92\xce\xac\xce\xba\xcf\x87\xce\xb1\xce\xb9 / B\xc3\xa1kchai) \xc3\xa8 una tragedia di Euripide, scritta mentre l'autore era alla corte di Archelao, re di Macedonia, tra il 407 ed il 406 a.C. Euripide mor\xc3\xac pochi mesi dopo averla completata.L'opera fu rappresentata ad Atene pochi anni dopo, probabilmente nel 403 a.C., sotto la direzione del figlio (o nipote) dell'autore, chiamato anch'egli Euripide. Venne messa in scena nell'ambito di una trilogia che comprendeva anche Alcmeone a Corinto (oggi perduta) e Ifigenia in Aulide. Tale trilogia di opere frutt\xc3\xb2 all'autore una vittoria postuma alle Grandi Dionisie di quell'anno."
'La tragedia greca \xc3\xa8 un genere teatrale nato nell\'antica Grecia, la cui messa in scena era, per gli abitanti della Atene classica, una cerimonia di tipo religioso con forti valenze sociali. Sorta dai riti sacri della Grecia e dell\'Asia minore, raggiunse la sua forma pi\xc3\xb9 significativa (o nota) nell\'Atene del V secolo a.C.\nPrecisamente, la tragedia \xc3\xa8 l\'estensione in senso drammatico (ossia secondo criteri prettamente teatrali) di antichi riti in onore di Dioniso, dio dell\'estasi, del vino, dell\'ebbrezza e della liberazione dei sensi. Come tale fu tramandata fino al romanticismo, che apre, molto di pi\xc3\xb9 di quanto non avesse fatto il Rinascimento, la discussione sui generi letterari.\nIl motivo della tragedia greca \xc3\xa8 strettamente connesso con l\'epica, ossia il mito, ma dal punto di vista della comunicazione la tragedia sviluppa mezzi del tutto nuovi: il mythos (\xce\xbc\xe1\xbf\xa6\xce\xb8\xce\xbf\xcf\x82, "parola", "racconto") si fonde con l\'azione, cio\xc3\xa8 con la rappresentazione diretta (\xce\xb4\xcf\x81\xe1\xbe\xb6\xce\xbc\xce\xb1, "dramma", deriva da \xce\xb4\xcf\x81\xe1\xbd\xb0\xcf\x89, "agire"), in cui il pubblico vede con i propri occhi i personaggi che compaiono come entit\xc3\xa0 distinte che agiscono autonomamente sulla scena (\xcf\x83\xce\xba\xce\xb7\xce\xbd\xce\xae, in origine il tendone dei banchetti), provvisti ciascuno di una propria dimensione psicologica.\nI pi\xc3\xb9 importanti e riconosciuti autori di tragedie furono Eschilo, Sofocle ed Euripide, che affrontarono i temi pi\xc3\xb9 sentiti della Grecia del V secolo a.C.\nUno dei problemi storici nell\'accostarsi alla tragedia greca \xc3\xa8 il constatare che, malgrado sia noto (e intuibile dalla straordinaria diffusione dei teatri nelle citt\xc3\xa0 greche, soprattutto dopo il IV secolo a.C.) che i greci amassero il teatro, in particolare quello tragico, sono pochissimi i testi giunti intatti sino a noi (ad esempio su 79 opere di Eschilo di cui si conosce il titolo ne sono oggi rimaste solo 7). Possiamo immaginare che esistessero molti autori a noi ignoti fuori da Atene, cos\xc3\xac come diversi autori (ateniesi e non) sono conosciuti solo per il loro nome. Sappiamo che alcuni autori ateniesi (come Eschilo) erano conosciuti, amati e rappresentati anche a Siracusa, ma non sappiamo come procedesse la diffusione delle opere teatrali ateniesi fuori da quella citt\xc3\xa0, n\xc3\xa9 se ad Atene si rappresentassero anche opere di provenienza straniera. La nostra conoscenza del dramma greco va quindi considerata incompleta e soggetta a pericolose strozzature nella trasmissione delle fonti, forse anche di carattere ideologico (alcuni tragici greci erano partigiani della democrazia ateniese e molti politicamente impegnati, anche contro la democrazia, con un conseguente forte rischio di censura dopo la fine di quell\'esperienza politica, un fenomeno che potrebbe essersi ripetuto anche in altre realt\xc3\xa0).'
