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'La Regia Marina fu l\'arma navale del Regno d\'Italia fino al 18 giugno 1946 quando, con la proclamazione della Repubblica, assunse la nuova denominazione di Marina Militare.\nCon la caduta di Gaeta il 15 febbraio 1861, la fine del Regno delle Due Sicilie sanc\xc3\xac l\'unione della Real Marina Sarda alla Marina borbonica, che contribu\xc3\xac al suo potenziamento. Il 17 marzo successivo, con la proclamazione del Regno da parte del Parlamento di Torino, nacque la Regia Marina e l\'assertore pi\xc3\xb9 convinto della necessit\xc3\xa0 per il Regno d\'Italia di dotarsi di una forza navale potente che amalgamasse le competenze delle marine preunitarie, Camillo Benso, conte di Cavour (allora Presidente del Consiglio), non manc\xc3\xb2 di ribadire il proprio impegno di fare dell\'Italia una nazione di spiccato carattere marittimo:\n\nL\'impegno di Cavour port\xc3\xb2 ad un notevole sviluppo della flotta, che si interruppe con la battaglia di Lissa; perch\xc3\xa9 la Regia Marina tornasse a dotarsi di navi moderne ci vollero dieci anni, con lo sviluppo della classe Duilio. Grazie ad ingegneri navali come Cuniberti e Masdea vennero prodotte classi di navi interessanti, ma sempre in numero limitato a causa delle necessit\xc3\xa0 di bilancio del paese.\nLa guerra italo-turca fu il primo vero banco di prova per la nuova flotta, schierando in linea praticamente le stesse navi poi impegnate nella prima guerra mondiale, durante la quale, tuttavia, non vi fu mai alcuna vera e propria "battaglia navale" con la flotta austro-ungarica.\nLe scelte operate tra le due guerre condizionarono infine pesantemente le strategie e le capacit\xc3\xa0 operative della Regia Marina nella seconda guerra mondiale, durante la quale, pur battendosi validamente, sub\xc3\xac una serie di sconfitte senza riuscire ad impedire il sostanziale predominio della Royal Navy nel Mar Mediterraneo.\n\n'
'La Marina imperiale giapponese (ky\xc5\xabjitai: \xe5\xa4\xa7\xe6\x97\xa5\xe6\x9c\xac\xe5\xb8\x9d\xe5\x9c\x8b\xe6\xb5\xb7\xe8\xbb\x8d?, shinjitai: \xe5\xa4\xa7\xe6\x97\xa5\xe6\x9c\xac\xe5\xb8\x9d\xe5\x9b\xbd\xe6\xb5\xb7\xe8\xbb\x8d?, r\xc5\x8dmaji: Dai-Nippon Teikoku Kaigun?, , o \xe6\x97\xa5\xe6\x9c\xac\xe6\xb5\xb7\xe8\xbb\x8d Nippon Kaigun?, letteralmente "Marina dell\'impero del Grande Giappone") fu l\'apparato militare navale dell\'Impero giapponese dal 1869 fino al 1947, quando venne disciolta formalmente in seguito alla rinuncia del Giappone all\'uso della forza come mezzo per la risoluzione di dispute internazionali.\nNegli anni venti fu la terza pi\xc3\xb9 grande marina militare del mondo dopo la statunitense U.S. Navy e la britannica Royal Navy. A causa della natura insulare del Giappone, fu anche la pi\xc3\xb9 importante e significativa arma delle sue forze militari, tenendo anche presente che l\'aviazione non esisteva come forza armata indipendente, ma esercito e marina avevano ognuno una propria aviazione; la sua importanza derivava dal fatto che dal mare doveva necessariamente provenire ogni offesa al territorio nazionale, cos\xc3\xac come ogni materia prima per l\'industria considerata la scarsit\xc3\xa0 di risorse naturali sul territorio; anche dal punto di vista alimentare il Giappone dipende dal mare e la pesca \xc3\xa8 una risorsa importante che la marina ha dovuto sempre tutelare.