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Pubblicazione: Milano : Leonardo Arte, 2001
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"La Tempesta \xc3\xa8 un dipinto a tempera a uovo e olio di noce (83x73 cm) di Giorgione, databile intorno al 1502-1503 e comunque anteriore al 1505, conservato nelle Gallerie dell'Accademia a Venezia. Celeberrimo capolavoro, si tratta di un appassionato omaggio alla magia della natura, oggetto di innumerevoli, e ancora non definitive, ipotesi interpretative e letture.\n\n"
'Giorgione o Giorgio da Castelfranco, pseudonimo di Giorgio Zorzi, o Zorzo (Castelfranco Veneto, 1478 circa \xe2\x80\x93 Venezia, 17 settembre 1510), \xc3\xa8 stato un pittore italiano cittadino della Repubblica di Venezia, importante esponente della scuola veneta.Nonostante la grande popolarit\xc3\xa0 dell\'artista in vita, si tratta di una delle figure pi\xc3\xb9 enigmatiche della storia della pittura. Non ha firmato alcuna opera e la ricostruzione del suo catalogo, nonch\xc3\xa9 la determinazione dei significati iconografici di molte sue opere, \xc3\xa8 oggetto di numerose controversie e dibattiti tra gli studiosi. Fu attivo sulla scena pittorica veneziana per poco pi\xc3\xb9 di dieci anni, segnandola con un\'apparizione repentina ma sfolgorante, che nella storiografia artistica ha poi assunto proporzioni leggendarie. Anche restringendo al massimo il suo catalogo e volendo ridimensionare i commenti iperbolici che seguirono la sua morte, la sua attivit\xc3\xa0 segn\xc3\xb2 sicuramente una svolta epocale nella pittura veneta, imprimendo una decisiva svolta verso la "Maniera Moderna".\nIl suo soprannome "Giorgione" era legato probabilmente alla statura fisica, alla sua altezza, e rimase sempre un artista sfuggente, inafferrabile e misterioso, tanto che a Gabriele D\'Annunzio appariva "piuttosto come un mito che come un uomo".\n\n'
'Tiziano Vecellio, noto semplicemente come Tiziano (Pieve di Cadore, 1488/1490 \xe2\x80\x93 Venezia, 27 agosto 1576), \xc3\xa8 stato un pittore italiano, cittadino della Repubblica di Venezia, importante esponente della scuola veneziana.\nArtista innovatore e poliedrico, maestro con Giorgione del tonalismo, Tiziano Vecellio fu uno dei pochi pittori italiani titolari di una vera e propria azienda, accorto imprenditore della bottega oltre che della sua personale produzione, direttamente a contatto con i potenti dell\'epoca, suoi maggiori committenti. Il rinnovamento della pittura di cui fu autore si bas\xc3\xb2, in alternativa al michelangiolesco \xc2\xabprimato del disegno\xc2\xbb, sull\'uso personalissimo del colore. L\'accordo fra le diverse zone cromatiche (tonalit\xc3\xa0 di colori caldi e freddi) e l\'uso sapiente della luce conferiscono unit\xc3\xa0 alle scene rappresentate.\nTiziano us\xc3\xb2 la forza espressiva del colore materico e poi, entrando nella piena maturit\xc3\xa0, abbandon\xc3\xb2 la spazialit\xc3\xa0 bilanciata, il carattere solare e fastoso del colore del Rinascimento, assumendo il dinamismo proprio del manierismo e giocando con libert\xc3\xa0 nelle variazioni cromatiche in cui il colore era reso "pi\xc3\xb9 duttile, pi\xc3\xb9 sensibile agli effetti della luce".\n\n'
'I Tre filosofi \xc3\xa8 un dipinto a olio su tela (123,5x144,5 cm) di Giorgione, databile tra il 1506 e il 1508.\n\n'
"Giovanni Bellini detto il Giambellino e Zuane Belin in lingua veneta (Venezia, 1427 o 1430 circa \xe2\x80\x93 Venezia, 26 novembre 1516) \xc3\xa8 stato un pittore italiano cittadino della Repubblica di Venezia, tra i pi\xc3\xb9 celebri artisti del Rinascimento.\nLavor\xc3\xb2 ininterrottamente per ben sessant'anni, sempre ai massimi livelli, traghettando la pittura veneziana, che in lui ebbe un fondamentale punto di riferimento, attraverso le esperienze pi\xc3\xb9 diverse, dalla tradizione bizantina ai modi padovani filtrati da Andrea Mantegna, dalle lezioni di Piero della Francesca, Antonello da Messina e Albrecht D\xc3\xbcrer, fino al tonalismo di Giorgione. Nelle sue opere Bellini seppe accogliere tutti questi stimoli rinnovandosi continuamente, ma senza tradire mai il legame con la propria tradizione, valorizzandolo anzi e facendone un punto di forza.\n\n"
'Giorgione o Giorgio da Castelfranco, pseudonimo di Giorgio Zorzi, o Zorzo (Castelfranco Veneto, 1478 circa \xe2\x80\x93 Venezia, 17 settembre 1510), \xc3\xa8 stato un pittore italiano cittadino della Repubblica di Venezia, importante esponente della scuola veneta.Nonostante la grande popolarit\xc3\xa0 dell\'artista in vita, si tratta di una delle figure pi\xc3\xb9 enigmatiche della storia della pittura. Non ha firmato alcuna opera e la ricostruzione del suo catalogo, nonch\xc3\xa9 la determinazione dei significati iconografici di molte sue opere, \xc3\xa8 oggetto di numerose controversie e dibattiti tra gli studiosi. Fu attivo sulla scena pittorica veneziana per poco pi\xc3\xb9 di dieci anni, segnandola con un\'apparizione repentina ma sfolgorante, che nella storiografia artistica ha poi assunto proporzioni leggendarie. Anche restringendo al massimo il suo catalogo e volendo ridimensionare i commenti iperbolici che seguirono la sua morte, la sua attivit\xc3\xa0 segn\xc3\xb2 sicuramente una svolta epocale nella pittura veneta, imprimendo una decisiva svolta verso la "Maniera Moderna".\nIl suo soprannome "Giorgione" era legato probabilmente alla statura fisica, alla sua altezza, e rimase sempre un artista sfuggente, inafferrabile e misterioso, tanto che a Gabriele D\'Annunzio appariva "piuttosto come un mito che come un uomo".\n\n'
"La Breve ma veridica storia della pittura italiana \xc3\xa8 un saggio di Roberto Longhi sulla storia dell'arte italiana. L'opera fa parte delle opere giovanili dello studioso, ma riveste una grande importanza nel panorama storico-critico dell'arte europea per le nuove idee che vi si trovano pubblicate, che si ritrovano negli scritti successivi di Longhi e influenzarono tutta la critica successiva.\n\n"