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Pubblicazione: [Pistoia] : C.R.T., 1998
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
'Platone, figlio di Aristone del demo di Collito e di Perictione (in greco antico: \xce\xa0\xce\xbb\xce\xac\xcf\x84\xcf\x89\xce\xbd Pl\xc3\xa1t\xc5\x8dn, pronuncia: [pl\xc3\xa1.t\xc9\x94\xcb\x90n]; Atene, 428/427 a.C. \xe2\x80\x93 Atene, 348/347 a.C.), \xc3\xa8 stato un filosofo e scrittore greco antico.\nAssieme al suo maestro Socrate e al suo allievo Aristotele ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale.'
'La Repubblica (in greco antico: \xce\xa0\xce\xbf\xce\xbb\xce\xb9\xcf\x84\xce\xb5\xce\xaf\xce\xb1, Polit\xc3\xa9ia) \xc3\xa8 un\'opera filosofica in forma di dialogo, scritta approssimativamente tra il 390 e il 360 a.C. dal filosofo greco Platone, la quale ha avuto enorme influenza nella storia del pensiero occidentale. Il titolo originale dell\'opera \xc3\xa8 la parola greca \xcf\x80\xce\xbf\xce\xbb\xce\xb9\xcf\x84\xce\xb5\xce\xaf\xce\xb1. La Repubblica, che \xc3\xa8 la traduzione tradizionale del titolo, \xc3\xa8 un po\' fuorviante, derivata dal latino, e in particolare da Cicerone. Una traduzione pi\xc3\xb9 precisa potrebbe essere La Costituzione. \xc3\x88 composta da 10 libri: il primo tratta il tema della giustizia e funge da introduzione per i due libri successivi, in cui Platone espone la sua teoria di "Stato ideale". Quarto e quinto libro si occupano del rapporto tra cose e idee, tra mondo sensibile e sovrasensibile (Iperuranio). Sesto e settimo libro descrivono la teoria della conoscenza, ottavo e nono dello Stato e della famiglia ed infine il decimo dell\'immortalit\xc3\xa0 dell\'anima con il Mito di Er.\nL\'opera ruota intorno al tema della giustizia, sebbene il testo contenga anche una moltitudine di altre teorie platoniche, come il mito allegorico della caverna, la dottrina delle idee, la concezione della filosofia come dialettica, una versione della teoria dell\'anima differente rispetto a quella gi\xc3\xa0 trattata nel Fedone e il progetto di una citt\xc3\xa0 ideale, governata in base a principi filosofici. Quest\'ultima \xc3\xa8 l\'esempio pi\xc3\xb9 celebre di quelle teorie politiche che col passare dei secoli prenderanno il nome di utopie. Scritta in forma dialogica, La Repubblica riguarda ci\xc3\xb2 che viene detto \xcf\x86\xce\xb9\xce\xbb\xce\xbf\xcf\x83\xce\xbf\xcf\x86\xce\xaf\xce\xb1 \xcf\x80\xce\xb5\xcf\x81\xe1\xbd\xb6 \xcf\x84\xe1\xbd\xb0 \xe1\xbc\x80\xce\xbd\xce\xb8\xcf\x81\xcf\x8e\xcf\x80\xce\xb9\xce\xbd\xce\xb1 ("filosofia delle cose umane"), e coinvolge argomenti e discipline come l\'ontologia, la gnoseologia, la filosofia politica, il collettivismo, il sessismo, l\'economia, l\'etica medica e l\'etica in generale.\nLa Repubblica si presenta come un\'opera organica, enciclopedica e circolare, concernente, pi\xc3\xb9 in generale, il rapporto tra universale e particolare. L\'opera \xc3\xa8 strutturata in dieci libri e ha per protagonista Socrate, ma un Socrate che, come molti studiosi hanno ben visto, \xc3\xa8 decisamente diverso da quello degli altri dialoghi, e che in pi\xc3\xb9 punti va modificandosi, a poco a poco, in un processo di kat\xc3\xa1basis, indicato nella frase iniziale del dialogo: \xc2\xabIeri scesi al Pireo...\xc2\xbb. Questo processo di purificazione porta Socrate ad abbracciare a poco a poco delle tesi che non sono sue, bens\xc3\xac appaiono di natura piuttosto platonica, e legate soprattutto al momento storico che Platone viveva dopo la guerra del Peloponneso: la presa della citt\xc3\xa0 ad opera di Crizia, il quale instaur\xc3\xb2 il governo dei Trenta Tiranni, e la condanna a morte del maestro Socrate. Vediamo quindi il vecchio filosofo esporre teorie che vanno dalla parit\xc3\xa0 dei sessi, alla condivisione delle propriet\xc3\xa0 private, alla scomparsa della famiglia, e all\'obbligo, per coloro che fossero destinati a essere i phylakes ("guardiani") a non avere nessun guadagno dal loro lavoro ed essere mantenuti a spese dei cittadini.\n\n'
