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Serie: Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi ; 12
'Jacopo Ligozzi (Verona, 1547 \xe2\x80\x93 Firenze, marzo 1627) \xc3\xa8 stato un pittore italiano.\n\n'
"L'Accademia di belle arti Tadini si trova a Lovere (in provincia di Bergamo, Italia) \xc3\xa8 una preziosa testimonianza della cultura del neoclassicismo in Italia.\nLa Galleria ospita una prestigiosa raccolta d'arte antica, che comprende tra l'altro un importante nucleo di opere di Antonio Canova: il bozzetto in terracotta della Religione per il Monumento a Papa Clemente XIII, la Stele Tadini e una raccolta di oltre trenta incisioni.\nIl museo espone dipinti di Lorenzo Veneziano, Jacopo Bellini, Francesco Benaglio, Girolamo da Treviso il Vecchio, Paris Bordon, Bernardino Campi, Jacopo Palma il Giovane, Carlo Francesco Nuvolone, Gian Giacomo Barbelli, Tommaso Pombioli, Liberale da Verona, Paolo Farinati, Antonio Balestra, Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, Fra Galgario, Francesco Hayez, oltre a importanti raccolte di bronzetti, disegni e porcellane.\nL'Accademia Tadini fa parte della Rete dell'Ottocento lombardo.\n\n"
"La Galleria degli Uffizi \xc3\xa8 un museo statale di Firenze, che fa parte del complesso museale denominato Gallerie degli Uffizi e comprendente, oltre alla suddetta galleria, il Corridoio Vasariano, le collezioni di Palazzo Pitti e il Giardino dei Boboli, che insieme costituiscono per quantit\xc3\xa0 e qualit\xc3\xa0 delle opere raccolte uno dei pi\xc3\xb9 importanti musei del mondo.\nVi si trovano la pi\xc3\xb9 cospicua collezione esistente di Raffaello e Botticelli, oltre a nuclei fondamentali di opere di Giotto, Tiziano, Pontormo, Bronzino, Andrea del Sarto, Caravaggio, D\xc3\xbcrer, Rubens ed altri ancora. Mentre a Palazzo Pitti si concentrano le opere pittoriche del Cinquecento e del Barocco (spaziando da Giorgione a Tiziano, da Ribera a Van Dyck), ma anche dell'Ottocento e Novecento italiano, il corridoio Vasariano ospitava fino al 2018 parte della Collezione di Autoritratti (oltre 1.700), che prossimamente sar\xc3\xa0 ospitata nella Galleria delle Statue e delle Pitture.\nIl museo ospita una raccolta di opere d'arte inestimabili, derivanti, come nucleo fondamentale, dalle collezioni dei Medici, arricchite nei secoli da lasciti, scambi e donazioni, tra cui spicca un fondamentale gruppo di opere religiose derivate dalle soppressioni di monasteri e conventi tra il XVIII e il XIX secolo. Divisa in varie sale allestite per scuole e stili in ordine cronologico, l'esposizione mostra opere dal XII al XVIII secolo, con la migliore collezione al mondo di opere del Rinascimento fiorentino. Di grande pregio sono anche la collezione di statuaria antica e soprattutto quella dei disegni e delle stampe che, conservata nel Gabinetto omonimo, \xc3\xa8 una delle pi\xc3\xb9 cospicue ed importanti al mondo.\nNel 2019 ha registrato 2.361.732 visitatori (dati Mibact)."
"La chiesa di Sant'Eufemia \xc3\xa8 un luogo di culto cattolico che sorge nel cuore del centro storico di Verona. Si trova a cavallo di un antico cardine romano dove probabilmente nel VI secolo esisteva gi\xc3\xa0 un edificio chiesastico. La fondazione dell'attuale chiesa si deve ai Della Scala che nel 1262 portarono a Verona i monaci eremitani agostiniani affinch\xc3\xa9 fossero pi\xc3\xb9 vicini alla comunit\xc3\xa0 e concessero loro di costruire un monastero, situato al tempo nel quartiere dei Capitani della citt\xc3\xa0 scaligera. Grazie a lasciti e donazioni, in particolare quella di Alberto della Scala, l'edificio pot\xc3\xa9 essere consacrato nel 1331 dal vescovo di Verona Nicol\xc3\xb2. Il fervore edilizio comunque non si esaur\xc3\xac e negli anni seguenti si continu\xc3\xb2 ad ampliare gli ambienti del monastero al fine di accogliere il sempre maggior numero di monaci che qui arrivavano attratti dal grande prestigio che la comunit\xc3\xa0 vantava. Grazie a un permesso concesso da Mastino II della Scala nel 1340 si pot\xc3\xa9 ingrandire ulteriormente la chiesa realizzando il vasto abside che tutt'oggi la contraddistingue. A partire dalla fine del XIV secolo continuarono i lavori per la realizzazione delle varie cappelle e altari minori.\nNel corso del Settecento l'edificio fu sottoposto a diverse manomissioni che riguardarono la facciata e gli spazi interni, dove venne realizzato un soffitto a volta a nascondere le antiche capriate e un grande arco che divide il presbiterio dall'aula. Questi sono anche gli anni di decadenza del monastero, gi\xc3\xa0 spopolato dalla peste del 1630, che culmineranno nella soppressione voluta dalle truppe napoleoniche che ne fecero un ospedale militare. Riaperta al culto sotto la dominazione austriaca, torn\xc3\xb2 a servire come ricovero per la guarnigione durante le guerre d'indipendenza italiane. Durante i primi anni del XX secolo si misero in opera degli interventi di restauro e consolidamento delle murature dell'edificio, tuttavia il 25 aprile 1945 l'esplosione del vicino ponte della Vittoria, fatto saltare dai soldati tedeschi in ritirata, danneggi\xc3\xb2 gravemente la facciata; in occasione della ricostruzione venne realizzato un ampio rosone in sostituzione della settecentesca monofora.\nNei vasti spazi interni sono conservate pregevoli opere di diversi pittori della scuola veronese, tra cui: Giovan Francesco Caroto, Francesco Torbido, il Moretto, Dionisio Battaglia, Battista del Moro, Paolo Farinati, Jacopo Ligozzi, Bernardino India, Domenico e Felice Brusasorzi."
"Il Museo di San Marco \xc3\xa8 un museo statale italiano; ha sede nella parte monumentale di un antico convento domenicano sito in piazza San Marco a Firenze. La fama del museo, la cui architettura \xc3\xa8 un capolavoro rinascimentale, si deve soprattutto alla presenza di opere di Beato Angelico, presenti in tanti ambienti del convento. Un'ala \xc3\xa8 dedicata alla scuola di San Marco (Fra' Bartolomeo, Mariotto Albertinelli e i loro allievi), che pure vissero a lavorarono qui, mentre un'altra ospita il lapidario e i resti di edifici demoliti nel periodo del Risanamento di Firenze capitale.\nDal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attivit\xc3\xa0 culturali lo gestisce tramite il Polo museale della Toscana, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.\n\n"