Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Pubblicazione: Milano : Fratelli Fabbri Editori, 1963
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Il Giudizio universale (1535-1541) \xc3\xa8 un affresco di Michelangelo Buonarroti, realizzato tra il 1535 e il 1541 su commissione di Papa Clemente VII per decorare la parete dietro l'altare della Cappella Sistina, una delle pi\xc3\xb9 grandiose rappresentazioni della parusia, ovvero dell'evento dell'ultima venuta alla fine dei tempi del Cristo per inaugurare il Regno di Dio, nonch\xc3\xa9 uno dei pi\xc3\xb9 grandi capolavori dell'arte occidentale.\nL'opera segn\xc3\xb2 la fine di un'epoca e costitu\xc3\xac uno spartiacque della storia dell'arte e del pensiero umano: all'uomo forte e sicuro dell'Umanesimo e del primo Rinascimento, che Michelangelo stesso aveva esaltato negli Ignudi della volta, subentra una visione caotica e angosciata che investe tanto i dannati quanto i beati, nella totale mancanza di certezze che rispecchia la deriva e le insicurezze della nuova epoca."
'Il Giudizio universale (o Giudizio finale), secondo l\'escatologia cristiana, \xc3\xa8 un avvenimento che si verificher\xc3\xa0 alla fine dei tempi, subito dopo la Seconda venuta di Cristo. Secondo la teologia, infatti, il compimento delle storie di libert\xc3\xa0 vissute da ogni uomo comporta \xc2\xabil rendersi consapevoli della qualit\xc3\xa0 etica di queste storie di fronte a Dio\xc2\xbb. Inoltre \xc2\xabnella testimonianza biblica che Ges\xc3\xb9 sar\xc3\xa0 il giudice \xc3\xa8 contenuta la promessa che il giudizio di Dio sul male e su ogni colpa sar\xc3\xa0 un giudizio di grazia\xc2\xbb.La concezione che al termine della loro vita Dio giudicher\xc3\xa0 tutti gli uomini in base alle azioni da loro compiute e destiner\xc3\xa0 ciascuno al Paradiso oppure all\'Inferno \xc3\xa8 comune a molte religioni e filosofie e in particolare a quelle presenti nel contesto culturale in cui \xc3\xa8 nato il cristianesimo: l\'ebraismo, lo zoroastrismo, la religione egizia (cfr. psicostasia) e fra le filosofie il platonismo. Nel cristianesimo questa dottrina fa riferimento ad una celebre parabola di Ges\xc3\xb9 (Matteo 25,31-46). In essa Ges\xc3\xb9 si identifica con il sofferente e il giudizio verte di volta in volta sulla compassione concretamente dimostrata e non sulla fede professata.\nLa chiesa latina (seguendo Cipriano e soprattutto Agostino d\'Ippona) ha sottolineato la necessit\xc3\xa0 di una giustizia equilibratrice. La giustizia di Dio, fu quindi contrapposta alla sua misericordia, in quanto essa obbligherebbe Dio a un certo comportamento (Anselmo d\'Aosta). Perlomeno Dio "non pu\xc3\xb2 dimostrare grazia nello stesso modo ai malfattori e alle vittime" ed "\xc3\xa8 sperabile che rispetter\xc3\xa0 e ristabilir\xc3\xa0 la dignit\xc3\xa0 di queste ultime".Secondo i teologi alessandrini del III secolo Clemente e Origene e i loro numerosi sostenitori la misericordia di Dio deve prevalere e condurre a una riconciliazione universale (apocatastasi). Questa dottrina fu sempre sperata nella storia della Chiesa e della teologia, in quanto "la teologia non possiede alcuna conoscenza, n\xc3\xa9 alcuna competenza per decidere sulle possibilit\xc3\xa0 che Dio ha di mutare positivamente le libere decisioni delle sue creature senza distruggerne la libert\xc3\xa0". La riprende anche il teologo cattolico Hans Urs von Balthasar, che sottolinea come ad ella sembrano aderire alcuni fra i pi\xc3\xb9 famosi teologi cattolici, fra cui anche lo stesso Papa Benedetto XVI.La dottrina del giudizio finale solleva il problema dello stato delle anime fra il momento della loro morte e la seconda venuta di Cristo. La questione presenta problemi filosofici sia di antropologia (pu\xc3\xb2 sussistere l\'anima senza il corpo?) sia di ontologia del tempo (Il tempo, inteso come flusso omogeneo, esiste oggettivamente oppure con la morte la persona raggiunge istantaneamente la "fine dei tempi"?). Questi problemi non hanno ancora trovato una soluzione da tutti condivisa. La dottrina che non esista alcuno stato intermedio perch\xc3\xa9 alla morte ogni persona raggiunge il giudizio universale \xc3\xa8 ritenuta la pi\xc3\xb9 verosimile da Karl Rahner, teologo cattolico e perito conciliare durante il Concilio Vaticano II.La soluzione tradizionale mira ad affermare che i giustificati ottengono immediatamente il dono loro assegnato da Cristo e perci\xc3\xb2 ad escludere la visione beatifica differita, teoria molto diffusa fra i padri della chiesa cattolica e predicata ancora oggi da alcune frange protestanti. La maggior parte dei cristiani, infatti, ha ritenuto e ritiene inaccettabile che i martiri, la stessa Vergine Maria e gli altri santi non possano godere da subito della visione beatifica.\nSecondo la Chiesa cattolica e quella ortodossa gli uomini vengono giudicati subito dopo la morte (giudizio particolare), e le loro anime accedono al Paradiso o all\'Inferno immediatamente o, nel caso del Paradiso, dopo una fase pi\xc3\xb9 o meno intensa di purificazione nel Purgatorio. Alla fine dei tempi vi sar\xc3\xa0 invece la risurrezione della carne, con la quale i corpi risusciteranno e si riuniranno alle anime per il giudizio finale (che comunque \xc3\xa8 collegato al giudizio particolare e coerente con esso con modalit\xc3\xa0 tuttora non chiarite), di salvezza nella comunione dei santi, oppure di condanna.\nNella tradizione protestante, invece, si esclude ogni purificazione dopo la morte. Lutero non sembra aver professato una teologia dello stato intermedio coerente e costante nel tempo. Bench\xc3\xa9 egli abbia talvolta affermato che le anime "dormono", nelle chiese riformate prevale l\'opinione di Giovanni Calvino secondo cui le anime dei morti si trovano in uno stato vigile di felicit\xc3\xa0 o di dolore che anticipa il loro destino eterno dopo il giudizio finale.\n\n'
'Il Diluvio Universale \xc3\xa8 un affresco (280x560 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1508-1510 circa e facente parte della serie di affreschi della volta della Cappella Sistina, nel Palazzo Apostolico del Vaticano a Roma, commissionata a Michelangelo dal papa Giulio II.\n\n'
"Gli affreschi di Buonamico Buffalmacco raffiguranti Il Giudizio finale e L'Inferno sono due scene collegate di una serie di tre grandi dipinti, eseguiti tra 1336 e 1341 su commessa dei frati domenicani nel Camposanto di Pisa. Staccate dalla parete e riportate su tela le due opere (che misurano rispettivamente metri 6,0x8,6 e metri 6,0x7,0) sono oggi conservate presso lo stesso Camposanto, dopo lunga opera di restauro.\n\n"
"Il Giudizio universale \xc3\xa8 un dipinto tempera su tavola di Marcello Venusti, realizzato nel 1549 e conservato all'interno del Museo nazionale di Capodimonte, a Napoli."