'La filosofia (in greco antico: \xcf\x86\xce\xb9\xce\xbb\xce\xbf\xcf\x83\xce\xbf\xcf\x86\xce\xaf\xce\xb1, philosoph\xc3\xada, composto di \xcf\x86\xce\xb9\xce\xbb\xce\xb5\xe1\xbf\x96\xce\xbd (phile\xc3\xaen), "amare", e \xcf\x83\xce\xbf\xcf\x86\xce\xaf\xce\xb1 (soph\xc3\xada), "sapienza", ossia "amore per la sapienza") \xc3\xa8 un campo di studi che si pone domande e riflette sul mondo e sull\'essere umano, indaga sul senso dell\'essere e dell\'esistenza umana. Come intrinseco nel nome stesso la filosofia \xc3\xa8 l\'amore per la sapienza (intesa come conoscenza) e la ricerca.Prima ancora che indagine speculativa, la filosofia fu una disciplina che assunse anche i caratteri della conduzione del "modo di vita", ad esempio nell\'applicazione concreta dei principi desunti attraverso la riflessione o pensiero. In questa forma, essa sorse nell\'antica Grecia. \nA rendere complessa una definizione univoca della filosofia concorre il dissenso tra i filosofi sull\'oggetto stesso della filosofia: alcuni orientano l\'analisi della filosofia verso l\'uomo e i suoi interessi cos\xc3\xac come viene esposto nell\'Eutidemo di Platone, per cui essa sarebbe \xc2\xabl\'uso del sapere a vantaggio dell\'uomo\xc2\xbb.Nel prosieguo della storia della filosofia altri autori che seguono questa opinione sono per esempio Cartesio (\xc2\xabTutta la filosofia \xc3\xa8 come un albero, di cui le radici sono la metafisica, il tronco \xc3\xa8 la fisica, e i rami che sorgono da questo tronco sono le altre scienze, che si riducono a tre principali: la medicina, la meccanica e la morale, intendo la pi\xc3\xb9 alta e la pi\xc3\xb9 perfetta morale, che presupponendo una conoscenza completa delle altre scienze, \xc3\xa8 l\'ultimo grado della saggezza\xc2\xbb), Thomas Hobbes, e Immanuel Kant, il quale, definisce la filosofia come \xc2\xabscienza della relazione di ogni conoscenza al fine essenziale della ragione umana\xc2\xbb.Altri pensatori ritengono che la filosofia debba puntare alla conoscenza dell\'essere in quanto tale secondo un percorso che, fatte le debite differenze, va dagli eleati sino a Husserl e Heidegger.\n\n'
"I Dialoghi platonici rappresentano la quasi totalit\xc3\xa0 della produzione letteraria e filosofica di Platone: il suo corpus ne conta ben 34, a cui si aggiungono un monologo (Apologia di Socrate) e 13 Lettere (Platone).\nPer quanto riguarda la scelta stilistica del dialogo come forma espositiva, \xc3\xa8 importante sottolineare come, in quegli anni, vi fossero tutte le condizioni per questa particolare scelta: da una parte, la sempre pi\xc3\xb9 vasta popolarit\xc3\xa0 e fortuna della tragedia e della commedia, dall'altra il dialogare dei sofisti e di Socrate. Se non \xc3\xa8 dunque possibile sostenere che Platone sia stato il creatore del dialogo come genere letterario, \xc3\xa8 per\xc3\xb2 verosimile che egli abbia colto la comune abitudine al dialogare e al porre quesiti, iniziando forse a stendere semplici questionari senza personaggi, affidando poi, in una seconda fase, alla figura di Socrate la funzione di protagonista di opere pi\xc3\xb9 strutturate e complesse.Alcuni dialoghi, definiti pseudo-platonici o spuri (in greco nothoi, cio\xc3\xa8 apocrifi), sebbene attribuiti a Platone, erano considerati