Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Serie: L'Unità novità ; 16
Serie: Giorni di storia ; 17
"I libri di memorie sull\xe2\x80\x99Olocausto, scritti dai sopravvissuti, sono una importante testimonianza diretta della vita delle persone coinvolte nelle persecuzioni razziali naziste. Alcuni memoriali furono scritti immediatamente dopo la Liberazione per denunciare i crimini cui si era assistito e fissare con precisione i propri ricordi. Altri memoriali furono redatti anche a distanza di anni o decenni dagli eventi narrati per conservare la propria testimonianza a futura memoria. Un memoriale che fu invece scritto e pubblicato mentre l'Olocausto era ancora in corso fu quello che oggi conosciamo come I protocolli di Auschwitz scritto dai due giovani fuggitivi da Auschwitz, Rudolf Vrba e Alfr\xc3\xa9d Wetzler, e pubblicato nel 1944, alla fine della loro fuga, in Slovacchia e consistente in una quarantina di fogli divisi in tre sezioni, battuti a macchina in pi\xc3\xb9 copie e tradotti in tedesco, il primo documento sulla Shoah ancora in corso. \n\n"
'Sandro Pertini, all\'anagrafe Alessandro Giuseppe Antonio Pertini (Stella San Giovanni, 25 settembre 1896 \xe2\x80\x93 Roma, 24 febbraio 1990), \xc3\xa8 stato un politico, giornalista e partigiano italiano.\nFu il settimo presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 1978 al 1985, primo socialista e unico esponente del PSI a ricoprire la carica.\nDurante la prima guerra mondiale, Pertini combatt\xc3\xa9 sul fronte dell\'Isonzo e per diversi meriti sul campo gli fu conferita una medaglia d\'argento al valor militare nel 1917. Nel primo dopoguerra ader\xc3\xac al Partito Socialista Unitario di Filippo Turati e si distinse per la sua energica opposizione al fascismo. Perseguitato per il suo impegno politico contro la dittatura di Mussolini, nel 1925 fu condannato a otto mesi di carcere, e quindi costretto all\'esilio in Francia per evitare l\'assegnazione per cinque anni al confino.\nContinu\xc3\xb2 la sua attivit\xc3\xa0 antifascista anche all\'estero e per questo, dopo essere rientrato sotto falso nome in Italia nel 1929, fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato prima alla reclusione e successivamente al confino.\nSolo nel 1943, alla caduta del regime fascista, fu liberato. Contribu\xc3\xac a ricostruire il vecchio PSI fondando insieme a Pietro Nenni e Lelio Basso il Partito Socialista Italiano di Unit\xc3\xa0 Proletaria.\nIl 10 settembre 1943 partecip\xc3\xb2 alla battaglia di Porta San Paolo nel tentativo di difendere Roma dall\'occupazione tedesca.\nDivenne in seguito una delle personalit\xc3\xa0 di primo piano della Resistenza e fu membro della giunta militare del Comitato di Liberazione Nazionale in rappresentanza del PSIUP.\nA Roma fu catturato dalle SS e condannato a morte; riusc\xc3\xac a salvarsi evadendo dal carcere di Regina Coeli assieme a Giuseppe Saragat e ad altri cinque esponenti socialisti grazie a un intervento dei partigiani delle Brigate Matteotti.\nNella lotta di Resistenza fu attivo a Roma, in Toscana, Valle d\'Aosta e Lombardia, distinguendosi in diverse azioni che gli valsero una medaglia d\'oro al valor militare. Nell\'aprile 1945 partecip\xc3\xb2 agli eventi che portarono alla liberazione dal nazifascismo, organizzando l\'insurrezione di Milano e votando il decreto che condann\xc3\xb2 a morte Mussolini e gli altri gerarchi fascisti.\nNell\'Italia repubblicana fu eletto deputato all\'Assemblea Costituente per i socialisti, quindi senatore nella prima legislatura e deputato in quelle successive, sempre rieletto dal 1953 al 1976. Ricopr\xc3\xac per due legislature consecutive, dal 1968 al 1976, la carica di presidente della Camera dei deputati, infine fu eletto presidente della Repubblica Italiana l\'8 luglio 1978.\nAndando spesso oltre il "basso profilo" tipico del ruolo istituzionale ricoperto, il suo mandato presidenziale fu caratterizzato da una forte impronta personale che gli valse una notevole popolarit\xc3\xa0, tanto da essere ricordato come il "presidente pi\xc3\xb9 amato dagli italiani" o il "presidente degli italiani".Come capo dello Stato confer\xc3\xac l\'incarico a sei presidenti del Consiglio: Giulio Andreotti (del quale respinse le dimissioni di cortesia presentate nel 1978), Francesco Cossiga (1979-1980), Arnaldo Forlani (1980-1981), Giovanni Spadolini (1981-1982), Amintore Fanfani (1982-1983) e Bettino Craxi (1983-1987).\nNomin\xc3\xb2 cinque senatori a vita: Leo Valiani nel 1980, Eduardo De Filippo nel 1981, Camilla Ravera nel 1982 (prima donna senatrice a vita), Carlo Bo e Norberto Bobbio nel 1984; infine nomin\xc3\xb2 tre giudici della Corte costituzionale: nel 1978 Virgilio Andrioli, nel 1980 Giuseppe Ferrari e nel 1982 Giovanni Conso.\nEsponente democratico e riformista del socialismo italiano, durante la sua carriera si prodig\xc3\xb2 per la crescita del PSI e per l\'unit\xc3\xa0 dei socialisti italiani, opponendosi strenuamente alla scissione del 1947 e sostenendo la riunificazione delle sinistre. In qualit\xc3\xa0 di presidente della Repubblica nel 1979 confer\xc3\xac, per la prima volta dal 1945, il mandato di formare il nuovo governo a un esponente laico, il repubblicano Ugo La Malfa, incaricando quindi, con successo, nel 1981, il segretario del PRI Giovanni Spadolini (primo non democristiano ad assumere la guida del governo dal 1945), e nel 1983 il segretario del PSI Bettino Craxi (primo uomo politico socialista a essere nominato presidente del Consiglio nella storia d\'Italia).\nDurante e dopo il periodo presidenziale non rinnov\xc3\xb2 la tessera del PSI, al fine di presentarsi al di sopra delle parti, pur senza rinnegare il suo essere socialista. Del resto, lasciato il Quirinale al termine del suo mandato presidenziale e rientrato in Parlamento come senatore a vita di diritto, si iscrisse al gruppo senatoriale del Partito Socialista Italiano.\nFu sposato dal 1946 alla sua morte con Carla Voltolina, anch\'essa partigiana e antifascista.\n\n'