'Alla domanda da dove inizi veramente la poesia italiana del Novecento, molti critici letterari hanno dato differenti e contrastanti risposte in virt\xc3\xb9, o a causa, della difficolt\xc3\xa0 nel tracciare una linea netta di demarcazione.\nTuttavia la predominanza dei temi dell\'Io, nell\'intimismo di Giovanni Pascoli e nell\'estetismo di Gabriele D\'Annunzio segnarono un irreversibile cambiamento rispetto alla poesia "pubblica" e dichiarativa di Giosu\xc3\xa8 Carducci.\nLa nuova poesia viene situata, perci\xc3\xb2, da una parte della critica letteraria, nell\'area che accoglie il linguaggio e i temi del decadentismo influenzato da entrambe le grandi figure del passaggio di secolo italiano.\nPi\xc3\xb9 tardi le esperienze crepuscolari di Guido Gozzano, da un lato, e le opposte dei futuristi proseguono, accentuandole nella sperimentalit\xc3\xa0 le due vie personaliste di Pascoli e D\'Annunzio, identificando cos\xc3\xac una linea separatrice di frattura con la passata tradizione letteraria sia dal punto di vista delle tematiche, sia del linguaggio.\nLa maggior parte della critica (secondo il criterio seguito fino alla fine degli agli anni cinquanta) stabilir\xc3\xa0 gli elementi innovativi della poesia del Novecento a partire da Giuseppe Ungaretti, seguendo una linea che condurrebbe dai "vociani" all\'apertura della grande stagione degli "ermetici".\nE certamente \xc3\xa8 centrale nel cuore del \'900 la vicenda dell\'ermetismo segnata da figure di livello mondiale come Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale. Altri ermetici importanti: Alfonso Gatto e Mario Luzi.\nPi\xc3\xb9 appartata la scrittura di Corrado Govoni come, pi\xc3\xb9 tardi, le maggiori figure di Umberto Saba e Sandro Penna e con il suo musicale rimario Giorgio Caproni. Tra i temi pi\xc3\xb9 significativi della poesia del secondo Novecento, pur nell\'estrema variet\xc3\xa0 che la caratterizza, \xc3\xa8 opportuno menzionare invece l\'impegno sia etico sia civile, che nasce anche dalla meditazione dei mali e degli orrori della prima e soprattutto della seconda guerra mondiale; \xc3\xa8 prioritario riferirsi a Pier Paolo Pasolini, ad Edoardo Sanguineti a Roberto Roversi. Andrea Zanzotto autore di straordinaria cultura e intensa compartecipazione alla vicenda umana e al segno del decadere dell\'ambiente, \xc3\xa8 stato un punto di contatto fra le maggiori figure del secolo. Salvatore Quasimodo, assurto a fama internazionale per l\'assegnazione del Nobel, che pi\xc3\xb9 tardi andr\xc3\xa0 anche a Montale, attravers\xc3\xb2 diverse tonalit\xc3\xa0, dal lirismo classicheggiante ad un neorealismo di chiara testimonianza politica. Meno note ma certamente significative le figure di Elio Fiore e alla fine del Novecento di Gregorio Scalise e Davide Ferrari partiti da un riferimento alle avanguardie degli anni \'60 e \'70, poi capaci di svolgere una vena di pi\xc3\xb9 intensa riflessione sulle grandi prove della storia. Vicini a Pasolini, Dario Bellezza e Paolo Volponi; a Sanguineti, Elio Pagliarani, Nanni Balestrini e Giuseppe Guglielmi; ed a Saba, sia pure con un maggiore inserimento nel linguaggio poetico novecentesco, Giovanni Giudici.\nAutrice di continua produzione poetica, sempre legata all\'immediata narrazione di un animo profondamente segnato dalle esperienze di vita, Alda Merini, poetessa particolarmente amata anche dal pubblico pi\xc3\xb9 vasto. Oggi la poesia italiana cade in una profonda crisi editoriale e di attenzione da parte del pubblico e, pur l\'Italia il paese con il maggior numero di edizioni di genere, \xc3\xa8 il paese europeo dove si acquistano meno volumi di poesia in Europa. Segnaliamo la poesia di strada, come movimento di rinnovamento, contemporaneo e di rilancio per il grande pubblico della poesia italiana.\n\n'