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Pubblicazione: Milano : Sotheby's, [2002?]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Vincent Willem van Gogh ([\xcb\x88\xca\x8b\xc9\xaans\xc9\x9bnt \xcb\x88\xca\x8b\xc9\xaal\xc9\x9bm f\xc9\x91n \xcb\x88\xc9\xa3\xc9\x94x] ; Zundert, 30 marzo 1853 \xe2\x80\x93 Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890) \xc3\xa8 stato un pittore olandese.\nFu autore di quasi novecento dipinti e di pi\xc3\xb9 di mille disegni, senza contare i numerosi schizzi non portati a termine e i tanti appunti destinati probabilmente all'imitazione di disegni artistici di provenienza giapponese. Tanto geniale quanto incompreso se non addirittura disprezzato in vita, Van Gogh influenz\xc3\xb2 profondamente l'arte del XX secolo; dopo aver trascorso molti anni soffrendo di frequenti disturbi mentali, mor\xc3\xac all'et\xc3\xa0 di soli trentasette anni.Inizi\xc3\xb2 a disegnare da bambino nonostante le critiche del padre, pastore protestante che continu\xc3\xb2 ad impartirgli delle norme severe; continu\xc3\xb2 comunque a disegnare finch\xc3\xa9 non decise di diventare un pittore vero e proprio. Inizi\xc3\xb2 a dipingere tardi, all'et\xc3\xa0 di ventisette anni, realizzando molte delle sue opere pi\xc3\xb9 note nel corso degli ultimi due anni di vita. I suoi soggetti consistevano in autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi, rappresentazione di campi di grano e girasoli. La sua formazione si deve all'esempio del realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon e del messaggio etico e sociale di Jean-Fran\xc3\xa7ois Millet.\n\n"
"I Longobardi furono una popolazione germanica, protagonista tra il II e il VI secolo di una lunga migrazione che la port\xc3\xb2 dal basso corso dell'Elba fino all'Italia. Il movimento migratorio ebbe inizio nel II secolo, ma soltanto nel IV l'intero popolo avrebbe lasciato il basso Elba; durante lo spostamento, avvenuto risalendo il corso del fiume, i Longobardi approdarono prima al medio corso del Danubio (fine V secolo), poi in Pannonia (V secolo), dove consolidarono le proprie strutture politiche e sociali, si convertirono parzialmente al cristianesimo ariano e inglobarono elementi etnici di varia origine, principalmente germanici.\nEntrati a contatto con il mondo bizantino e la politica dell'area mediterranea, nel 568, guidati da Alboino, si insediarono in Italia, dove diedero vita a un regno indipendente che estese progressivamente il proprio dominio sulla maggior parte del territorio italiano continentale e peninsulare. Il dominio longobardo fu articolato in numerosi ducati, che godevano di una marcata autonomia rispetto al potere centrale dei sovrani insediati a Pavia; nel corso dei secoli, tuttavia, grandi figure di sovrani come Autari, Agilulfo (VI secolo), Rotari, Grimoaldo (VII secolo), Liutprando, Astolfo e Desiderio (VIII secolo) estesero progressivamente l'autorit\xc3\xa0 del re, conseguendo un rafforzamento delle prerogative regie e della coesione interna del regno. Il Regno longobardo, che tra il VII e l'inizio dell'VIII secolo era arrivato a rappresentare una potenza di rilievo europeo, cess\xc3\xb2 di essere un organismo autonomo nel 774, a seguito della sconfitta subita a opera dei Franchi guidati da Carlo Magno.\nNel corso dei secoli, i Longobardi, inizialmente casta militare rigidamente separata dalla massa della popolazione romanica, si integrarono progressivamente con il tessuto sociale italiano, grazie all'emanazione di leggi scritte in latino (Editto di Rotari, 643), alla conversione al cattolicesimo (fine VII secolo) e allo sviluppo, anche artistico, di rapporti sempre pi\xc3\xb9 stretti con le altre componenti socio-politiche della Penisola (bizantine e romane). La contrastata fusione tra l'elemento germanico longobardo e quello romanico pose le basi, secondo il modello comune alla maggior parte dei regni latino-germanici altomedievali, per la nascita e lo sviluppo della societ\xc3\xa0 italiana dei secoli successivi.\n\n"
'Ancona (AFI: /an\xcb\x88kona/, ; Ancona in anconitano) \xc3\xa8 un comune italiano di 98 866 abitanti, capoluogo della provincia omonima e delle Marche. Affacciata sul mar Adriatico, possiede uno dei maggiori porti italiani. Citt\xc3\xa0 d\'arte ricca di monumenti e con 2400 anni di storia, \xc3\xa8 uno dei principali centri economici della regione, oltre che suo principale centro urbano per dimensioni e popolazione.\nProtesa verso il mare, la citt\xc3\xa0 sorge su un promontorio a forma di gomito piegato, che protegge il pi\xc3\xb9 ampio porto naturale dell\'Adriatico centrale. I Greci di Siracusa, che fondarono la citt\xc3\xa0 nel 387 a.C., notarono la forma di questo promontorio e per questo motivo chiamarono la nuova citt\xc3\xa0 \xe1\xbc\x88\xce\xb3\xce\xba\xcf\x8e\xce\xbd, Ank\xc3\xb3n, che in greco significa "gomito".\nL\'origine greca di Ancona \xc3\xa8 ricordata dall\'appellativo con la quale \xc3\xa8 conosciuta: la "citt\xc3\xa0 dorica".\n\n'
"Pitture nere (1819-1823) \xc3\xa8 il nome dato a una serie di quattordici opere murali di Francisco de Goya, dipinte con la tecnica dell'olio su muro su pareti ricoperte di gesso. Sono state create come decorazione delle pareti della Quinta del Sordo, una casa da lui acquistata a Madrid nel febbraio del 1819. Questi murali sono stati trasferiti su tela nel 1874, e attualmente sono conservati nel Museo del Prado di Madrid.\nL'insieme di dipinti, ai quali Goya non diede titolo, fu catalogato nel 1828 da Antonio de Brugada, amico di Goya, che li denomin\xc3\xb2 come segue: Atropo, Due uomini anziani, Due vecchi che mangiano, Duello rusticano, Il sabba delle streghe, La lettura, Giuditta e Oloferne, Il pellegrinaggio a San Isidro, Due donne e un uomo, Pellegrinaggio alla fontana di San Isidro, Cane interrato nella rena, Saturno che divora i suoi figli, La Leocadia, Visione fantastica.\nNel 1823 la casa con i dipinti pass\xc3\xb2 ad essere di propriet\xc3\xa0 di Mariano Goya, suo nipote, che ebbe il compito di preservarla da possibili ritorsioni dopo il ripristino della monarchia assoluta e la repressione dei liberali condotte da Ferdinando VII di Spagna. L'esistenza delle Pitture nere rimase scarsamente conosciuta per circa 50 anni, fin quando, nel 1874, il banchiere franco-tedesco \xc3\x89mile Baron d'Erlanger, nuovo possessore della Quinta, ne ordin\xc3\xb2 il trasferimento su tela col fine di esporle all'Esposizione Universale di Parigi del 1878. Nel 1881 fu lo stesso banchiere a donarle al Museo del Prado, dove sono attualmente esposte.\n\n"