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Pubblicazione: Firenze : Barbera, 1875
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Michelangelo Buonarroti (Caprese, 6 marzo 1475 \xe2\x80\x93 Roma, 18 febbraio 1564) \xc3\xa8 stato uno scultore, pittore, architetto e poeta italiano.\nProtagonista del Rinascimento italiano, gi\xc3\xa0 in vita fu riconosciuto come uno dei pi\xc3\xb9 grandi artisti di tutti i tempi. Personalit\xc3\xa0 tanto geniale quanto irrequieta, il suo nome \xc3\xa8 legato ad alcune delle pi\xc3\xb9 maestose opere dell'arte occidentale tra cui si devono senz'altro citare il David, il Mos\xc3\xa8, la Piet\xc3\xa0 del Vaticano, la Cupola di San Pietro e il ciclo di affreschi nella Cappella Sistina, tutti considerati traguardi insuperabili dell'ingegno creativo. \nLo studio delle sue opere segn\xc3\xb2 le generazioni successive dando vita, con altri modelli, al manierismo.\n\n"
"Il David \xc3\xa8 una scultura realizzata in marmo (altezza 520 cm incluso il basamento di 108 cm) da Michelangelo Buonarroti, databile tra il 1501 e l'inizio del 1504 e conservata nella Galleria dell'Accademia a Firenze.\nLargamente considerato un capolavoro della scultura mondiale, \xc3\xa8 uno degli emblemi del Rinascimento nonch\xc3\xa9 simbolo di Firenze e dell'Italia all'estero. L'opera, che ritrae l'eroe biblico nel momento in cui si appresta ad affrontare Golia, originariamente fu collocata in Piazza della Signoria, come simbolo della Repubblica fiorentina vigile e vittoriosa contro i nemici.\nDa sempre considerato l'ideale di bellezza maschile nell'arte cos\xc3\xac come la Venere di Sandro Botticelli \xc3\xa8 considerata il canone di bellezza femminile, molti ritengono che il David sia l'oggetto artistico pi\xc3\xb9 bello mai creato dall'uomo.\n\n"
'Michelangelo Antonioni (Ferrara, 29 settembre 1912 \xe2\x80\x93 Roma, 30 luglio 2007) \xc3\xa8 stato un regista, sceneggiatore, montatore, scrittore, pittore e critico cinematografico italiano, tra i maggiori cineasti della storia del cinema.\nAutore di riferimento del cinema moderno, fin dall\'esordio nel 1950 con Cronaca di un amore, pellicola che \xc2\xabsegna la fine del neorealismo e la nascita di una nuova stagione del cinema italiano\xc2\xbb, Antonioni ha firmato alcune delle pagine pi\xc3\xb9 intense e profonde del cinema degli anni sessanta e settanta.\nIn particolare, tra il 1960 e il 1962, grazie alla sua celebre "trilogia dell\'incomunicabilit\xc3\xa0", composta dai tre film in bianco e nero L\'avventura, La notte e L\'eclisse (con protagonista la giovane Monica Vitti, al tempo compagna di Antonioni anche nella vita), considerati a buon diritto le prime opere cinematografiche che affrontano i moderni temi dell\'incomunicabilit\xc3\xa0, dell\'alienazione e del disagio esistenziale, Antonioni riesce a \xc2\xabrinnovare la drammaturgia filmica\xc2\xbb e a creare un forte \xc2\xabsmarrimento\xc2\xbb tra pubblico e critica, che accolgono queste opere \xc2\xabformalmente molto innovative\xc2\xbb in \xc2\xabmaniera contrastante\xc2\xbb.\nCon i successivi Il deserto rosso (1964, Leone d\'oro al miglior film alla Mostra di Venezia) e Blow-Up (1966, Palma d\'oro al Festival di Cannes del 1967) si consacra definitivamente all\'attenzione internazionale vincendo i pi\xc3\xb9 prestigiosi Festival cinematografici. Negli anni settanta prosegue la sua ricerca sulla \xc2\xabcrisi della modernit\xc3\xa0\xc2\xbb, con opere discusse e innovative quali Zabriskie Point del 1970 (un atipico road movie di grande originalit\xc3\xa0 formale e narrativa e di forte critica al consumismo) e Professione: reporter del 1975.\n\n'
"Il Giudizio universale (1535-1541) \xc3\xa8 un affresco di Michelangelo Buonarroti, realizzato tra il 1535 e il 1541 su commissione di Papa Clemente VII per decorare la parete dietro l'altare della Cappella Sistina, una delle pi\xc3\xb9 grandiose rappresentazioni della parusia, ovvero dell'evento dell'ultima venuta alla fine dei tempi del Cristo per inaugurare il Regno di Dio, nonch\xc3\xa9 uno dei pi\xc3\xb9 grandi capolavori dell'arte occidentale.\nL'opera segn\xc3\xb2 la fine di un'epoca e costitu\xc3\xac uno spartiacque della storia dell'arte e del pensiero umano: all'uomo forte e sicuro dell'Umanesimo e del primo Rinascimento, che Michelangelo stesso aveva esaltato negli Ignudi della volta, subentra una visione caotica e angosciata che investe tanto i dannati quanto i beati, nella totale mancanza di certezze che rispecchia la deriva e le insicurezze della nuova epoca."