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Pubblicazione: Firenze : Vallechi, 1964
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Morte di un matematico napoletano \xc3\xa8 un film del 1992 diretto da Mario Martone, all'esordio nella regia cinematografica.\nFrutto dell'intreccio culturale e umano nato intorno all'esperienza dei Teatri Uniti di Napoli, la pellicola offre una rappresentazione di una Napoli crepuscolare (grazie anche al direttore della fotografia Luca Bigazzi), ripercorrendo la vicenda biografica del matematico napoletano Renato Caccioppoli.\n\n"
"Paolo Villaggio (Genova, 30 dicembre 1932 \xe2\x80\x93 Roma, 3 luglio 2017) \xc3\xa8 stato un attore, scrittore, comico, sceneggiatore, doppiatore e regista italiano.\n\xc3\x88 stato autore e interprete di personaggi legati a una comicit\xc3\xa0 surreale e innovativa come il professor Kranz, il timido Giandomenico Fracchia e soprattutto il ragionier Ugo Fantozzi: creazione letteraria da cui \xc3\xa8 nata una saga cinematografica di ampio e duraturo successo, tanto da elevare il personaggio a vera e propria maschera formatasi nel solco della commedia dell'arte. Inventore di una comicit\xc3\xa0 inedita, priva di legami con le tradizioni e i regionalismi del cinema comico popolare, con la sua attivit\xc3\xa0 di attore, umorista e uomo di spettacolo \xc3\xa8 entrato nella cultura di massa di intere generazioni di italiani.Al percorso attoriale ha fatto eco quello di scrittore, iniziato con un libro su Fantozzi e seguito da varie opere di carattere satirico e da altri otto romanzi dedicati al ragioniere; molti di questi sono stati pubblicati e tradotti in pi\xc3\xb9 lingue. Sul piano lessicale ha ideato un tipo di scrittura originale e tagliente fatta di neologismi, aggettivazioni enfatiche, errori morfologici e termini burocratici entrati nel patrimonio comune della lingua italiana.Nella sua oltre cinquantennale carriera si \xc3\xa8 cimentato in altri campi espressivi come il giornalismo, la radio e il teatro scrivendo, inoltre, due testi di canzoni per l'amico e cantautore Fabrizio De Andr\xc3\xa9 (raccolti nel 45 giri Il fannullone/Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers). In ambito televisivo ha dato contributi di rilievo sia nei panni di presentatore sia in quelli di artista lanciando sul finire degli anni sessanta programmi dal contenuto sperimentale e avanguardista.Accostato a comici come Buster Keaton, Charlie Chaplin, Stan Laurel e Oliver Hardy, \nricevette nel settembre del 1992, alla Mostra del cinema di Venezia, il Leone d'oro alla carriera e nell'agosto del 2000 gli fu assegnato il Pardo d'onore al Festival del cinema di Locarno.Ha recitato in parti pi\xc3\xb9 drammatiche partecipando a film di registi come Federico Fellini, Ermanno Olmi, Lina Wertm\xc3\xbcller, Mario Monicelli, Pupi Avati, Gabriele Salvatores e Marco Ferreri.\n\n"
'Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 \xe2\x80\x93 Roma, 2 novembre 1975) \xc3\xa8 stato un regista, scrittore, drammaturgo, giornalista e filosofo italiano, considerato tra i maggiori artisti e intellettuali del XX secolo.\nCulturalmente versatile, si distinse in numerosi campi, lasciando contributi anche come pittore, filosofo, romanziere, linguista, traduttore e saggista.\nAttento osservatore dei cambiamenti della societ\xc3\xa0 italiana dal secondo dopoguerra sino alla met\xc3\xa0 degli anni settanta nonch\xc3\xa9 figura a tratti controversa, suscit\xc3\xb2 spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalit\xc3\xa0 dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini borghesi e della nascente societ\xc3\xa0 dei consumi, come anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti.\nIl suo rapporto con la propria omosessualit\xc3\xa0 fu al centro del suo personaggio pubblico.\n\n'
'Sergio Tramonti (Ravenna, 1946) \xc3\xa8 un attore, scenografo e pittore italiano.\n\n'
"Io speriamo che me la cavo \xc3\xa8 un film del 1992 diretto da Lina Wertm\xc3\xbcller e interpretato da Paolo Villaggio. Il film \xc3\xa8 tratto dall'omonimo libro di Marcello D'Orta.\n\n"
"Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudelt\xc3\xa0.\nI Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime.\nQuarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60\xe2\x80\x93m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobriet\xc3\xa0 e la severit\xc3\xa0 repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realt\xc3\xa0:\n\nLa classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festivit\xc3\xa0 religiose o in ricorrenze laiche.\n\n"