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Pubblicazione: Firenze : [s.n.], 1854
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'La Romagna toscana o Romagna fiorentina (in romagnolo Rum\xc3\xa2gna tusch\xc3\xa8na) \xc3\xa8 una regione storica dell\'Italia, compresa nel versante adriatico dell\'Appennino tosco-romagnolo, cos\xc3\xac chiamata perch\xc3\xa9 geograficamente, linguisticamente e culturalmente romagnola, ma storicamente governata, dalla fine del Quattrocento, da Firenze.\nLa Romagna toscana "storica" comprendeva i Comuni di Bagno di Romagna, Dovadola, Galeata, Modigliana, Portico e San Benedetto, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa Sofia, Sorbano, Terra del Sole, Castrocaro, Tredozio, Verghereto, Firenzuola, Marradi, Palazzuolo sul Senio.\nOggi, la Romagna toscana non costituisce una regione amministrativa a s\xc3\xa9, ma \xc3\xa8 confluita in larga parte, nel 1923, nella provincia di Forl\xc3\xac (oggi nell\'Emilia-Romagna), mentre alcuni comuni sono, amministrativamente, in Toscana, in provincia di Firenze (zona oggi conosciuta come Alto Mugello). Oggi i comuni che costituiscono la Romagna toscana sono Firenzuola, Marradi e Palazzuolo sul Senio. Vi rientra inoltre il territorio a nord del Passo della Colla di Casaglia, nel comune di Borgo San Lorenzo (comprendente l\'abitato di Casaglia).\nDella Romagna toscana sono originari anche personaggi storici di rilievo, come il poeta Dino Campana nato a Marradi, il generale dei Camaldolesi ed umanista Ambrogio Traversari, nato a Portico di Romagna, paese d\'origine anche della famiglia Portinari, della famosa Beatrice di dantesca memoria.\n\n'
'La Toscana (AFI: /tos\xcb\x88kana/) \xc3\xa8 una regione italiana a statuto ordinario di 3 676 116 abitanti, situata nell\'Italia centrale, con capoluogo Firenze. Confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l\'Emilia-Romagna, a est con le Marche e l\'Umbria, a sud con il Lazio. Ad ovest, i suoi 397 km di coste continentali sono bagnati dal Mar Ligure nel tratto centro-settentrionale tra Carrara (foce del torrente Parmignola, confine con la Liguria) e il Golfo di Baratti; il Mar Tirreno bagna invece il tratto costiero meridionale tra il promontorio di Piombino e la foce del Chiarone, che segna il confine con il Lazio.Il capoluogo regionale \xc3\xa8 Firenze, la citt\xc3\xa0 pi\xc3\xb9 popolosa (382 000 abitanti), nonch\xc3\xa9 principale fulcro storico, artistico ed economico-amministrativo; le altre citt\xc3\xa0 capoluogo di provincia sono: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Amministra anche le isole dell\'Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola exclave situata entro i confini dell\'Emilia-Romagna, in cui sono situate alcune frazioni del comune di Badia Tedalda.\nIl nome \xc3\xa8 antichissimo e deriva dall\'etnonimo usato dai Latini per definire la terra abitata dagli Etruschi: "Etruria", trasformata poi in "Tuscia" e poi in "Toscana". Anche i confini della odierna Toscana corrispondono in linea di massima a quelli dell\'Etruria antica, che comprendevano anche parti delle attuali regioni Lazio e Umbria, fino al Tevere. Fino al 1861 \xc3\xa8 stata un\'entit\xc3\xa0 indipendente, nota con il nome di Granducato di Toscana con una enclave costituita dalla Repubblica e poi Ducato di Lucca. Da allora ha fatto parte del Regno di Sardegna, del Regno d\'Italia e successivamente della Repubblica Italiana.\nIn epoca granducale aveva anche un inno, composto dal fiorentino Egisto Mosell ed intitolato La Leopolda. La festa regionale, istituita nel 2001, ricorre il 30 novembre, nel ricordo del suddetto giorno del 1786 in cui furono abolite la pena di morte e la tortura nel Granducato di Toscana, primo Ordinamento al mondo ad abolire legalmente la pena di morte.'
