Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Titolo uniforme: Operette morali
Edizione: 3. ed. riveduta e corretta
Pubblicazione: Torino : Loescher, 1966
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Il pensiero e la poetica di Giacomo Leopardi sono caratterizzati dal pessimismo, l'aspetto filosofico che caratterizza tutto l'evolversi delle idee e degli ideali del poeta e filosofo italiano, assumendo nel tempo connotazioni diverse. Esse possono essere seguite attraverso le pagine dello Zibaldone e si manifestano con evidenza nei testi letterari, come i Canti e le Operette morali.\nPartendo da una posizione di estremo pessimismo personale, causato dalla perdita della giovent\xc3\xb9, egli approda a un pessimismo cosmico, consapevole dell'\xc2\xabinfinita vanit\xc3\xa0 del tutto\xc2\xbb, comprendente l'umanit\xc3\xa0 e l'intero universo.\nLeopardi colloca l'unica felicit\xc3\xa0 possibile della vita umana nell'adolescenza, carica di aspettative e illusioni riguardo l'et\xc3\xa0 adulta da cui resteranno tuttavia disingannate, per concludere che il piacere non \xc3\xa8 uno stato duraturo, ma solo un passaggio transitorio dal dolore alla noia, come sostenuto nel Sabato del villaggio dove l'attesa della festa \xc3\xa8 destinata a spegnersi nella deludente domenica, o nella Quiete dopo la tempesta per il quale esso \xc3\xa8 \xc2\xabfiglio d'affanno\xc2\xbb.\nPur ritenendo la morte migliore della vita, egli non rinuncia tuttavia alla speranza e alla solidariet\xc3\xa0, anche per la tematica tipicamente romantica della morte eroica contro il fato e la natura \xc2\xabmatrigna\xc2\xbb, e quindi in un certo senso, paradossalmente, all'amore per la vita e per le illusioni dell'arte e della poesia.Il pessimismo filosofico di Leopardi ha le sue origini nel materialismo e nel sensismo del Settecento (d'Holbach, Condillac) derivato diretto dal razionalismo propugnato dall'illuminismo, dall'atomismo greco e dal pessimismo mostrato da alcuni autori antichi, come Omero e Lucrezio, con qualche influsso del romanticismo. Esso presenta alcune analogie con il contemporaneo pensiero di Schopenhauer e con l'esistenzialismo successivo, a partire da Nietzsche, anche per la ricerca di un senso nascosto dell'esistenza, che pure \xc3\xa8 pensato razionalmente come inesistente, la sfida titanico-romantica al \xc2\xabbrutto poter che ascoso a comun danno impera\xc2\xbb in nome della propria nobilt\xc3\xa0 intellettuale e d'animo, e la sensibilit\xc3\xa0 acuta per la precariet\xc3\xa0 e la fragilit\xc3\xa0 dell'essere umano, dei viventi preda di una feroce selezione naturale, e in generale di ogni cosa esistente.\n\n"
'I Pensieri sono una raccolta di 111 considerazioni in cui ritroviamo, come nello Zibaldone, molte affermazioni poetiche e filosofiche.\n\nDiversamente dallo Zibaldone, che rest\xc3\xb2 sempre un brogliaccio privato e molto vario, la raccolta \xc3\xa8 espressamente ordinata per essere pubblicata. Negli ultimi anni di vita (forse tra il 1831 e il 1835), con l\'aiuto dell\'amico Antonio Ranieri, il poeta compose questa scelta di aforismi di varia estensione, ma complessivamente brevi, in cui si manifesta una sintesi delle convinzioni dell\'autore sull\'uomo e sulla societ\xc3\xa0. Non mancano tracce autobiografiche, come nel pensiero LXXXII sul valore esistenziale dell\'esperienza amorosa.\nL\'autografo, cio\xc3\xa8 il testo manoscritto lasciato da Leopardi, nel 1845 venne trascritto da Antonio Ranieri e spedito all\'editore Le Monnier, perch\xc3\xa9 anche tale libro fosse incluso nelle opere che l\'editore franco-fiorentino stava preparando. La trascrizione del Ranieri \xc3\xa8 frettolosa e sciatta, e contiene variazioni al testo, alcune certamente volute, altre forse involontarie.\nQui Leopardi afferma che "la morte non \xc3\xa8 male poich\xc3\xa9 libera l\'uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desideri" (Pensieri, VI). Il motivo della morte come liberazione ritorna ad esempio anche nelle Operette morali, nel Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie. La noia \xc3\xa8 invece un sentimento proprio dei grandi spiriti: solo coloro che hanno una spiritualit\xc3\xa0 molto profonda possono constatare l\'assoluta inadeguatezza della realt\xc3\xa0 e, con un cuore pronto alla speranza e all\'entusiasmo, possono rinchiudersi in un atteggiamento di rifiuto e di distacco: "Perci\xc3\xb2 la noia \xc3\xa8 poco nota agli uomini di nessun momento, e pochissimo o nulla agli altri animali" (Pensieri, LXVIII).\nNon \xc3\xa8 certo che la raccolta sia, secondo le intenzioni dell\'autore, finita e completa, e tanto meno si sa se l\'ordine, la disposizione e l\'estensione finale dei pensieri seguano le sue volont\xc3\xa0. Si sa, da una lettera all\'amico filologo Louis de Sinner del 2 marzo 1837 che Leopardi vi stava lavorando (per grande parte estrapolando o rielaborando cose che aveva scritto nel suo Zibaldone), in vista di un\'edizione delle proprie opere a Parigi, presso Baudry. Qui scrive che "Je veux publier in volume in\xc3\xa9dit de Pens\xc3\xa9es sur les caract\xc3\xa8res des hommes et sur leur conduite dans la Societ\xc3\xa9; mais je ne veux pas m\'obliger de le donner au m\xc3\xaame libraire qui publiera le reste, si auparavant je n\'ai pas vu di moins le premier volume imprim\xc3\xa9, afin de pouvoir juger de l\'ex\xc3\xa9cution".\n\n'