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Pubblicazione: Firenze : Le Lettere, 2015
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'La seconda guerra mondiale vide contrapporsi, tra il 1939 e il 1945, le cosiddette potenze dell\'Asse e gli Alleati che, come gi\xc3\xa0 accaduto ai belligeranti della prima guerra mondiale, si combatterono su gran parte del pianeta; il conflitto ebbe inizio il 1\xc2\xba settembre 1939 con l\'attacco della Germania nazista alla Polonia e termin\xc3\xb2, nel teatro europeo, l\'8 maggio 1945 con la resa tedesca e, in quello asiatico, il successivo 2 settembre con la resa dell\'Impero giapponese dopo i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.\nConsiderato il pi\xc3\xb9 grande conflitto armato della storia, cost\xc3\xb2 all\'umanit\xc3\xa0 sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri, con una stima totale di morti che oscilla tra i 55 e i 60 milioni di individui; le popolazioni civili si trovarono coinvolte nelle operazioni in una misura sino ad allora sconosciuta, e furono anzi bersaglio dichiarato di bombardamenti, rappresaglie, persecuzioni, deportazioni e stermini. In particolare, il Terzo Reich port\xc3\xb2 avanti con metodi ingegneristici l\'Olocausto per annientare, tra gli altri, le popolazioni di origine o etnia ebraica, perseguendo anche una politica di riorganizzazione etnico-politica dell\'Europa centro-orientale che prevedeva la distruzione o deportazione di intere popolazioni slave, degli zingari e di tutti coloro che il regime nazista riteneva "indesiderabili" o nemici della razza ariana.\nAl termine della guerra, l\'Europa, ridotta a un cumulo di macerie, complet\xc3\xb2 il processo di involuzione iniziato con la prima guerra mondiale e perse definitivamente il primato politico-economico mondiale, che fu assunto in buona parte dagli Stati Uniti d\'America. Ad essi si contrappose l\'Unione Sovietica, l\'altra grande superpotenza forgiata dal conflitto, in un teso equilibrio geopolitico internazionale che fu definito poi guerra fredda. Le immani distruzioni della guerra portarono alla nascita dell\'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), avvenuta al termine della Conferenza di San Francisco il 26 giugno 1945.'
"Per storia dell'Europa si intende convenzionalmente la storia dell'omonimo continente e dei popoli che l'hanno abitato e che lo abitano.\nIn un'accezione pi\xc3\xb9 ristretta per storia dell'Europa si intende invece la storia dell'Unione europea, dalla creazione della Comunit\xc3\xa0 economica europea con i trattati di Roma (1957) fino a oggi.\n\n"
'Il fronte italiano (in tedesco Italienfront o S\xc3\xbcdwestfront, "fronte sud-occidentale") comprende l\'insieme delle operazioni belliche combattute tra il Regno d\'Italia e i suoi Alleati contro le armate di Austria-Ungheria e Germania nel settore delimitato dal confine con la Svizzera e dalle rive settentrionali del Golfo di Venezia parte dei pi\xc3\xb9 ampi eventi della prima guerra mondiale. Il conflitto \xc3\xa8 conosciuto in Italia anche con il nome di "guerra italo-austriaca", o "quarta guerra d\'indipendenza".\nDopo aver stipulato un patto di alleanza con le potenze della Triplice intesa e aver abbandonato lo schieramento della Triplice alleanza, l\'Italia dichiar\xc3\xb2 guerra all\'Austria-Ungheria il 23 maggio 1915, iniziando le operazioni belliche il giorno dopo: il fronte di contatto tra i due eserciti si snod\xc3\xb2 nell\'Italia nord-orientale, lungo le frontiere alpine e la regione del Carso. Nella prima fase del confronto le forze italiane, guidate dal capo di stato maggiore dell\'esercito generale Luigi Cadorna, lanciarono una serie di massicce offensive frontali contro le difese austro-ungariche nella regione del fiume Isonzo, tenute dall\'armata del generale Svetozar Borojevi\xc4\x87 von Bojna, mentre operazioni di minor portata prendevano vita sui rilievi alpini e in particolare nella zona delle Dolomiti.\nIl conflitto si trasform\xc3\xb2 ben presto in una sanguinosa guerra di trincea, simile a quella che si stava combattendo sul fronte occidentale: la lunga serie di battaglie sull\'Isonzo non port\xc3\xb2 agli italiani che miseri guadagni territoriali al prezzo di forti perdite tra le truppe, ben presto spossate e demoralizzate dall\'andamento delle operazioni. Le forze austro-ungariche si limitarono a difendersi lanciando contrattacchi limitati, fatta eccezione per la massiccia offensiva sull\'Altopiano di Asiago nel maggio-giugno 1916, bloccata dagli italiani.