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Edizione: 2. ed
Pubblicazione: Milano : Bompiani, 1985
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ITA, Paese: it
'Il De bello Gallico (in italiano "Sulla guerra gallica") \xc3\xa8 lo scritto pi\xc3\xb9 conosciuto di Gaio Giulio Cesare, generale, politico e scrittore romano del I secolo a.C. In origine, era probabilmente intitolato C. Iulii Caesaris commentarii rerum gestarum, mentre il titolo con cui \xc3\xa8 oggi noto \xc3\xa8 un\'aggiunta successiva, finalizzata a distinguere questi resoconti da quelli degli eventi successivi. Cesare visse in prima persona tutte le vicende riguardanti la conquista della Gallia.\nUomo di grande cultura, appassionato di arte e filosofia, descrisse minuziosamente la sua campagna militare, inserendo nella narrazione molte curiosit\xc3\xa0 sugli usi e sui costumi delle trib\xc3\xb9 barbariche con cui veniva a contatto, oltre a tentare, nello stesso tempo, di difendere il proprio operato. Non si potr\xc3\xa0 dunque ritenerla un\'opera davvero rigorosa dal punto di vista storico, proprio perch\xc3\xa9 in parte autobiografica, anche se l\'aspetto stilisticamente semplice (e perfino talora volutamente trasandato) potrebbe far pensare a una raccolta di burocratici rapporti al Senato.\n\n'
"I Commentarii (nella forma singolare Commentarius) sono un gruppo di opere che la filologia attesta\nal generale e politico Gaio Giulio Cesare durante le sue campagne militari. Si tratta di opere a stampo storiografico - etnografico basate sulle varie battaglie intraprese da Cesare contro i popoli conquistati (Africani-Galli), sia di stampo didattico e descrittivo riguardo agli usi e ai costumi di tali popolazioni. Eccezione fatta per il De bello civili, riguardante la guerra di Cesare contro Pompeo Magno.\nLe due opere in commentario maggiori di Cesare sono i Commentarii de bello Gallico (La guerra gallica) e i Commentarii de bello civili (La guerra civile), ambedue incluse nel Corpus Caesarianum, raccolta di tutte le opere di Cesare curata dall'amico e luogotenente Aulo Irzio. L'opera include inoltre i titoli delle campagne minori di Cesare : Anticato, Bellum Africum, Bellum Alexandrinum, Bellum Hispaniense.\n\n"
'Il latino o lingua latina \xc3\xa8 una lingua indoeuropea appartenente al gruppo delle lingue latino-falische. Veniva parlata nel Lazio (L\xc4\x83t\xc4\xadum in latino) almeno dagli inizi del I millennio a.C.'
"Galli era il nome con cui i Romani indicavano i Celti che abitavano in epoca antica la regione della Gallia, corrispondente perlopi\xc3\xb9 all'area centrale della Francia, alla parte nord-occidentale della Svizzera, alla Germania lungo la riva occidentale del Reno e comprendente, in epoca repubblicana, anche la maggior parte dell'Italia settentrionale a nord del fiume Esino (denominata pure Gallia togata, Gallia cisalpina, o, in et\xc3\xa0 cesariana, citerior Provincia).\nNel corso del II secolo a.C. vennero definitivamente inglobati nello stato romano sia i Galli dell'Italia settentrionale sia quelli di gran parte dell'attuale Mezzogiorno francese. Politicamente disomogenei, frazionati in varie trib\xc3\xb9 tra loro spesso in conflitto, i Galli rimasti ancora indipendenti si sottomisero a Roma solo nel 51 a.C., a seguito di una serie di campagne condotte da Giulio Cesare. Tali campagne, protrattesi per sette anni, furono lunghe e sanguinose, costellate da episodi di eroismo da entrambe le parti e contraddistinte dalla tenace resistenza opposta dai Galli ai propri avversari, soprattutto quando, sotto la pressione della minaccia romana, seppero trovare una guida riconosciuta nella figura di Vercingetorige. Successivamente vennero ripartiti in varie province romane e sottoposti a un intenso processo di latinizzazione."
