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Pubblicazione: Firenze : Istituto Agricolo Coloniale Italiano, 1918
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'L\'emigrazione italiana \xc3\xa8 un fenomeno emigratorio su larga scala finalizzato all\'espatrio che interessa la popolazione italiana, che ha riguardato dapprima l\'Italia settentrionale e poi, dopo il 1880, anche il Mezzogiorno d\'Italia, conoscendo peraltro anche consistenti movimenti interni, compresi cio\xc3\xa8 all\'interno dei confini geografici del Paese.\nSono stati tre i periodi durante i quali l\'Italia ha conosciuto un cospicuo fenomeno emigratorio destinato all\'espatrio. Il primo periodo, conosciuto come Grande Emigrazione, ha avuto inizio nel 1861 dopo l\'Unit\xc3\xa0 d\'Italia ed \xc3\xa8 terminato negli anni venti del XX secolo con l\'ascesa del fascismo. Il secondo periodo di forte emigrazione all\'estero, conosciuto come Migrazione Europea, \xc3\xa8 avvenuto tra la fine della seconda guerra mondiale (1945) e gli anni settanta del XX secolo. Tra il 1861 e il 1985 hanno lasciato il Paese, senza farvi pi\xc3\xb9 ritorno, circa 18.725.000 italiani. I loro discendenti, che sono chiamati "oriundi italiani", possono essere in possesso, oltre che della cittadinanza del Paese di nascita, anche della cittadinanza italiana dopo averne fatto richiesta, ma sono pochi i richiedenti che risiedono fuori Italia. Gli oriundi italiani ammontano nel mondo a un numero compreso tra i 60 e gli 80 milioni.\nUna terza ondata emigratoria destinata all\'espatrio, che \xc3\xa8 cominciata all\'inizio del XXI secolo e che \xc3\xa8 conosciuta come Nuova Emigrazione, \xc3\xa8 causata dalle difficolt\xc3\xa0 che hanno avuto origine nella grande recessione, crisi economica mondiale che \xc3\xa8 iniziata nel 2007. Questo terzo fenomeno emigratorio, che ha una consistenza numerica inferiore rispetto ai due precedenti, interessa principalmente i giovani, spesso laureati, tant\'\xc3\xa8 che viene definito come una "fuga di cervelli". Secondo l\'anagrafe degli italiani residenti all\'estero (AIRE), il numero di cittadini italiani che risiedono fuori dall\'Italia \xc3\xa8 passato dai 3.106.251 del 2006 ai 4.973.942 del 2017, con un incremento pari al 60,1%.'
"Gli italiani sono un popolo che si riconosce nella stessa cultura, lingua e storia ed \xc3\xa8 definito da un'unica e comune radice nazionale italiana. In seguito alla costituzione del Regno d'Italia (1861) quale moderno stato-nazione, il termine \xc3\xa8 passato anche a designare tutti i cittadini italiani e gli stranieri naturalizzati che si ritiene abbiano adottato il generale stile di vita, nonch\xc3\xa9 la lingua, la cultura e i valori della popolazione locale.\nGli italiani, oltre all'eredit\xc3\xa0 della civilt\xc3\xa0 romana che, per ragioni storiche e geografiche, ha permeato la loro storia in misura maggiore di quella di altri popoli europei, hanno raccolto anche l'influenza di alcune progredite culture sviluppatesi localmente e confluite successivamente in quella latina, fra cui quella etrusca e quella, di matrice ellenica, degli italioti e dei sicelioti. Tali culture hanno contribuito in vario modo all'arricchimento del patrimonio artistico, architettonico, religioso, giuridico, istituzionale e in taluni casi anche scientifico di Roma e dell'Italia antica.\nSi pu\xc3\xb2 fare risalire la formazione di una distinta comunit\xc3\xa0 linguistica e culturale italiana, rispetto ad altre comunit\xc3\xa0 presenti in Europa, al periodo dell'avvento e della stabilizzazione della lingua volgare (tra il X e il XIII secolo).\nGeograficamente gli italiani sono localizzati sia in Italia \xe2\x80\x94 dove, secondo taluni, \xc2\xab[\xe2\x80\xa6] la consapevolezza di essere italiani, di appartenere a una nazione a s\xc3\xa9 ha via via raggiunto la coscienza di tutti i cittadini [\xe2\x80\xa6]\xc2\xbb \xe2\x80\x94 sia all'estero, con comunit\xc3\xa0 etniche storicamente presenti in alcuni territori dei Paesi limitrofi (come Svizzera, Francia, Slovenia, Croazia), alcuni dei quali fanno anche parte della regione geografica italiana. A causa inoltre dell'emigrazione, circa 84 milioni di persone residenti al di fuori della regione italiana hanno origini etniche totalmente o parzialmente italiane: 80 milioni di oriundi e 4 milioni di cittadini italiani residenti all'estero.\nA questi si aggiungono coloro che, dopo essere immigrati in Italia, pur se non ancora naturalizzati, hanno adottato, a seguito di un processo spontaneo di integrazione, la lingua, le consuetudini e il sistema di valori propri del popolo italiano, spesso accanto a quelli propri originari."
