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Pubblicazione: Roma : La biblioteca di Repubblica, 2005
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: L'Italia
'Genova (, AFI: /\xcb\x88\xca\xa4\xc9\x9bnova/, localmente /\xcb\x88\xca\xa4e\xcb\x90nova/, in ligure Zena /\xcb\x88ze\xcb\x90na/) \xc3\xa8 un comune italiano di 561 467 abitanti, cuore di una vasta area metropolitana, nonch\xc3\xa9 capoluogo dell\'omonima citt\xc3\xa0 metropolitana e della regione Liguria. \xc3\x88 il pi\xc3\xb9 grande e popoloso comune della regione. \nAffacciata sul Mar Ligure, per oltre otto secoli capitale dell\'omonima repubblica, la sua storia \xc3\xa8 legata alla marineria, al commercio, all\'industria e all\'attivit\xc3\xa0 bancaria. Il suo porto, il pi\xc3\xb9 esteso d\'Italia \xc3\xa8 uno dei pi\xc3\xb9 importanti a livello europeo. La citt\xc3\xa0 ha fatto parte del triangolo industriale Milano-Torino-Genova ed \xc3\xa8 ancora uno dei centri economici pi\xc3\xb9 rilevanti d\'Italia.\nNel 2004 \xc3\xa8 stata capitale europea della cultura, mentre dal 2006 parte del suo centro storico, le Strade Nuove ed il Sistema dei Palazzi dei Rolli, \xc3\xa8 compreso tra i siti Patrimonio mondiale dell\'umanit\xc3\xa0 tutelati dall\'UNESCO. Simbolo "fisico" della citt\xc3\xa0 \xc3\xa8 il suo faro, conosciuto come la Lanterna, mentre viene tradizionalmente rappresentata dalla Croce di San Giorgio, negli stemmi sorretta da due grifoni.\n\n'
'Portofino (Portofin /p\xc9\x94rtu\xcb\x88fi\xc5\x8b/ in ligure) \xc3\xa8 un comune italiano di 382 abitanti della citt\xc3\xa0 metropolitana di Genova in Liguria. Per la sua estensione amministrativa, pari a 2,53 km\xc2\xb2, \xc3\xa8 il territorio comunale pi\xc3\xb9 piccolo del territorio metropolitano.'
"Le repubbliche marinare sono state alcune citt\xc3\xa0 portuali italiane che, a partire dal Medioevo, godettero, grazie alle proprie attivit\xc3\xa0 marittime, di autonomia politica e di prosperit\xc3\xa0 economica.\nTale definizione, nata nell'Ottocento, \xc3\xa8 in genere riferita a quattro citt\xc3\xa0 italiane, i cui stemmi sono riportati dal 1947 nelle bandiere della Marina Militare e della Marina Mercantile: Amalfi, Genova, Pisa e Venezia; tuttavia, oltre alle quattro pi\xc3\xb9 note, sono considerate repubbliche marinare anche Ancona, Gaeta e la piccola Repubblica di Noli, alle quali si pu\xc3\xb2 aggiungere, in Dalmazia, Ragusa.\n\xc3\x88 da notare tuttavia che tale raggruppamento \xc3\xa8 una ricostruzione retroattiva artificiosa, in quanto queste entit\xc3\xa0 non erano collegate tra loro, non si autodefinivano in questo modo, non erano le uniche ad intraprendere attivit\xc3\xa0 sul mare, n\xc3\xa9 erano tutte coeve. Considerando le loro condizioni politiche, non erano tutte repubbliche, non erano tutte citt\xc3\xa0-stato, avevano forme politiche molto diverse, aree di influenza diversa con territori di grandezza differente, utilizzando lingue diverse (sebbene sempre un dialetto romanzo), monete diverse e usanze disomogenee, non avendo praticamente molto in comune se non l'ubicazione presso il mare e un'economia strettamente legata ad esso.\nUniformemente disseminate lungo la penisola italiana - al Nord, al Centro e al Sud - le repubbliche marinare furono importanti non solo per la storia della navigazione e del commercio: oltre a preziose merci altrimenti introvabili in Europa, nei loro porti arrivavano anche nuove idee artistiche e notizie su paesi lontani; con le repubbliche marinare l'Europa rialzava nuovamente lo sguardo verso gli altri continenti. Nonostante la rivalit\xc3\xa0 commerciale che le metteva l'una contro l'altra, queste citt\xc3\xa0, per la loro intraprendenza, lo spirito di avventura e la capacit\xc3\xa0 di risorgere dopo tempi difficili, sono sempre state considerate una grande gloria per l'Italia.