non autentici gi\xc3\xa0 dall'antichit\xc3\xa0, e per questo motivo esclusi dal corpus delle sue opere. Di alcuni ci sono noti solo i titoli (Midone, Feaci), mentre di altri sei possediamo il testo completo: Sulla giustizia, Sulla virt\xc3\xb9, Demodoco, Sisifo, Erissia, Assioco. Oltre a questi, gli studiosi moderni concordano nel considerare spuri anche alcuni dialoghi ritenuti autentici dagli antichi: Definizioni, Ipparco, Minosse, Amanti, Teagete.Il sistema di riferimento usato per la citazione di passi dai dialoghi di Platone \xc3\xa8 l'edizione della sua Opera omnia curata nel 1578 dal tipografo francese Henri Estienne (la famosa Edizione di Stephanus).\n\n"
"I viaggi di Platone in Sicilia si sarebbero svolti durante il IV secolo a.C., coprendo un arco di tempo compreso fra il 388 a.C. e il 360 a.C., con una pausa tra il primo e il secondo viaggio di circa vent'anni. Non esiste assoluta certezza della autenticit\xc3\xa0 di questi viaggi del filosofo ateniese (nato nel 428 o 427 a.C. e morto nel 348 o 347 a.C.) e anche le motivazioni sono controverse: gli studiosi, per lo pi\xc3\xb9, considerano reali i viaggi, ma essi restano la parte della biografia platonica pi\xc3\xb9 oscura e dibattuta. Centrale \xc3\xa8 il ruolo di una fonte, la Lettera VII, forse l'unica realmente vergata da Platone dell'epistolario che la tradizione gli attribuisce.\nTutti i biografi antichi sostengono che Platone giunse per la prima volta in Sicilia, forse intorno al 388 a.C., spinto dal desiderio di visitare il vulcano Etna. A Siracusa, venuto a conoscenza del tiranno Dionisio I, Platone, allora quarantenne, entr\xc3\xb2 in contatto con il giovane nobile Dione, della cerchia di Dionisio, che divenne suo discepolo. Secondo la tradizione, quando Platone attacc\xc3\xb2 con le sue parole la tirannide, provocando l'ira del dinasta, fu proprio Dione che cerc\xc3\xb2 di mettere in salvo il maestro, facendolo imbarcare in tutta fretta per Atene, anche se tale viaggio si concluse con la riduzione in schiavit\xc3\xb9 del filosofo.\n\nNel 367 a.C., vi sarebbe stato un secondo viaggio di Platone in Sicilia, in questo caso invitato da Dione per educare il nipote Dionisio II, figlio di Dionisio I e suo successore, con l'obiettivo di farlo diventare un re-filosofo. Tuttavia, la situazione politica precipit\xc3\xb2 e Dione fu allontanato.\nPlatone si sarebbe recato anche una terza e ultima volta a Siracusa nel 361 a.C., allo scopo di facilitare una mediazione pacifica tra Dionisio II e Dione, fallendo per\xc3\xb2 nel suo intento. Allontanato dall'acropoli, pot\xc3\xa9 fare ritorno ad Atene grazie all'intervento dei pitagorici di Taranto, che intercedettero in suo favore presso il tiranno. In quel periodo, si colloca la spedizione militare di Dione del 357 a.C. contro la tirannide siracusana, alla quale segu\xc3\xac un periodo assai turbolento, con il succedersi di diversi tiranni a Siracusa, fino al ritorno di Dionisio II nel 347/346 a.C. e il successivo invio dalla metropoli di Corinto di un pacificatore, Timoleone, che tra il 344 e il 337 a.C. riport\xc3\xb2 la pace in Sicilia.\nPur non essendoci nei dialoghi platonici alcun richiamo diretto ed esplicito ai viaggi in Sicilia, una parte della critica moderna ritiene che sia comunque possibile riscontrare reminiscenze dei viaggi nella produzione letteraria del filosofo: La Repubblica, il Politico e le Leggi sarebbero pervasi dall'esperienza della tirannide siracusana; il Simposio conterrebbe ricordi del tempo passato a Siracusa con Dione; dietro il mito di Atlantide, di cui si parla nel Timeo e in Crizia, starebbe un riferimento alla stessa Siracusa.\n\n"