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Pubblicazione: Pisa : Pacini, stampa 1991
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"La geografia della Toscana illustra le caratteristiche della regione Toscana, in Italia, che si estende tra il Mar Ligure e il Mare Tirreno, verso i quali si affaccia con coste per lunghi tratti basse e sabbiose, e le catene montuose dell'Appennino Tosco-Emiliano e dell'Appennino Tosco-Romagnolo. Al largo della costa, si estende l'Arcipelago Toscano: intorno all'Elba, l'isola principale che segna i limiti tra Mar Ligure e Mar Tirreno, si trovano Capraia e Gorgona nel Mar Ligure, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri nel Tirreno. La regione amministra anche una piccola enclave situata nel territorio dell'Emilia-Romagna, composta da frazioni del comune di Badia Tedalda.\n\n"
'La Liguria (AFI: /li\xcb\x88\xc9\xa1urja/; Lig\xc3\xbbria in ligure) \xc3\xa8 una regione italiana a statuto ordinario dell\'Italia nord-occidentale di 1 515 500 abitanti, con capoluogo Genova. \xc3\x88 bagnata a sud dal Mar Ligure, a ovest confina con la Francia (regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra), a nord con il Piemonte e con l\'Emilia-Romagna e a sud-est con la Toscana. La regione fa parte dell\'Euroregione Alpi-Mediterraneo.\nI confini della regione amministrativa attuale, coincidono in gran parte con l\'area governata dalla Repubblica di Genova, e sono stati raggiunti nel 1859-1860, quando le provincie di Genova e Porto Maurizio arrivarono a un\'estensione simile a quella della regione attuale. \nIl termine "Liguria" per indicare questa area si afferm\xc3\xb2 pi\xc3\xb9 tardi, infatti fino a tutto il \'700 e buona parte del \'800, fu "genovesato" il nome utilizzato per indicare il territorio della repubblica marinara, e i suoi abitanti chiamavano se stessi "genovesi". Liguria invece, fino a quel tempo era una parola del linguaggio erudito, ed era usata per indicare una regione dell\'epoca romana, pi\xc3\xb9 estesa dell\'attuale Liguria, di cui l\'odierna regione con capoluogo Genova costituiva solo una parte.\nFino al 1860 la circoscrizione amministrativa della Liguria, facente parte dal 1815 del Regno di Sardegna, comprendeva anche la Provincia di Nizza Marittima, ceduta poi alla Francia a seguito del Trattato di Torino del 24 marzo 1860 con l\'eccezione del circondario di Sanremo e di quello di Porto Maurizio, entrati a far parte del Regno d\'Italia.\nSecondo un luogo comune, la Liguria sarebbe stretta tra il mare e le catene montuose delle Alpi e dell\'Appennino: di conseguenza la regione potrebbe essere ridotta a due fasce costiere, ad est e a ovest di Genova: la Riviera di Ponente e la Riviera di Levante. In realt\xc3\xa0, la Liguria comprende anche grandi porzioni di territorio tributarie del bacino del Po a nord del crinale alpino-appenninico (circa il 28% della superficie regionale appartiene al bacino padano) e quasi tutto il retroterra marittimo, il lungo tratto di litorale compreso tra gli storici confini con la Francia (Rio San Luigi presso Grimaldi di Ventimiglia) e la bassa valle del Magra nei dintorni di Sarzana e Aulla (MS): questo confine orientale appare tuttavia meno definito, poich\xc3\xa9 coincide solo in parte con il basso corso del fiume Magra e include parte della piana litoranea di Luni.\nA un criterio amministrativo (secondo cui sarebbe da considerare amministrativamente ligure almeno tutto ci\xc3\xb2 che \xc3\xa8 posto a sud del crinale alpino-appenninico nel tratto Grimaldi-Mortola/Passo del Bracco) si sottraggono alcune aree marginali del territorio della Liguria "fisica", che per ragioni storico-politiche appartengono ad altre amministrazioni regionali o statali; \xc3\xa8 il caso della media e alta Val Roia (a lungo contesa tra Repubblica di Genova, Ducato di Provenza e Ducato di Savoia e ora amministrativamente francese, dopo essere stata ligure e piemontese) e delle alte valli dei torrenti Pennavaira e Neva (con i borghi di Alto, Caprauna e Cerisola che, pur rimanendo nella sfera di influenza economico-commerciale della citt\xc3\xa0 di Albenga, sono stati lungamente controllati dal Ducato di Savoia e poi inclusi nella Provincia di Cuneo).\nAlla Liguria \xc3\xa8 legato storicamente e linguisticamente l\'Oltregiogo in provincia di Alessandria con Novi Ligure, Ovada, Arquata Scrivia che comprende parte delle valli Orba, Lemme, Scrivia, Borbera e Spinti. L\'Oltregiogo fu parte della Repubblica di Genova fino al 1797, poi della Repubblica Ligure fino al 1805 e dopo la restaurazione della Provincia di Novi, parte della Divisione di Genova. Venne annesso al Piemonte dopo il decreto Rattazzi del 1859. L\'isola di Capraia fu parte della Liguria fino al 1925 e dell\'Arcidiocesi di Genova fino al 1977.\nLa Liguria \xc3\xa8 una regione di grande richiamo turistico per le sue bellezze antropiche e naturali, tra le quali spiccano - a ponente - la Riviera dei Fiori e - a levante - Portofino, le Cinque Terre e Porto Venere.\n\n'