\nDurante lo scorrere dei secoli, le repubbliche marinare, sia le pi\xc3\xb9 note, sia quelle meno note, vissero altalenanti fortune, che misero in luce ora l'una, ora l'altra citt\xc3\xa0. \nNel IX e nel X secolo, tale fenomeno ebbe inizio con Amalfi e Gaeta, che presto raggiunsero il loro periodo di massimo splendore. Intanto Venezia iniziava la sua ascesa graduale, mentre le altre citt\xc3\xa0 vivevano ancora la lunga gestazione che le avrebbe portate all'autonomia e a dar seguito alla loro vocazione marinara.\nDopo l'XI secolo, Amalfi e Gaeta declinarono rapidamente, mentre Genova e Venezia divennero le repubbliche pi\xc3\xb9 potenti, seguite da Pisa, che visse il suo momento pi\xc3\xb9 florido nel XIII secolo, e da Ancona e Ragusa, alleate per resistere alla potenza veneziana.\nDopo il XIV secolo, mentre Pisa declinava sino a perdere la sua libert\xc3\xa0, Venezia e Genova continuarono a dominare la navigazione, seguite da Ragusa e Ancona, che vissero nel XV secolo il loro momento aureo.\nNel XVI secolo, con la perdita di autonomia di Ancona, rimasero solo le repubbliche di Venezia, Genova e Ragusa, che vissero ancora momenti di grande splendore sino a met\xc3\xa0 del Seicento, seguiti da pi\xc3\xb9 di un secolo di lenta e dorata decadenza che si concluse con l'invasione napoleonica.\n\n"
"Il centro storico di Genova \xc3\xa8 il nucleo della citt\xc3\xa0 vecchia organizzato nel dedalo di vicoli (caruggi) di origine medievale che si sviluppa - da est ad ovest - dalla collina di Carignano alla stazione FS di Genova Piazza Principe, a ridosso di quello che era il Palazzo del Principe, residenza dell'ammiraglio Andrea Doria. Urbanisticamente la zona fa parte del Municipio I Centro-Est.\n\xc3\x88 da notare comunque che l'attuale territorio comunale nasce dalla fusione, avvenuta a pi\xc3\xb9 riprese a partire dalla seconda met\xc3\xa0 del XIX secolo, della Genova storica con i comuni e le cittadine adiacenti (ora quartieri), alcuni dei quali dotati di propri centri storici pi\xc3\xb9 o meno antichi e urbanisticanente rivoluzionati negli anni.\nLe grandi operazioni urbanistiche portate avanti dalla prima met\xc3\xa0 del XIX secolo fino ad oltre la met\xc3\xa0 del XX (difficilmente replicabili oggi, dato il maggior interesse alla tutela dei quartieri storici da parte della pubblica amministrazione), unite ai danni avvenuti durante la seconda guerra mondiale (molti degli edifici antichi sono andati distrutti durante i bombardamenti alleati), hanno in parte stravolto il tessuto originario del centro storico. Poco meno di un quarto degli edifici (23,5%) risale al dopoguerra o ad anni successivi.\n\n"
'Il cimitero monumentale di Staglieno (in ligure \xc3\x87imiteio de Stag\xc3\xa9n) \xc3\xa8 il maggiore luogo di sepoltura di Genova ed \xc3\xa8 uno dei cimiteri monumentali pi\xc3\xb9 importanti d\'Europa.\n\xc3\x88 situato nella Val Bisagno, nel territorio del "Municipio IV \xe2\x80\x93 Genova Media Val Bisagno", comprendente il quartiere di Staglieno.\n\nVi sono sepolti figli illustri del capoluogo ligure e altri personaggi famosi tra i quali uno dei padri della Patria italiana, Giuseppe Mazzini, il presidente del Consiglio e partigiano Ferruccio Parri, il compositore della musica dell\'Inno d\'Italia Michele Novaro, numerosi garibaldini tra i quali Antonio Burlando ed altri che fecero parte della spedizione dei Mille (un campo \xc3\xa8 a loro dedicato), l\'attore Gilberto Govi, il pittore Federico Sirigu, la scrittrice Fernanda Pivano, il poeta Edoardo Sanguineti, Constance Lloyd (moglie di Oscar Wilde), Nino Bixio e Stefano Canzio. Vi \xc3\xa8 anche il cenotafio del cantautore Fabrizio De Andr\xc3\xa9\nPer la vastit\xc3\xa0 dei suoi imponenti monumenti funebri \xc3\xa8 considerato un vero e proprio museo a cielo aperto. Le numerose statue funerarie e cappelle \xe2\x80\x93 opere prevalentemente di scultori genovesi \xe2\x80\x93 sia pure costruite in stili differenti, restituiscono all\'insieme del complesso un importante valore sotto l\'aspetto dell\'architettura e scultura funebre.\n\n'