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Pubblicazione: Milano : Dall'Oglio, 1963
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Il Tondo Doni \xc3\xa8 un dipinto a tempera grassa su tavola (diametro 120 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1503-1504 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.\nConservato nella cornice originale, probabilmente disegnata dallo stesso Michelangelo, \xc3\xa8 l'unica opera su supporto mobile, certa e compiuta, dell'artista. Di fondamentale importanza nella storia dell'arte poich\xc3\xa9 pone le basi per il Manierismo, il dipinto \xc3\xa8 sicuramente tra le opere pi\xc3\xb9 emblematiche ed importanti del Cinquecento italiano.\n\n"
"Michelangelo Buonarroti (Caprese, 6 marzo 1475 \xe2\x80\x93 Roma, 18 febbraio 1564) \xc3\xa8 stato uno scultore, pittore, architetto e poeta italiano.\nProtagonista del Rinascimento italiano, gi\xc3\xa0 in vita fu riconosciuto come uno dei pi\xc3\xb9 grandi artisti di tutti i tempi. Personalit\xc3\xa0 tanto geniale quanto irrequieta, il suo nome \xc3\xa8 legato ad alcune delle pi\xc3\xb9 maestose opere dell'arte occidentale tra cui si devono senz'altro citare il David, il Mos\xc3\xa8, la Piet\xc3\xa0 del Vaticano, la Cupola di San Pietro e il ciclo di affreschi nella Cappella Sistina, tutti considerati traguardi insuperabili dell'ingegno creativo. \nLo studio delle sue opere segn\xc3\xb2 le generazioni successive dando vita, con altri modelli, al manierismo.\n\n"
'La Battaglia di Cascina sarebbe dovuto essere un affresco di Michelangelo Buonarroti da collocare nella fiorentina sala del Maggior Consiglio (poi detta Salone dei Cinquecento) di Palazzo Vecchio, a Firenze. Ne venne realizzato solo un perduto cartone nel 1505-1506 circa, conosciuto da studi e copie antiche, tra cui la migliore \xc3\xa8 quella di Aristotile da Sangallo, databile al 1542 circa e conservata nelle collezioni private del conte di Leicester, a Holkham Hall, nel Norfolk (lo stesso ex proprietario del leonardiano Codice Leicester).\n\n'
'La volta della Cappella Sistina contiene un celeberrimo ciclo di affreschi di Michelangelo Buonarroti, realizzato nel 1508-1512 e considerato uno dei capolavori assoluti e pi\xc3\xb9 importanti dell\'arte occidentale. Commissionato da papa Giulio II fu un\'immane sfida per l\'artista che, oltre a non sentire la pittura come arte a lui pi\xc3\xb9 congeniale (si dichiar\xc3\xb2 sempre scultore), termin\xc3\xb2 la complessa decorazione di quasi 500 m\xc2\xb2 a tempo di record e quasi in solitaria.\nIl ciclo di affreschi completava iconologicamente le Storie di Ges\xc3\xb9 e di Mos\xc3\xa8 realizzate da un team di pittori (tra cui Botticelli, Ghirlandaio, Perugino, Signorelli e Cosimo Rosselli) nel 1481-1482, al tempo di Sisto IV; Michelangelo dipinse infatti sulla volta le storie dell\'umanit\xc3\xa0 "ante legem", cio\xc3\xa8 prima che Dio inviasse le Tavole della Legge a Mos\xc3\xa8.\n\n'
'C\'eravamo tanto amati \xc3\xa8 un film commedia del 1974, diretto da Ettore Scola e interpretato da Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefania Sandrelli, Stefano Satta Flores, Giovanna Ralli e Aldo Fabrizi.\nConsiderato il capolavoro di Scola, sancisce l\'ingresso del regista tra i pi\xc3\xb9 grandi cineasti italiani di sempre. A met\xc3\xa0 tra commedia all\'italiana e cinema d\'impegno sociale, il film rende anche omaggio ad altri generi cinematografici, in virt\xc3\xb9 della trama che percorre circa 30 anni di storia italiana, e soprattutto attraverso una serie di intuizioni filmiche in onore di Vittorio De Sica, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Roberto Rossellini e Alain Resnais.\nLa pellicola si aggiudic\xc3\xb2 molti premi tra cui il Gran Premio al Festival cinematografico internazionale di Mosca, un premio C\xc3\xa9sar per il miglior film straniero, tre nastri d\'argento, la Grolla d\'oro del premio di Saint Vincent. Il film \xc3\xa8 stato successivamente inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare, "100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978".Il film \xc3\xa8 dedicato a Vittorio De Sica, scomparso durante la lavorazione.\n\n'