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Pubblicazione: Lucca : Tip. Landi, 1860
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Il papa (detto pi\xc3\xb9 formalmente romano pontefice o sommo pontefice) \xc3\xa8 la pi\xc3\xb9 alta autorit\xc3\xa0 religiosa riconosciuta nella Chiesa cattolica. I suoi trattamenti possono essere santo padre, sua santit\xc3\xa0, santit\xc3\xa0. Il termine deriva dal greco \xcf\x80\xce\xac\xcf\x80\xcf\x80\xce\xb1\xcf\x82 (p\xc3\xa0ppas), a sua volta termine d\xe2\x80\x99influsso latino, espressione familiare per "padre" attestata a partire dal III secolo, contestualmente a un analogo uso fatto per indicare il vescovo di Alessandria, in Egitto.\nSecondo il diritto canonico \xc3\xa8 il vescovo della diocesi di Roma, capo del Collegio dei vescovi, primate d\'Italia, vicario di Cristo e pastore in terra della Chiesa universale, possedendo anche i titoli di sommo pontefice della Chiesa cattolica, nonch\xc3\xa9, a seguito dei Patti Lateranensi, sovrano assoluto dello Stato della Citt\xc3\xa0 del Vaticano. L\'ufficio del papa prende il nome di papato, mentre la sua giurisdizione ha il nome di Santa Sede (o Sede Apostolica) ed \xc3\xa8 ente di diritto internazionale. La particolare preminenza del papa sulla Chiesa cattolica deriva dall\'essere considerato successore dell\'apostolo Pietro, al quale, secondo l\'interpretazione cattolica dei Vangeli, Cristo ha conferito l\'incarico di pastore della Chiesa universale. Pietro, secondo la tradizione, avrebbe retto negli ultimi anni di vita la comunit\xc3\xa0 cristiana di Roma, divenendone il primo vescovo e subendovi il martirio nell\'anno 67.\nCon il nome pontificale di Francesco, dal 13 marzo 2013 il papa \xc3\xa8 Jorge Mario Bergoglio, 266\xc2\xba vescovo di Roma. Secondo i dati della Chiesa cattolica, il Soglio di Pietro ha visto 47 pontefici provenire da oltre gli odierni confini politici italiani.'
"Con il termine poteri universali si definiscono il Papato ed il Sacro Romano Impero bassomedievali, le due massime autorit\xc3\xa0 politiche e spirituali dell'epoca. Si definivano universali poich\xc3\xa9 volevano essere le guide politiche, morali e spirituali dell'intera Cristianit\xc3\xa0 medievale e ritenevano ogni altro potere subordinato al proprio.\nQuesti due poteri, a partire dal Dictatus Papae di papa Gregorio VII (1075), furono sempre in aperto conflitto per ottenere il primato assoluto ed il teatro dello scontro fu quasi sempre la penisola italiana. La lotta si protrasse per circa duecento anni, ma, alla fine, la costituzione delle forti monarchie nazionali e la crisi del Sacro Romano Impero portarono ad un drastico indebolimento di entrambe le parti.\nL'ultimo sogno universalistico, coltivato da Carlo V d'Asburgo, si infranse davanti alla divisione dell'impero ed all'accanita opposizione del pi\xc3\xb9 potente dei nuovi stati nazionali, il Regno di Francia. Contemporaneamente, la supremazia del papato fu messa in discussione dalla Riforma Protestante.\n\n"
"La Donazione di Costantino (in latino: Constitutum Constantini) \xc3\xa8 un documento apocrifo conservato in copia nei Decretali dello Pseudo-Isidoro (IX secolo) e, per interpolazione filologica, nel Decretum Gratiani del giurista Graziano (XII secolo), costituito da un falso editto di Costantino I enunciante concessioni favorevoli al potere della Chiesa di Roma e utilizzato per giustificare la nascita del potere temporale dei pontefici romani.\nIl filologo italiano Lorenzo Valla nel 1440 dimostr\xc3\xb2 in modo inequivocabile che il documento era un falso, facendo notare che il testo era scritto in un latino non riconducibile filologicamente a quello in uso nel corso del IV secolo, e che dunque doveva risalire a un'epoca ben pi\xc3\xb9 prossima alla sua scoperta. La critica storica ha riservato molta attenzione a questo documento; si segnala, ad esempio, come lo storico Federico Chabod dedic\xc3\xb2 a esso varie pagine del suo Lezioni di metodo storico."