"Gaio Giulio Cesare (in latino: Gaius Iulius Caesar, AFI: [\xcb\x88gaj.j\xca\x8as \xcb\x88ju\xcb\x90.l\xc9\xaa.\xca\x8as \xcb\x88ka\xc9\x9b\xcc\xaf.sar]; nelle epigrafi C\xc2\xb7IVLIVS\xc2\xb7C\xc2\xb7F\xc2\xb7CAESAR e DIVVS IVLIVS; in greco antico: \xce\x93\xce\xac\xcf\x8a\xce\xbf\xcf\x82 \xe1\xbc\xb8\xce\xbf\xcf\x8d\xce\xbb\xce\xb9\xce\xbf\xcf\x82 \xce\x9a\xce\xb1\xe1\xbf\x96\xcf\x83\xce\xb1\xcf\x81, G\xc3\xa1\xc3\xafos I\xc3\xbalios Ka\xc3\xaesar; Roma, 13 luglio 101 a.C. o 12 luglio 100 a.C. \xe2\x80\x93 Roma, 15 marzo 44 a.C.) \xc3\xa8 stato un militare, politico, console, dittatore, pontefice massimo, oratore e scrittore romano, considerato uno dei personaggi pi\xc3\xb9 importanti e influenti della storia.Ebbe un ruolo fondamentale nella transizione del sistema di governo dalla forma repubblicana a quella imperiale. Fu dittatore (dictator) di Roma alla fine del 49 a.C., nel 47 a.C., nel 46 a.C. con carica decennale e dal 44 a.C. come dittatore perpetuo, e per questo ritenuto da Svetonio il primo dei dodici Cesari, in seguito sinonimo di imperatore romano. Con la conquista della Gallia estese il dominio della res publica romana fino all'oceano Atlantico e al Reno; port\xc3\xb2 gli eserciti romani a invadere per la prima volta la Britannia e la Germania e a combattere in Spagna, Grecia, Egitto, Ponto e Africa.\nIl primo triumvirato, l'accordo privato per la spartizione del potere con Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso, segn\xc3\xb2 l'inizio della sua ascesa. Dopo la morte di Crasso (Carre, 53 a.C.), Cesare si scontr\xc3\xb2 con Pompeo e la fazione degli optimates per il controllo dello stato. Nel 49 a.C., di ritorno dalla Gallia, guid\xc3\xb2 le sue legioni attraverso il Rubicone, pronunciando le celebri parole \xc2\xabalea iacta est\xc2\xbb, e scaten\xc3\xb2 la guerra civile, con la quale divenne capo indiscusso di Roma: sconfisse Pompeo a Farsalo (48 a.C.) e successivamente gli altri optimates, tra cui Catone l'Uticense, in Africa e in Spagna.\nCon l'assunzione della dittatura a vita diede inizio a un processo di radicale riforma della societ\xc3\xa0 e del governo, riorganizzando e centralizzando la burocrazia repubblicana. Il suo operato provoc\xc3\xb2 la reazione dei conservatori, finch\xc3\xa9 un gruppo di senatori, capeggiati da Marco Giunio Bruto, Gaio Cassio Longino e Decimo Bruto, cospir\xc3\xb2 contro di lui uccidendolo, alle Idi di marzo del 44 a.C. (15 marzo 44). Nel 42 a.C., appena due anni dopo il suo assassinio, il Senato lo deific\xc3\xb2 ufficialmente, elevandolo a divinit\xc3\xa0. L'eredit\xc3\xa0 riformatrice e storica di Cesare fu quindi raccolta da Ottaviano Augusto, suo pronipote e figlio adottivo.Le campagne militari e le azioni politiche di Cesare sono da lui stesso dettagliatamente raccontate nei Commentarii de bello Gallico e nei Commentarii de bello civili. Numerose notizie sulla sua vita sono presenti negli scritti di Appiano di Alessandria, Svetonio, Plutarco, Cassio Dione e Strabone. Altre informazioni possono essere rintracciate nelle opere di autori suoi contemporanei, come nelle lettere e nelle orazioni del suo rivale politico Cicerone, nelle poesie di Catullo e negli scritti storici di Sallustio."