'La farinata di ceci, conosciuta anche come fain\xc3\xa8, fain\xc3\xa0 (in ligure) o cec\xc3\xacna, \xc3\xa8 una torta salata molto bassa, preparata con farina di ceci, acqua, sale e olio extravergine di oliva.\nSi tratta di un piatto italiano tipico della tradizione ligure e anche toscana. In Liguria prende il nome di fain\xc3\xa2. A Pisa, Lucca e in Versilia \xc3\xa8 conosciuta con l\'appellativo di cec\xc3\xacna, a Livorno come torta di ceci o, pi\xc3\xb9 semplicemente, torta, come "calda calda" a Massa e a Carrara, come socca a Nizza o come cade a Tolone, in Francia, nel Basso Piemonte e in particolare nella provincia di Alessandria dove nel Tortonese \xc3\xa8 anche chiamata bel\xc3\xa9cauda. Viene preparata anche in Sardegna soprattutto a Sassari dove il suo nome \xc3\xa8 fain\xc3\xa8 (spesso, cotta con altri ingredienti come cipolle, acciughe, salsiccia e con l\'aggiunta di una spolverata di pepe nero; da qui si \xc3\xa8 diffusa in parte della Sardegna settentrionale, specialmente ad Alghero e a Porto Torres), oltre a Carloforte e a Calasetta. La farinata si \xc3\xa8 diffusa anche in alcune localit\xc3\xa0 all\'estero, come a Buenos Aires in Argentina, e a Montevideo in Uruguay dove \xc3\xa8 conosciuta come fain\xc3\xa1. Famosissima e presente in tutte le pizzerie di tutta la provincia di Ferrara e nel vicino Polesine dove viene chiamata padellata di ceci e servita con sale e pepe oppure con salsiccia spezzettata e cipolla.\nSi cuoce in un forno a legna, in teglia, a 300 \xc2\xb0C per 10 minuti e assume con la cottura una crosticina con un vivace colore dorato, mentre sotto rimane liscia e senza crosta.\nAlcune aziende alimentari ne propongono una versione confezionata precotta, pronta da scaldare e venduta nella grossa distribuzione.\n\n'
'I Liguri (in greco \xce\x9b\xce\xaf\xce\xb3\xcf\x85\xce\xb5\xcf\x82, ovvero Ligyes, e in latino Ligures) furono un\'antica popolazione che ha dato il suo nome all\'odierna regione della Liguria e al Mar Ligure che la bagna.\nIn epoca preromana i Liguri occupavano l\'attuale Liguria, il Piemonte a sud del Po e la Toscana nord-occidentale. \n\xc3\x88 per\xc3\xb2 opinione comune che, intorno al 2000 a.C., i Liguri occupassero un\'area molto pi\xc3\xb9 vasta, comprendente grande parte del nord Italia occidentale fino a tutta la Toscana settentrionale a nord dell\'Arno, la Francia meridionale e presumibilmente parte della penisola iberica; la presenza di popolazioni Liguri \xc3\xa8 attestata anche nelle coste tirreniche dell\'Italia centrale (Virgilio; Sesto Pomponio Festo) e nelle isole di Corsica, Sardegna, Sicilia ed Elba (Ilvates). Secondo taluni studiosi anche i rilievi del Mugello e del Casentino, in epoca antica, erano abitati da trib\xc3\xb9 di pastori liguri (Maugelli e Casuentini).\nSuccessivamente, al sopraggiungere di nuove ondate migratorie (Italici, Venetici e Celti) si ritirarono fino ad essere ristretti nei loro confini storici. Come si sia in pratica arrivati a questo "ritiro" \xc3\xa8 ancora oggetto di dibattito; le ipotesi variano dalla pacifica fusione dei popoli, ad un ritiro volontario o alla guerra con successiva pulizia etnica.\nSecondo una visione invasionista tradizionale, i Liguri sarebbero stati in origine un antichissimo popolo pre-indoeuropeo. Secondo una visione pi\xc3\xb9 continuista, rappresenterebbero un antico strato indoeuropeo diffuso nel II millennio a.C. in tutta l\'area tirrenica.\n\n'
'Le storie di fantasmi, i racconti di personaggi fantastici fatti di misteri e di segreti trovano in Lunigiana un vasto numero di leggende che sono state tramandate di generazione in generazione. La sera le famiglie si riunivano attorno al focolare e le persone pi\xc3\xb9 anziane raccontavano ai pi\xc3\xb9 piccoli storie di folletti, lupi mannari e streghe che praticavano la magia. Queste ragazze, ritenute streghe perch\xc3\xa9 avevano scoperto i poteri curativi delle erbe, venivano processate e arse vive nelle piazze dei paesi della Lunigiana. Ancora oggi si possono trovare testimonianze di queste storie e leggende che vengono riportate dalle persone pi\xc3\xb9 anziane, com\'\xc3\xa8 il caso di "Divina", una signora abitante a Villafranca in Lunigiana che viene chiamata "la fatina". La madre prima di morire le lasci\xc3\xb2 in eredit\xc3\xa0 delle formule segrete, delle preghiere particolari e dei riti strani, per curare alcune malattie, come la crosta lattea dei bambini, il fuoco di Sant\'Antonio, il raffreddore.\n\n'