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Pubblicazione: San Miniato : La conghiglia di Santiago, stampa 2012
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
'Paolo (San Miniato, 8 novembre 1931) e \nVittorio Taviani (San Miniato, 20 settembre 1929 \xe2\x80\x93 Roma, 15 aprile 2018) erano, sino alla morte del secondo, una coppia consolidata di registi e sceneggiatori italiani.\n\n'
"La notte di San Lorenzo \xc3\xa8 il nono film diretto dai fratelli Taviani.\nAffresco della campagna toscana dell'agosto del 1944, che fa da sfondo ad uno dei tanti drammi della seconda guerra mondiale, raccontato guardando per\xc3\xb2 alle tenerezze, alla buona volont\xc3\xa0, agli eroismi e alla paura della gente comune.\nPresentato in concorso al 35\xc2\xba Festival di Cannes, ha vinto il premio il Grand Prix Speciale della Giuria e il premio della giuria ecumenica. Gli eventi narrati nel film richiamano le drammatiche vicende della Strage del Duomo di San Miniato originariamente attribuita all'esercito tedesco, in realt\xc3\xa0 causata dagli Alleati. Il film \xc3\xa8 anche la prima occasione di collaborazione dei due registi con Nicola Piovani.\n\n"
"Una questione privata \xc3\xa8 un film del 2017 diretto da Paolo e Vittorio Taviani, tratto dal romanzo Una questione privata di Beppe Fenoglio pubblicato nel 1963. \xc3\x88 l'ultimo film diretto in coppia dai due fratelli, poich\xc3\xa9 Vittorio \xc3\xa8 deceduto pochi mesi dopo l'uscita del film.\n\n"
"Cesare deve morire \xc3\xa8 un film del 2012 diretto da Paolo e Vittorio Taviani.\nLa pellicola, girata in uno stile docu-drama, narra la messa in scena del Giulio Cesare di William Shakespeare da parte dei detenuti di Rebibbia diretti dal regista teatrale Fabio Cavalli.\nIl film ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino 2012, riconoscimento che mancava al cinema italiano dal 1991, quando il premio era stata assegnato a La casa del sorriso di Marco Ferreri.\nHa ricevuto inoltre otto candidature ai David di Donatello 2012, tra le quali quelle per miglior film e miglior regista e ne ha vinti 5, compresi i due citati.\n\n"
"Padre padrone \xc3\xa8 un film del 1977 scritto e diretto da Paolo e Vittorio Taviani, liberamente tratto dall'omonimo romanzo autobiografico di Gavino Ledda. La vicenda, ambientata in Sardegna, segue il riscatto d'un giovane pastore dal dispotico capofamiglia che, per necessit\xc3\xa0, lo strapp\xc3\xb2 alla scuola da bambino lasciandolo analfabeta sino all'et\xc3\xa0 di vent'anni.\nConsiderato il capolavoro dei fratelli Taviani e una delle opere pi\xc3\xb9 rappresentative del cinema italiano degli anni settanta, grazie anche al realismo delle immagini e al notevole uso del suono. \xc3\x88 una pellicola d'ispirazione poetica e di considerevole impatto visivo.Inizialmente concepito come sceneggiato tv, venne presentato al 30\xc2\xba Festival di Cannes dove si aggiudic\xc3\xb2 la Palma d'oro e il premio della critica internazionale FIPRESCI. Proiettato in Italia il 2 settembre del '77, fu il film spartiacque nella carriera dei Taviani e il loro maggior successo a livello internazionale, \xc3\xa8 stato in seguito inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare. Apprezzata anche la recitazione dei protagonisti, Saverio Marconi nella parte di Gavino Ledda e soprattutto Omero Antonutti in quella del padre, interpretata con grande intensit\xc3\xa0 drammatica. Ben accolta anche Marcella Michelangeli, nel ruolo della madre di Gavino.Nonostante l'ottimo esito e i commenti entusiasti, alla sua distribuzione Padre padrone ricevette critiche fortemente negative da molti sardi, che si lamentarono per la cattiva rappresentazione della loro terra madre.Un docufilm intitolato Dalla quercia alla palma. I 40 anni di Padre padrone scritto e diretto da Sergio Naitza \xc3\xa8 stato presentato nel novembre 2017 in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. \xc2\xabL'idea \xc3\xa8 quella di rivisitare un film che ha segnato un momento importante del cinema nazionale e internazionale e che per anni ha lasciato un riverbero di polemiche in Sardegna\xc2\xbb spiega Naitza."
"Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudelt\xc3\xa0.\nI Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime.\nQuarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60\xe2\x80\x93m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobriet\xc3\xa0 e la severit\xc3\xa0 repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realt\xc3\xa0:\n\nLa classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festivit\xc3\xa0 religiose o in ricorrenze laiche.\n\n"