'La riforma dell\'XI secolo consiste in una serie di riforme della Chiesa cattolica (pi\xc3\xb9 precisamente, della Chiesa latina), attuate in Europa nel corso dell\'XI secolo. Fin dall\'epoca carolingia i vescovi e gli abati erano stati coinvolti nella gestione del potere pubblico, un coinvolgimento cresciuto a seguito della disgregazione dell\'autorit\xc3\xa0 centrale avvenuta nel corso della prima met\xc3\xa0 del X secolo. Tale situazione si ripercosse fortemente sulla chiesa che and\xc3\xb2 ad attraversare un periodo, detto saeculum obscurum, di forte crisi morale e di indebolimento del papato succube delle famiglie romane. Fenomeni quali la simonia o il nicolaismo erano divenuti oramai consuetudinari. A fronte di ci\xc3\xb2 nacquero alcuni movimenti che miravano al ripristino della moralit\xc3\xa0 e del prestigio della chiesa: le prime avvisaglie si ebbero nel mondo monastico ed in particolare nell\'abbazia di Cluny, fondata nel 910 (o 909), che dette vita alla cosiddetta riforma cluniacense. Grazie al suo prestigio e alla sua autonomia, gli ideali cluniacensi si diffusero in poco tempo in tutta Europa iniziando ad influenzare anche il clero secolare. \nTra i sostenitori della riforma vi fu l\'imperatore Enrico III il Nero, Re dei Romani dal 1039, che nel 1045 intervenne personalmente in una situazione di forte crisi del papato, con ben tre papi che si consideravano legittimi e che si accusavano vicendevolmente di simonia. Enrico depose i tre avversari e fece nominare un papa tedesco, papa Clemente II, al soglio di Pietro a cui seguirono altri papi provenienti d\'Oltralpe. Questo port\xc3\xb2 beneficio al papato, sia perch\xc3\xa9 veniva sottratto al controllo dell\'aristocrazia romana, sia perch\xc3\xa9 in Germania si era soliti nominare vescovi persone di alto valore morale, poich\xc3\xa9 il potere regio contava sulla loro affidabilit\xc3\xa0. Fu proprio grazie a questi papi tedeschi che inizi\xc3\xb2 veramente la riforma della chiesa che venne imposta a tutta la cristianit\xc3\xa0.\nCon la morte di Enrico e la successiva debole reggenza dell\'imperatrice, l\'influenza della corte tedesca sul papato venne messa in crisi, tanto che i papi successivi (di origine tosco-lorenese) furono eletti senza che questa venisse contemplata ma, contestualmente, si assistette anche ad una intensificazione della riforma. Questi papi vollero affermare il primato della Santa Sede sui vescovi e sul clero delle diverse diocesi (e ci\xc3\xb2 cre\xc3\xb2 spesso tensioni con gli episcopati locali), nonch\xc3\xa9 rivendicare le proprie prerogative nei confronti delle autorit\xc3\xa0 civili, prima di tutto l\'imperatore romano-germanico, portando a frizioni con esso. Ma lo scontro pi\xc3\xb9 duro si ebbe con il pontificato di papa Gregorio VII, fervente sostenitore della riforma e del primato papale (le sue idee furono, probabilmente, declinate nel celebre Dictatus papae), che lo vide protagonista di una lotta (conosciuta come "lotta per le investiture") contro il giovane e futuro imperatore Enrico IV. Lo scontro sfoci\xc3\xb2 in episodi drammatici ed inediti quando Enrico arriv\xc3\xb2 a dichiarare deposto Gregorio VII e quest\'ultimo a rispondere scomunicandolo. L\'impegno di Gregorio VII nella difesa degli ideali della riforma fece si che talvolta questa viene conosciuta come riforma gregoriana, un termine spesso utilizzato, con una specie di sineddoche, per designare tutti gli interventi di questa azione riformatrice dell\'XI secolo.\nIl processo di riforma continu\xc3\xb2 anche dopo la morte di Gregorio, avvenuta nel 1085 mentre si trovava in esilio a Salerno, tuttavia con tinte meno dure. I conflitti con l\'Impero si conclusero con il concordato di Worms del 1122 che prevedeva una sorta di compromesso, ma la struttura della chiesa era oramai mutata verso un modello monarchico gerarchicamente strutturato in modo verticistico. Dalla riforma deriv\xc3\xb2 anche una nuova organizzazione del clero tutt\'ora (primo quarto del XXI secolo) in vigore, basata sul celibato e sulla netta separazione tra laici ed ecclesiastici. Oltre ai papi e agli imperatori, la riforma dell\'XI secolo ebbe come protagonisti anche diversi teologi che fornirono le giustificazioni dottrinali al movimento e al rafforzamento della figura del pontefice.\n\n'
"La papessa Giovanna sarebbe stata l'unica figura di papa donna, che avrebbe regnato sulla Chiesa col nome pontificale di Giovanni VIII dall'853 all'855. \xc3\x88 considerata dagli storici alla stregua di un mito o una leggenda medievale, probabilmente originato nel mondo ortodosso antipapale, e poi sicuramente ripresa dal potere temporale francese in conflitto col papato. La leggenda ottenne in Occidente un qualche grado di plausibilit\xc3\xa0 a causa di elementi intriganti contenuti nella storia.\n\n"