\nLa situazione sub\xc3\xac un brusco cambiamento nell\'ottobre 1917, quando un\'improvvisa offensiva degli austro-tedeschi nella zona di Caporetto port\xc3\xb2 a uno sfondamento delle difese italiane e a un repentino crollo di tutto il fronte: il Regio Esercito fu costretto a una lunga ritirata fino alle rive del fiume Piave, lasciando in mano al nemico il Friuli e il Veneto settentrionale oltre a centinaia di migliaia di prigionieri. Passate alla guida del generale Armando Diaz e rinforzate da truppe franco-britanniche, le forze italiane riuscirono per\xc3\xb2 a consolidare un nuovo fronte lungo il Piave, bloccando l\'offensiva degli Imperi centrali. Dopo aver respinto un nuovo tentativo degli austro-ungarici di forzare la linea del Piave nel giugno 1918, le forze degli Alleati passarono alla controffensiva alla fine dell\'ottobre 1918: nel corso della cosiddetta battaglia di Vittorio Veneto le forze austro-ungariche furono messe in rotta, sfaldandosi nel corso della ritirata.\nIl 3 novembre l\'Impero austro-ungarico chiese e sigl\xc3\xb2 l\'armistizio di Villa Giusti che, entrato in vigore il 4 novembre, segn\xc3\xb2 la conclusione delle ostilit\xc3\xa0.\n\n'
"La battaglia di Vittorio Veneto o terza battaglia del Piave fu l'ultimo scontro armato tra Italia e Impero austro-ungarico nel corso della prima guerra mondiale. Si combatt\xc3\xa9 tra il 24 ottobre e il 4 novembre 1918 nella zona tra il fiume Piave, il Massiccio del Grappa, il Trentino e il Friuli e segu\xc3\xac di pochi mesi la fallita offensiva austriaca del giugno 1918 che non era riuscita a infrangere la resistenza italiana sul Piave e sul Grappa e si era conclusa con un grave indebolimento della forza e della capacit\xc3\xa0 di combattimento dell'Imperial regio Esercito.\nL'attacco decisivo italiano, fortemente sollecitato dagli alleati che erano gi\xc3\xa0 passati all'offensiva generale sul fronte occidentale, ebbe inizio solo il 24 ottobre 1918 mentre l'Impero austro-ungarico dava gi\xc3\xa0 segno di disfacimento a causa delle crescenti tensioni politico-sociali tra le numerose nazionalit\xc3\xa0 presenti nello stato asburgico, e mentre erano in corso tentativi di negoziati per una sospensione delle ostilit\xc3\xa0.\nLa battaglia di Vittorio Veneto fu caratterizzata da una fase iniziale duramente combattuta, durante la quale l'esercito austro-ungarico fu ancora in grado di opporre valida resistenza sia sul Piave sia nel settore del Monte Grappa, a cui segu\xc3\xac un improvviso e irreversibile crollo della difesa, con la progressiva disgregazione dei reparti e defezioni tra le minoranze nazionali, che favorirono la rapida avanzata finale dell'esercito italiano fino a Trento e Trieste.\nLa sera del 3 novembre 1918, con entrata in vigore alle ore 15:00 del giorno successivo, fu firmato l'armistizio di Villa Giusti che sanc\xc3\xac la fine dell'Impero austro-ungarico e la vittoria dell'Italia nel primo conflitto mondiale."
'La Resistenza italiana, semplicemente Resistenza, anche detta Resistenza partigiana o Secondo Risorgimento, fu l\'insieme di movimenti politici e militari che in Italia dopo l\'armistizio di Cassibile si opposero al nazifascismo nell\'ambito della guerra di liberazione italiana.\nNella Resistenza vanno individuate le origini stesse della Repubblica Italiana: l\'Assemblea Costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al Comitato di Liberazione Nazionale e che, a guerra finita, scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai princ\xc3\xacpi della democrazia e dell\'antifascismo.\nIl movimento della Resistenza \xe2\x80\x93 inquadrabile storicamente nel pi\xc3\xb9 ampio fenomeno europeo della resistenza all\'occupazione nazifascista \xe2\x80\x93 fu caratterizzato in Italia dall\'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici), in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), i cui partiti componenti avrebbero pi\xc3\xb9 tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra.\nIl periodo storico in cui il movimento fu attivo ha inizio dopo l\'armistizio dell\'8 settembre 1943 (il CLN fu fondato a Roma il 9 settembre), e termina nei primi giorni del maggio 1945, durando quindi venti mesi circa. La scelta di celebrare la fine di quel periodo con il 25 aprile 1945 fa riferimento alla data dell\'appello diramato dal CLNAI per l\'insurrezione armata della citt\xc3\xa0 di Milano, sede del comando partigiano dell\'Alta Italia. Alcuni storici hanno evidenziato pi\xc3\xb9 aspetti contemporaneamente presenti all\'interno del fenomeno della Resistenza: "guerra patriottica" e lotta di liberazione da un invasore straniero; insurrezione popolare spontanea; "guerra civile" tra antifascisti e fascisti, collaborazionisti con i tedeschi; "guerra di classe" con aspettative rivoluzionarie soprattutto da parte di alcuni gruppi partigiani socialisti e comunisti.\n\n'
"Per storia dell'Europa si intende convenzionalmente la storia dell'omonimo continente e dei popoli che l'hanno abitato e che lo abitano.\nIn un'accezione pi\xc3\xb9 ristretta per storia dell'Europa si intende invece la storia dell'Unione europea, dalla creazione della Comunit\xc3\xa0 economica europea con i trattati di Roma (1957) fino a oggi.\n\n"