"L'Appennino settentrionale \xc3\xa8 una suddivisione della catena montuosa degli Appennini che si estende in Italia settentrionale e in Toscana. Si suddivide nelle sezioni dell'Appennino ligure e dell'Appennino tosco-emiliano; secondo alcune fonti, quest'ultimo comprende l'Appennino tosco-romagnolo. Il suo limite settentrionale \xc3\xa8 il Colle di Cadibona, dove si unisce con la catena alpina. Il suo limite meridionale, a seconda delle fonti, \xc3\xa8 considerato il valico di Bocca Serriola, o quello di Bocca Trabaria o anche l'intera zona compresa tra i due valichi.\n\n"
'Il Granducato di Toscana fu un antico Stato italiano esistito per duecentonovanta anni, tra il 1569 e il 1859, costituito con bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569, dopo la conquista della repubblica di Siena da parte della dinastia dei Medici, reggitori della Repubblica di Firenze, nella fase conclusiva delle guerre d\'Italia del XVI secolo. Fino alla seconda met\xc3\xa0 del XVIII secolo fu uno stato confederale costituito dal Ducato di Firenze (detto "Stato vecchio") e dallo Stato Nuovo di Siena, in unione personale nel granduca. Il titolo traeva origine da quello del Ducato di Tuscia, poi Marca di Tuscia e quindi Margraviato di Toscana, titolo giuridico di governo del territorio di natura feudale in epoca longobarda, franca e post-carolingia.\nDopo l\'estinzione della dinastia medicea, nel 1737 subentr\xc3\xb2 la dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le sorti del granducato sino all\'unit\xc3\xa0 d\'Italia, pur con l\'interruzione dell\'epoca napoleonica. Tra il 1801 ed il 1807, infatti, Napoleone Bonaparte occup\xc3\xb2 la Toscana e l\'assegn\xc3\xb2 alla casata dei Borbone-Parma col nome di regno d\'Etruria. Col crollo dell\'impero napoleonico nel 1814, venne restaurato il granducato. Nel 1859 la Toscana venne occupata dalle truppe del regno di Sardegna e divennero note col nome di Province dell\'Italia Centrale. La Toscana venne formalmente annessa al regno sardo nel 1860, come parte del processo di unificazione nazionale, con un referendum popolare che sfior\xc3\xb2 il 95% dei si.\n\n'
'Con dialetto toscano si intende un insieme di vernacoli (ossia un continuum dialettale) di ceppo romanzo diffuso nell\'area d\'Italia corrispondente all\'attuale regione Toscana, con l\'esclusione delle parlate della Romagna toscana, di quelle della Lunigiana e di quelle dell\xe2\x80\x99area carrarese.Caratteristica principale di tali idiomi \xc3\xa8 quella di essere sostanzialmente parlati; ci\xc3\xb2 garantisce una chiara distinzione dall\'italiano, che da sempre (e soprattutto fino al 1860) \xc3\xa8 stata una lingua quasi esclusivamente scritta, letteraria, aristocratica, parlata dalle \xc3\xa9lite scolarizzate. Il toscano quindi \xc3\xa8 un sistema linguistico allo stesso tempo innovativo (grazie all\'uso vivo), ma anche conservativo, arcaizzante, grazie al suo (ancora oggi forte) legame con le aree pi\xc3\xb9 rurali della regione. \nTradizionalmente, il toscano non era considerato un dialetto italiano data la grande somiglianza con l\'italiano colto di cui, peraltro, \xc3\xa8 la fonte (sia pure modificatasi nel tempo rispetto alla parlata odierna) perch\xc3\xa9 ritenuto, erroneamente, una semplice variante o vernacolo dell\'italiano. \nI primi contributi letterari significativi in toscano risalgono al XIII-XIV secolo con le opere di Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, e successivamente nel XVI secolo con Niccol\xc3\xb2 Machiavelli e Francesco Guicciardini, che conferirono ai parlari toscani la dignit\xc3\xa0 di "lingua letteraria" della penisola. \nAl momento dell\'unificazione dell\'Italia fu scelto come lingua da adoperare ufficialmente, mettendo fine a una secolare discussione, a cui aveva partecipato anche Dante (nel De vulgari eloquentia), che vedeva due fazioni contrapposte, una che sosteneva la nascita di una lingua italiana sulla base di uno dei cosiddetti dialetti e un\'altra che si proponeva di creare una nuova lingua che prendesse il meglio dai vari dialetti. Prese piede agli inizi del XIX secolo proprio la prima corrente, soprattutto grazie al prestigioso parere di Alessandro Manzoni (molto nota \xc3\xa8 la vicenda relativa alla scelta della lingua per la stesura de I promessi sposi e i panni sciacquati in Arno), ma non poche furono le critiche mossegli da chi sosteneva (in primo luogo il glottologo goriziano Graziadio Isaia Ascoli) che il toscano era un dialetto come gli altri e una vera lingua nazionale sarebbe potuta nascere solo dopo l\'incontro tra le varie culture del paese.\n\n'