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"Bruno Sereni (Milano, 4 luglio 1905 \xe2\x80\x93 Barga, 26 febbraio 1986) \xc3\xa8 stato un giornalista, scrittore e antifascista italiano.\nTrasferitosi da ragazzino nella cittadina toscana di Barga, emigr\xc3\xb2 in Scozia giovanissimo alla fine del primo decennio del '900. Rientrato in patria, ottenne un impiego nella marina mercantile e nel 1927 si stabil\xc3\xac clandestinamente a New York, dove entr\xc3\xb2 in contatto con gli ambienti del fuoruscitismo e inizi\xc3\xb2 a scrivere per la stampa di lingua italiana negli Stati Uniti.\nNel 1933 si trasfer\xc3\xac a Barcellona: partecip\xc3\xb2 alla guerra civile spagnola con i repubblicani, fu esponente della Lega Italiana per i Diritti dell'Uomo e invi\xc3\xb2 corrispondenze a numerose testate antifasciste di tutto il mondo.\nTorn\xc3\xb2 in Italia alla vigilia della scoppio della seconda guerra mondiale, durante la quale fu incarcerato prima a Lucca e poi a Piacenza.\nA guerra finita, si impegn\xc3\xb2 per la ricostruzione del proprio paese e nel 1949 fond\xc3\xb2 la testata locale Il Giornale di Barga. Nel 1974 fu insignito del Premiolino, uno dei pi\xc3\xb9 prestigiosi riconoscimenti per la stampa italiana, proprio in funzione del suo impegno con Il Giornale di Barga, definito nella motivazione del premio \xc2\xabNon un bollettino di paese, ma un prezioso foglio di informazione che ogni mese parte da Barga e a migliaia di copie raggiunge, ricco di notizie locali, tutti i Barghigiani emigrati sparsi in Italia e nel mondo\xc2\xbb.\n\n"
'La stazione di Barga-Gallicano \xc3\xa8 una fermata ferroviaria posta sulla linea Aulla-Lucca. Serve i centri abitati di Barga e Gallicano.\n\n'
"La guerra italo-turca (nota in italiano anche come guerra di Libia, impresa di Libia o campagna di Libia ed in turco come Trablusgarp Sava\xc5\x9f\xc4\xb1, ossia Guerra di Tripolitania) fu combattuta dal Regno d'Italia contro l'Impero ottomano tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per conquistare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica.\nLe ambizioni coloniali spinsero l'Italia ad impadronirsi delle due province ottomane che nel 1934, assieme al Fezzan, avrebbero costituito la Libia dapprima come colonia italiana ed in seguito come Stato indipendente. Durante il conflitto fu occupato anche il Dodecaneso nel Mar Egeo; quest'ultimo avrebbe dovuto essere restituito ai turchi alla fine della guerra, ma rimase sotto amministrazione provvisoria da parte dell'Italia fino a quando, con la firma del trattato di Losanna nel 1923, la Turchia rinunci\xc3\xb2 ad ogni rivendicazione e riconobbe ufficialmente la sovranit\xc3\xa0 italiana sui territori perduti nel conflitto.\nNel corso della guerra l'Impero ottomano si trov\xc3\xb2 notevolmente svantaggiato, poich\xc3\xa9 pot\xc3\xa9 rifornire il suo piccolo contingente in Libia solo attraverso il Mediterraneo. La flotta turca non fu in grado di competere con la Regia Marina, e gli Ottomani non riuscirono ad inviare rinforzi alle province nordafricane. Pure se minore, questo evento bellico fu un importante precursore della prima guerra mondiale, perch\xc3\xa9 contribu\xc3\xac al risveglio del nazionalismo nei Balcani. Osservando la facilit\xc3\xa0 con cui gli italiani avevano sconfitto i disorganizzati turchi ottomani, i membri della Lega Balcanica attaccarono l'Impero prima del termine del conflitto con l'Italia.\nLa guerra registr\xc3\xb2 numerosi progressi tecnologici nell'arte militare, tra cui, in particolare, il primo impiego militare dell'aeroplano sia come mezzo offensivo che come strumento di ricognizione (furono schierati in totale 9 apparecchi). Il 23 ottobre 1911 il pilota capitano Carlo Maria Piazza sorvol\xc3\xb2 le linee turche in missione di ricognizione ed il 1\xc2\xba novembre dello stesso anno l'aviatore Giulio Gavotti lanci\xc3\xb2 a mano la prima bomba aerea (grande come un'arancia, si disse) sulle truppe turche di stanza in Libia. Altrettanto significativo fu l'impiego della radio con l'allestimento del primo servizio regolare di radiotelegrafia campale militare su larga scala, organizzato dall'arma del genio sotto la guida del comandante della compagnia R.T. Luigi Sacco e con la collaborazione dello stesso Guglielmo Marconi. Infine, il conflitto libico registr\xc3\xb2 il primo utilizzo nella storia di automobili in una guerra: le truppe italiane furono dotate di autovetture Fiat Tipo 2 e motociclette SIAMT.\n\n"