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Pubblicazione: Livorno : Sillabe, [2006]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Il duomo di Milano, ufficialmente cattedrale metropolitana della Nativit\xc3\xa0 della Beata Vergine Maria (D\xc3\xb2mm de Milan in dialetto milanese, IPA: [\xcb\x88d\xc9\x94m de mi\xcb\x88l\xc3\xa3\xcb\x90]), \xc3\xa8 la cattedrale dell'arcidiocesi di Milano. Simbolo del capoluogo lombardo, e situato nell'omonima piazza al centro della metropoli, \xc3\xa8 dedicata a santa Maria Nascente. \xc3\x88 la chiesa pi\xc3\xb9 grande d'Italia (la basilica di San Pietro, pi\xc3\xb9 grande, \xc3\xa8 infatti nel territorio della Citt\xc3\xa0 del Vaticano), la terza nel mondo per superficie, la sesta per volume. \xc3\x88 sede della parrocchia di Santa Tecla nel duomo di Milano."
"L'architettura neoclassica in Italia si svilupp\xc3\xb2 a partire dalla seconda met\xc3\xa0 del XVIII secolo nel contesto dei piccoli stati spesso in contrasto tra loro e dominati da potenze straniere. Tale situazione perdur\xc3\xb2 sino all'istituzione del Regno d'Italia con Vittorio Emanuele II di Savoia.\nPer questo motivo il Neoclassicismo non si afferm\xc3\xb2 uniformemente su tutto il territorio; l'assenza di una cultura unitaria e le difficolt\xc3\xa0 economiche che gravano sulla penisola italiana nel Settecento ridussero la crescita in ambito urbanistico ed architettonico.All'inizio dello stesso secolo si era manifestata una breve, ma straordinaria, stagione tardobarocca: a Roma, si erano realizzati monumenti come piazza di Spagna, Fontana di Trevi e piazza Sant'Ignazio, mentre in Piemonte erano all'opera Filippo Juvarra e Bernardo Antonio Vittone. L'attivit\xc3\xa0 si era poi spostata nel Regno di Napoli, dove Ferdinando Fuga e Luigi Vanvitelli erano stati chiamati a innalzare rispettivamente il Real Albergo dei Poveri e la Reggia di Caserta; in particolare, la Reggia, malgrado all'esterno accenni a una certa contenutezza neoclassica, \xc3\xa8 ritenuta l'ultima grande realizzazione e incarnazione della migliore tradizione del Barocco italiano.\nL'affermazione del Neoclassicismo fu pertanto lenta e faticosa, e risent\xc3\xac essenzialmente di apporti stranieri, in particolare francesi.A questo quadro d'insieme si aggiunge lo scarso interesse degli studiosi nei confronti dell'architettura neoclassica italiana, che per molto tempo ne ha limitato un esame approfondito e sereno. Malgrado le difficolt\xc3\xa0 generate dal contesto socio-politico, il Neoclassicismo in Italia produsse numerose opere notevoli. Studi pi\xc3\xb9 recenti hanno infatti evidenziato i tratti distintivi, le peculiarit\xc3\xa0 e, per certi versi, i caratteri unitari della produzione italiana, nelle sue varianti regionali o addirittura locali, nel contesto di quel policentrismo che ancora caratterizzava la Penisola tra il Settecento e l'Ottocento.\n\n"
"L'Accademia di belle arti Tadini si trova a Lovere (in provincia di Bergamo, Italia) \xc3\xa8 una preziosa testimonianza della cultura del neoclassicismo in Italia.\nLa Galleria ospita una prestigiosa raccolta d'arte antica, che comprende tra l'altro un importante nucleo di opere di Antonio Canova: il bozzetto in terracotta della Religione per il Monumento a Papa Clemente XIII, la Stele Tadini e una raccolta di oltre trenta incisioni.\nIl museo espone dipinti di Lorenzo Veneziano, Jacopo Bellini, Francesco Benaglio, Girolamo da Treviso il Vecchio, Paris Bordon, Bernardino Campi, Jacopo Palma il Giovane, Carlo Francesco Nuvolone, Gian Giacomo Barbelli, Tommaso Pombioli, Liberale da Verona, Paolo Farinati, Antonio Balestra, Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, Fra Galgario, Francesco Hayez, oltre a importanti raccolte di bronzetti, disegni e porcellane.\nL'Accademia Tadini fa parte della Rete dell'Ottocento lombardo.\n\n"
"Villa Pisani, detta anche la Nazionale, \xc3\xa8 uno dei pi\xc3\xb9 celebri esempi di villa veneta della Riviera del Brenta; sorge a Stra, in provincia di Venezia, e si affaccia sul Naviglio del Brenta. \xc3\x88 oggi sede di un museo nazionale, che conserva opere d'arte e arredi del Settecento e dell'Ottocento. La villa comprende 168 stanze e copre una superficie di 15.000 metri quadrati.\nSin dal Cinquecento le famiglie pi\xc3\xb9 nobili di Venezia scelsero le rive del fiume Brenta per insediarvi le loro ville. All'inizio, quest'ultime erano legate all'attivit\xc3\xa0 agricola e poi, invece, ridisegnate per assecondare la dilagante \xe2\x80\x9csmania della villeggiatura\xe2\x80\x9d goldoniana.\nLe sponde del fiume, una volta contenuto il problema delle piene che poteva recare danni disastrosi, offrivano ai veneziani una campagna facilmente raggiungibile e coltivabile, ed anche una via d'acqua per i commerci con Padova. Questo binomio determin\xc3\xb2 nel tempo il formarsi di uno dei paesaggi storici veneti pi\xc3\xb9 caratterizzati da importanti ville con giardini, barchesse e broli.\nTra Seicento e Settecento i proprietari di queste si sfidavano per dare enfasi e sfarzo alle ville, ormai viste come la scenografia per le molte feste che vi si tenevano nella bella stagione.\nL'importanza e la fama della Riviera crebbero sia in Italia che in Europa come possono dimostrarlo gli scritti di Padre Vincenzo Coronelli pubblicate nel 1709, di Johann Cristopher Volkamer del 1714 e poi, alla met\xc3\xa0 del secolo dei Lumi, di Giovanni Francesco Costa. I primi due testi trasportano a Stra la prima villa di propriet\xc3\xa0 della stessa famiglia Pisani detta di Santo Stefano.\n\n"