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Pubblicazione: Firenze : Regione Toscana : Giunta regionale, 1993
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Con la locuzione "trattativa Stato-mafia" si fa riferimento ai contatti che secondo la sentenza di primo grado del 20 aprile 2018 sono avvenuti a partire dal 1992 in seguito all\'omicidio dell\'onorevole Salvo Lima tra esponenti delle Istituzioni e rappresentanti di Cosa nostra. La trattativa fu portata avanti a partire dall\'inizio della cosiddetta "stagione stragista" al fine di giungere a un accordo, il cui fulcro ipotizzato sarebbe stato, in sintesi, quello di porre fine alle stragi mafiose in cambio di un\'attenuazione della lotta alla mafia stessa da parte dello Stato italiano (in particolare in seguito all\'attivit\xc3\xa0 del pool di Palermo guidato da Giovanni Falcone che aveva condannato nel Maxiprocesso di Palermo centinaia di criminali mafiosi) per giungere a delle forme di reciproca convivenza. La trattativa Stato-mafia sarebbe stato quindi il risultato del ricatto della mafia esercitato attraverso le stragi, al fine di costringere lo Stato a un compromesso. \nLe varie ipotesi sono state a lungo oggetto di inchieste giornalistiche e di indagini giudiziarie, tuttora in corso. Secondo alcune fonti, si potrebbe anche parlare, al plurale, di "trattative Stato-mafia".\n\n'
'\xc2\xabCosa nostra\xc2\xbb (nel linguaggio comune genericamente detta mafia siciliana o semplicemente mafia) \xc3\xa8 un\'espressione utilizzata per indicare un\'organizzazione criminale di tipo mafioso-terroristico presente in Italia, soprattutto in Sicilia e in pi\xc3\xb9 parti del mondo.\nQuesto termine viene oggi utilizzato per riferirsi esclusivamente alla mafia di origine siciliana (anche per indicare le sue ramificazioni internazionali, specie negli Stati Uniti d\'America, dove viene identificata come Cosa nostra statunitense, sebbene oggi entrambe abbiano diffusione a carattere internazionale), per distinguerla dalle altre associazioni ed organizzazioni mafiose.\nGli interventi di contrasto da parte dello Stato italiano si sono fatti pi\xc3\xb9 decisi a partire dagli anni ottanta del XX secolo, attraverso le indagini del cosiddetto "pool antimafia" creato dal giudice Rocco Chinnici e in seguito diretto da Antonino Caponnetto. Facevano parte del pool anche i magistrati Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.'
'Carlo Alberto dalla Chiesa (Saluzzo, 27 settembre 1920 \xe2\x80\x93 Palermo, 3 settembre 1982) \xc3\xa8 stato un generale e prefetto italiano.\nFiglio di un generale dei Carabinieri, entr\xc3\xb2 nell\'Arma durante la seconda guerra mondiale e partecip\xc3\xb2 alla Resistenza. Dopo la guerra combatt\xc3\xa9 il banditismo prima in Campania e quindi in Sicilia; dopo vari periodi a Firenze, Como, Roma e Milano, tra il 1966 e il 1973 fu nuovamente in Sicilia dove, con il grado di colonnello, comandante della Legione Carabinieri di Palermo, indag\xc3\xb2 su Cosa nostra. Divenuto generale di brigata a Torino dal 1973 al 1977, fu protagonista della lotta contro le Brigate Rosse; su sua proposta venne creato il "Nucleo Speciale Antiterrorismo" attivo tra il 1974 e il 1976. Promosso generale di divisione, fu nominato nel 1978 coordinatore delle forze di polizia e degli agenti informativi per la lotta contro il terrorismo, con poteri speciali. Dal 1979 al 1981 comand\xc3\xb2 la Divisione Pastrengo a Milano; tra il 1981 e il 1982 fu vicecomandante generale dell\'Arma.Nel 1982 venne nominato prefetto di Palermo con l\'incarico di contrastare Cosa nostra cos\xc3\xac come aveva fatto nella lotta al terrorismo. Fu ucciso nella citt\xc3\xa0 siciliana pochi mesi dopo il suo insediamento nella strage di via Carini dove perirono anche la consorte Emanuela Setti Carraro e l\'agente di scorta Domenico Russo. Fu insignito di medaglia d\'oro al valore civile alla memoria; la salma \xc3\xa8 attualmente tumulata nel Cimitero della Villetta, a Parma.'
"La Direzione Investigativa Antimafia, meglio conosciuta con l'acronimo DIA, \xc3\xa8 un organismo investigativo interforze, inquadrato nel Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'interno della Repubblica Italiana, con compiti di contrasto alla criminalit\xc3\xa0 organizzata di stampo mafioso in Italia.\nContemporaneamente alla sua istituzione fu soppresso l'Alto Commissariato per la lotta alla mafia.\n\n"
"Salvatore Riina, detto Tot\xc3\xb2 (Corleone, 16 novembre 1930 \xe2\x80\x93 Parma, 17 novembre 2017), \xc3\xa8 stato un criminale italiano, boss di Cosa nostra e considerato il capo dell'organizzazione dal 1982 fino al suo arresto, avvenuto il 15 gennaio 1993.\n\xc3\x88 stato ritenuto il pi\xc3\xb9 potente, pericoloso e sanguinario componente di tutta Cosa nostra in quegli anni, talvolta menzionato come il capo dei capi. Veniva indicato anche con i soprannomi u curtu, per via della sua bassa statura (158 cm), e La Belva, per indicare la sua brutalit\xc3\xa0 sanguinaria."