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Pubblicazione: Firenze : La nuova Italia, 1974
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Federico Fellini (Rimini, 20 gennaio 1920 \xe2\x80\x93 Roma, 31 ottobre 1993) \xc3\xa8 stato un regista, sceneggiatore, fumettista, attore e scrittore italiano.\nConsiderato uno dei maggiori registi della storia del cinema, nell\'arco di quarant\'anni - da Luci del variet\xc3\xa0 del 1950 a La voce della Luna del 1990 - ha "ritratto" in decine di lungometraggi una piccola folla di personaggi memorabili. Definiva se stesso "un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo". Ha lasciato opere ricche di satira e velate di una sottile malinconia, caratterizzate da uno stile onirico e visionario. I titoli dei suoi pi\xc3\xb9 celebri film - I vitelloni, La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8\xc2\xbd e Amarcord - sono diventati dei topoi citati, in lingua originale, in tutto il mondo.\nI suoi film La strada, Le notti di Cabiria, 8\xc2\xbd e Amarcord hanno vinto l\'Oscar al miglior film straniero. Candidato 12 volte al Premio Oscar, per la sua attivit\xc3\xa0 da cineasta gli \xc3\xa8 stato conferito nel 1993 l\'Oscar alla carriera. Ha vinto inoltre due volte il Festival di Mosca (1963 e 1987), la Palma d\'oro al Festival di Cannes nel 1960 e il Leone d\'oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985.'
'Il termine cinema d\'essai viene utilizzato in Italia per riferirsi a tutte quelle sale cinematografiche le cui scelte di cartellone si basano sulla qualit\xc3\xa0 artistica del film. Il nome "cinema d\'essai" deriva dalla qualifica di "Cin\xc3\xa9ma d\'art et d\'essai", (letteralmente "Cinema d\'arte e di prova") che in Francia, fin dagli anni \'40, venne attribuita a quelle sale cinematografiche che proiettavano film non commerciali, di derivazione avanguardista e rivolti ad un pubblico colto. In Italia le sale di cinema d\'essai videro una grande espansione negli anni \'60, dopo che l\'avvento della politica degli autori determin\xc3\xb2 un nuovo modo di pensare il cinema.\n\n'
"Le notti di Cabiria \xc3\xa8 un film del 1957 diretto da Federico Fellini. Il film \xc3\xa8 considerato uno dei migliori della collaborazione tra Fellini e la moglie Giulietta Masina\nLa pellicola ottenne, tra gli altri riconoscimenti, l'Oscar al miglior film straniero nel 1958.\n\n"
"Marcello Mastroianni, all'anagrafe Marcello Vincenzo Domenico Mastroianni (Fontana Liri, 26 settembre 1924 \xe2\x80\x93 Parigi, 19 dicembre 1996), \xc3\xa8 stato un attore italiano.\n\xc3\x88 stato tra gli interpreti italiani pi\xc3\xb9 conosciuti e apprezzati all'estero negli anni sessanta e settanta, soprattutto per i ruoli da protagonista nei film di Federico Fellini e per le pellicole recitate in coppia con Sophia Loren. Capace di destreggiarsi perfettamente sia nei ruoli drammatici che in quelli comici, \xc3\xa8 generalmente affiancato ai grandi della commedia all'italiana Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi.\n\xc3\x88 stato per tre volte candidato all'Oscar al miglior attore: per Divorzio all'italiana (1963), per Una giornata particolare (1978) e per Oci ciornie (1988). Ha vinto 2 Golden Globe, 2 Premi BAFTA, 8 David di Donatello, 8 Nastri d'argento, 5 Globi d'oro e un Ciak d'oro. Come Jack Lemmon e Dean Stockwell, ha ottenuto in 2 diverse occasioni il Prix d'interpr\xc3\xa9tation masculine al Festival di Cannes, nel 1970 per Dramma della gelosia e nel 1987 per Oci ciornie. Ha vinto per 2 volte la Coppa Volpi alla Mostra internazionale d'arte cinematografica per Che ora \xc3\xa8? e Uno, due, tre, stella!. Nel 1990 gli \xc3\xa8 stato conferito il Leone d'oro alla carriera."
"Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudelt\xc3\xa0.\nI Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime.\nQuarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60\xe2\x80\x93m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobriet\xc3\xa0 e la severit\xc3\xa0 repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realt\xc3\xa0:\n\nLa classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festivit\xc3\xa0 religiose o in ricorrenze laiche.\n\n"