"L'irredentismo italiano fu un movimento d'opinione, espressione dell'aspirazione italiana a perfezionare territorialmente la propria unit\xc3\xa0 nazionale, liberando le terre soggette al dominio straniero.Il movimento fu attivo principalmente in Italia, tra la seconda met\xc3\xa0 del XIX secolo e la prima del secolo successivo, a favore dell'integrazione nel Regno d'Italia di tutti i territori compresi nella regione geografica italiana o popolati da italofoni e collegati all'Italia da secolari legami storici, linguistici e culturali. Il movimento non aveva carattere unitario, essendo costituito da diversi gruppi e associazioni, generalmente non coordinati tra loro.\n\n"
'L\'irredentismo \xc3\xa8 l\'aspirazione di un popolo a completare la propria unit\xc3\xa0 territoriale nazionale acquisendo terre soggette al dominio straniero ovvero terre non salvate (terre non redente o irredente ) sulla base di un\'identit\xc3\xa0 etnica o di un precedente legame storico. Spesso \xc3\xa8 sostenuto da movimenti nazionalisti caratteristici di una stessa identit\xc3\xa0 politica, culturale e geografica. L\'espressione "terre irredente", cio\xc3\xa8 non liberate, fu utilizzata la prima volta nel 1877 dal patriota e uomo politico italiano Matteo Renato Imbriani ai funerali del padre Paolo Emilio; un giornalista viennese lo defin\xc3\xac subito "irredentista" per dileggiarlo. Il termine \xc3\xa8 stato acquisito nella forma italiana anche da altre lingue. L\'area geografica oggetto di irredentismo, \xc3\xa8 definita irredenta.\n\n'
"L'esodo giuliano dalmata, noto anche come esodo istriano, \xc3\xa8 un evento storico consistito nell'emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di nazionalit\xc3\xa0 e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, dall'Istria, dal Quarnaro e dalla Dalmazia, nonch\xc3\xa9 di un consistente numero di cittadini italiani (o che lo erano stati fino poco prima) di nazionalit\xc3\xa0 mista, slovena e croata, che si verific\xc3\xb2 a partire dalla fine della seconda guerra mondiale (1945) e nel decennio successivo. Si stima che i giuliani (in particolare istriani e fiumani) e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250.000 e le 350.000 persone. \nIl fenomeno, seguente agli eccidi noti come massacri delle foibe, coinvolse in generale tutti coloro che diffidavano del nuovo governo jugoslavo comunista di Josip Broz Tito e fu particolarmente rilevante in Istria e nel Quarnaro, dove si svuotarono dei propri abitanti interi villaggi e cittadine. Nell'esilio furono coinvolti tutti i territori ceduti dall'Italia alla Jugoslavia con il trattato di Parigi e anche la Dalmazia, dove vivevano i dalmati italiani. I massacri delle foibe e l'esodo giuliano-dalmata sono ricordati dal Giorno del ricordo, solennit\xc3\xa0 civile nazionale italiana celebrata il 10 febbraio di ogni anno.\n\n"