Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Pubblicazione: Scandicci : L'Autore Libri Firenze, stampa 2007
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'I massacri delle foibe (in sloveno poboji v fojbah, in croato masakri fojbe, in serbo: m\xd0\xb0\xd1\x81\xd0\xb0\xd0\xba\xd1\x80\xd0\xb8 \xd1\x84\xd0\xbej\xd0\xb1\xd0\xb5 masakri fojbe?) sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti durante la seconda guerra mondiale e nell\'immediato secondo dopoguerra, da parte dei partigiani jugoslavi e dell\'OZNA. Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici, che nella Venezia Giulia sono chiamati "foibe", dove furono gettati molti dei corpi delle vittime. \nPer estensione i termini "foibe" e il neologismo "infoibare" sono diventati sinonimi di uccisioni che in realt\xc3\xa0 furono in massima parte perpetrate in modo diverso: la maggioranza delle vittime mor\xc3\xac nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi. Secondo gli storici Pupo e Spazzali, l\'utilizzo simbolico di questo termine \xc2\xabpu\xc3\xb2 divenire fonte di equivoci qualora si affronti il nodo della quantificazione delle vittime\xc2\xbb, in quanto la differenza tra il numero relativamente ridotto dei corpi materialmente gettati nelle foibe, e quello pi\xc3\xb9 alto degli uccisi nei campi di prigionia, dovrebbe portare a parlare di "deportati" e "uccisi" per indicare tutte le vittime della repressione.\nSi stima che le vittime in Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia siano state, sempre secondo gli storici Pupo e Spazzali, tra le 3 000 e le 5 000, comprese le salme recuperate e quelle stimate nonch\xc3\xa9 i morti nei campi di concentramento jugoslavi, mentre alcune fonti fanno salire questo numero fino a 11 000. In generale per\xc3\xb2 cifre superiori alle 5 000 si raggiungono soltanto conteggiando anche i caduti che si ebbero da parte italiana nella lotta antipartigiana.\nAl massacro delle foibe segu\xc3\xac l\'esodo giuliano dalmata, ovvero l\'emigrazione pi\xc3\xb9 o meno forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, del Quarnaro e dalla Dalmazia, territori del Regno d\'Italia prima occupati dall\'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia. Emigrazione dovuta a varie ragioni: dall\'oppressione esercitata da un regime la cui natura totalitaria impediva anche la libera espressione dell\'identit\xc3\xa0 nazionale, al rigetto dei mutamenti nell\'egemonia nazionale e sociale nell\'area, nonch\xc3\xa9 alla vicinanza dell\'Italia, che costitu\xc3\xac un fattore oggettivo di attrazione per popolazioni perseguitate ed impaurite nonostante il governo italiano si fosse a pi\xc3\xb9 riprese adoperato per fermare, o quantomeno contenere, l\'esodo.\nSi stima che i giuliani, i quarnerini e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250 000 e le 350 000 persone tra il 1945 e il 1956.\n\n'
"L'esodo giuliano dalmata, noto anche come esodo istriano, \xc3\xa8 un evento storico consistito nell'emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di nazionalit\xc3\xa0 e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, dall'Istria, dal Quarnaro e dalla Dalmazia, nonch\xc3\xa9 di un consistente numero di cittadini italiani (o che lo erano stati fino poco prima) di nazionalit\xc3\xa0 mista, slovena e croata, che si verific\xc3\xb2 a partire dalla fine della seconda guerra mondiale (1945) e nel decennio successivo. Si stima che i giuliani (in particolare istriani e fiumani) e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250.000 e le 350.000 persone. \nIl fenomeno, seguente agli eccidi noti come massacri delle foibe, coinvolse in generale tutti coloro che diffidavano del nuovo governo jugoslavo comunista di Josip Broz Tito e fu particolarmente rilevante in Istria e nel Quarnaro, dove si svuotarono dei propri abitanti interi villaggi e cittadine. Nell'esilio furono coinvolti tutti i territori ceduti dall'Italia alla Jugoslavia con il trattato di Parigi e anche la Dalmazia, dove vivevano i dalmati italiani. I massacri delle foibe e l'esodo giuliano-dalmata sono ricordati dal Giorno del ricordo, solennit\xc3\xa0 civile nazionale italiana celebrata il 10 febbraio di ogni anno.\n\n"
"La sua storia ha inizio con il formarsi di un centro abitato di modeste dimensioni in epoca preromana, che acquis\xc3\xac connotazioni propriamente urbane solo dopo la conquista (II secolo a.C.) e colonizzazione da parte di Roma Dopo i fasti imperiali la citt\xc3\xa0 decadde a seguito delle invasioni barbariche, ricoprendo un'importanza marginale nel millennio successivo. Sub\xc3\xac varie dominazioni per poi divenire un libero comune che si associ\xc3\xb2 alla casa d'Asburgo (1382). Fra il Settecento e l'Ottocento Trieste conobbe una nuova prosperit\xc3\xa0 grazie al porto franco e allo sviluppo di un fiorente commercio che fece di essa una delle pi\xc3\xb9 importanti metropoli dell'Impero austriaco (dal 1867 Impero austro-ungarico). Citt\xc3\xa0 cosmopolita, rimasta in et\xc3\xa0 asburgica di lingua italiana, importante polo di cultura italiana ed mitteleuropea, fu incorporata al Regno d'Italia nel 1918 a seguito della prima guerra mondiale. Dopo il secondo conflitto mondiale fu capitale del Territorio Libero di Trieste, restando per nove anni sotto amministrazione militare alleata. In seguito al Memorandum di Londra (1954) si riun\xc3\xac nuovamente all'Italia, anche se, inizialmente, con lo status di citt\xc3\xa0 amministrata in forma fiduciaria. Dal 1963 \xc3\xa8 capoluogo del Friuli-Venezia Giulia."
"Per storia dell'Europa si intende convenzionalmente la storia dell'omonimo continente e dei popoli che l'hanno abitato e che lo abitano.\nIn un'accezione pi\xc3\xb9 ristretta per storia dell'Europa si intende invece la storia dell'Unione europea, dalla creazione della Comunit\xc3\xa0 economica europea con i trattati di Roma (1957) fino a oggi.\n\n"