\nLe origini della Marina imperiale giapponese risalgono alle prime interazioni con le nazioni del continente asiatico a partire dall\'inizio del periodo feudale fino a raggiungere un picco di attivit\xc3\xa0 tra il XVI e il XVII secolo, in un\'epoca di scambi culturali con le potenze europee. Nel 1854, dopo due secoli di stagnazione in seguito al periodo di isolazionismo imposto dagli sh\xc5\x8dgun del periodo Edo, la marina giapponese era relativamente arretrata quando il paese venne forzatamente aperto al commercio dall\'intervento statunitense. Questo condusse infine al rinnovamento Meiji, un periodo frenetico di modernizzazione e industrializzazione accompagnato dalla reintegrazione del potere centrale dell\'imperatore del Giappone dopo decenni di decentramento a favore degli sh\xc5\x8dgun. Dopo una serie di successi, in alcuni casi contro nemici molto pi\xc3\xb9 potenti, come nella prima guerra sino-giapponese (1894-1895) e nella guerra russo-giapponese (1904-1905), la Marina imperiale giapponese fu quasi completamente annientata al termine della seconda guerra mondiale.\nDal termine della guerra le sue funzioni sono assolte dalla Forza marittima di autodifesa giapponese.\n\n'
"La Spedizione Seymour, fu il tentativo di una forza militare multinazionale di marciare verso Pechino e proteggere le legazioni diplomatiche e i civili stranieri della citt\xc3\xa0 dagli attacchi dei ribellione dei Boxer nel 1900. La forza internazionale fu sconfitta dall'esercito cinese e dai boxer, vedendosi costretta a ritirarsi a Tianjin.\n\n"
'Le Marche sono una regione italiana a statuto ordinario dell\'Italia centrale di 1 504 639 abitanti, con capoluogo Ancona, affacciata verso est sul mar Adriatico. L\'Appennino umbro-marchigiano segna ad ovest il confine con la Toscana e l\'Umbria; a nord la regione confina con l\'Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino, a sud con l\'Abruzzo e il Lazio. Sono parte dell\'Euroregione Adriatico Ionica il cui forum (Iniziativa Adriatico Ionica) ha la sede del segretariato ad Ancona. \nLa regione si distingue per una forte omogeneit\xc3\xa0: gran parte del territorio \xc3\xa8 collinare, i centri abitati sono per lo pi\xc3\xb9 posti sulle sommit\xc3\xa0 dei rilevi e il paesaggio agrario, derivato dalla mezzadria, \xc3\xa8 ovunque caratterizzato da numerosi piccoli appezzamenti, bordati da querce secolari e segnati da case coloniche; la percentuale di popolazione sparsa \xc3\xa8 a tal proposito tra le pi\xc3\xb9 alte d\'Italia. Dal punto di vista antropico la regione \xc3\xa8 altrettanto omogenea: nonostante la notevole variet\xc3\xa0 dei dialetti, l\'indole degli abitanti \xc3\xa8 descritta nei testi come uniforme in tutto il territorio. Inoltre, la Storia marchigiana \xc3\xa8 stata caratterizzata da una serie di autonomie parallele in ogni zona; lo stesso plurale del nome ne sancisce infatti l\'unit\xc3\xa0 fondamentale pur nella ricchezza di aspetti locali. La vocazione all\'autonomia di ogni zona \xc3\xa8 anzi paradossalmente il fattore maggiormente unificante. L\'economia si caratterizza per un modello economico-imprenditoriale peculiare, definito "modello marchigiano".\nLa regione si caratterizza anche per una singolare ricchezza di artisti e studiosi celebri a livello internazionale: Raffaello Sanzio (1483 - 1520), il genio urbinate che fu uno tra i maggiori interpreti della pittura del Rinascimento; Gioachino Rossini (1792 - 1868), uno dei pi\xc3\xb9 grandi compositori operisti della storia della musica; Giacomo Leopardi (1798 - 1837), tra i maggiori poeti dell\'Ottocento italiano e una delle pi\xc3\xb9 importanti figure della letteratura mondiale; Maria Montessori (1870 - 1952), nota per il suo rivoluzionario metodo didattico, applicato in migliaia di scuole in tutto il mondo; Gentile da Fabriano (1370 - 1427), pittore tra i pi\xc3\xb9 rappresentativi del Gotico internazionale; Ciriaco d\'Ancona (1391 - 1452), padre dell\'Archeologia; Donato Bramante (1444 - 1514), architetto e pittore, tra i principali artisti del Rinascimento; Padre Matteo Ricci (1552 - 1610), tra i pi\xc3\xb9 grandi divulgatori della cultura occidentale in Cina e studioso della civilt\xc3\xa0 orientale; infine i due celebri compositori Giovanni Battista Pergolesi (1710 - 1736) e Gaspare Spontini (1774 - 1851).\n\n'