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Pubblicazione: Arezzo : Accademi Petrarca, 1995
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
'La Peregrinatio Aetheriae ("Pellegrinaggio di Eteria"), conosciuta anche come Itinerarium Egeriae ("Itinerario di Egeria"), \xc3\xa8 un testo latino degli inizi del V secolo, nel quale Egeria, o Eteria, descrive il suo pellegrinaggio in Terrasanta.\nLa parte centrale del testo originale, circa un terzo, priva dell\'inizio e della fine, fu ritrovata nel 1884 dallo studioso Gian Francesco Gamurrini in un manoscritto dell\'XI secolo, scritto nell\'abbazia di Montecassino e rinvenuto ad Arezzo, che venne pubblicato per la prima volta nel 1887 dallo stesso Gamurrini. \nNel VII secolo il monaco Valerio, scrisse a sua volta una lettera in cui lodava l\'autrice, fornendoci altre informazioni su di lei e sul suo itinerario. Altri testi successivi citano parti del testo perdute nel manoscritto di Arezzo, ma citate da Valerio.\nIl nome dell\'autrice \xc3\xa8 incerto, a seconda delle versioni del testo (Aetheria o Egeria), ma Valerio riferisce che si trattava di una monaca, che aveva scritto il diario di viaggio del suo pellegrinaggio in una lunga lettera alle sue consorelle (alle quali nel testo si rivolge appunto con l\'appellativo di "sorelle"). \n\n \nTuttavia la libert\xc3\xa0 di un\'assenza tanto lunga (circa quattro anni) e il costo considerevole del viaggio sembrano in contrasto con tale identificazione, mentre l\'appellativo di "sorelle" e "fratelli" era frequentemente utilizzato all\'epoca della redazione del diario anche al di fuori delle comunit\xc3\xa0 monastiche: l\'appellativo ha probabilmente tratto in inganno lo stesso Valerio. Egeria-Eteria era dunque pi\xc3\xb9 probabilmente una ricca donna della classe media, originaria probabilmente della costa atlantica della Spagna o della Gallia.\nIl pellegrinaggio di Egeria si svolse sicuramente, sulla base dei riferimenti presenti all\'interno del testo ad altri avvenimenti, tra il 363 e il 540, ma la data pi\xc3\xb9 comunemente accettata \xc3\xa8 il 381-384. La parte del testo conservata descrive la fine della sua permanenza a Gerusalemme, dove si era trattenuta per tre anni. Il testo venne probabilmente redatto dopo la fine del viaggio, sulla base di appunti presi in precedenza e alcune descrizioni sembrano essere state redatte dopo il suo ritorno a Costantinopoli.\nEgeria doveva essere una donna di una certa cultura e si dimostra interessata ai luoghi e ai costumi, e alle loro differenze rispetto a quelli del suo luogo di origine, e non solo agli episodi edificanti; accoglieva con un certo spirito critico le notizie che le venivano riportate dalle sue guide. \xc3\x88 tuttavia pienamente cristiana e descrive solo edifici, situazioni e personaggi cristiani, senza alcun riferimento a quelli pagani. Pone una particolare attenzione alla liturgia ed \xc3\xa8 di grande interesse per gli studiosi la descrizione di quella della Settimana Santa utilizzata in quest\'epoca a Gerusalemme.\nScrive in un latino probabilmente colloquiale, distante da quello classico e sembra che il suo maggiore riferimento sia stata la Bibbia, del cui stile si colgono gli echi in alcuni punti.\nDal punto di vista linguistico il testo rappresenta una testimonianza dell\'evoluzione del latino: espressioni come "deductores sancti illi" ("quelle sante guide", con il significato di "le sante guide") aiutano a far luce sull\'origine dell\'articolo definito nelle lingue romanze.\n\n'
'I clerici vagantes (o clerici vagi, al singolare clericus vagans, espressione della latinit\xc3\xa0 medievale per \xc2\xabchierici vaganti\xc2\xbb a cui si affianc\xc3\xb2 anche il nome di goliardi) sono gli studenti girovaghi che, nel Basso medioevo, erano soliti spostarsi in tutta Europa per poter seguire le lezioni che ritenevano pi\xc3\xb9 opportune (la cosiddetta peregrinatio academica). Erano appunto definiti chierici perch\xc3\xa9 avevano gli ordini minori e dunque potevano godere di alcuni privilegi ecclesiastici.\nLa loro figura sociale fu importante e sintomatica di una fase di grande risveglio culturale, snodo epocale di cui furono partecipi e interpreti, del quale "rispecchiarono le condizioni sociali e la fisionomia morale".\n\n'
'Stella avvelenata (2003) \xc3\xa8 un romanzo di Sebastiano Vassalli.\n\n'
"La tradizione cattolica della Madonna pellegrina o Peregrinatio Mariae \xc3\xa8 l'usanza di traslare un'effigie mariana lungo un itinerario che tocca le varie localit\xc3\xa0 di una diocesi o di un territorio pi\xc3\xb9 ampio, a volte rappresentato da un intero paese, a volte esteso oltre gli stessi confini nazionali.\nLa consuetudine possiede per i credenti un significato di missione e si accompagna alla predicazione evangelica e alla somministrazione dei sacramenti, allo scopo di ottenere la conversione degli uomini per intercessione di Maria.Pur conoscendo antecedenti storici remoti, la tradizione si svilupp\xc3\xb2 in Europa negli anni 1940, sulla scia di un grande risveglio del culto mariano tra XIX e XX secolo. In Italia rivestirono particolare importanza i pellegrinaggi dell'immediato dopoguerra (1946-1951).\n\n"
'La cattedrale di Santo Stefano \xc3\xa8 il luogo di culto cattolico pi\xc3\xb9 importante di Biella, in Piemonte, chiesa madre della diocesi di Biella.\n\xc3\x88 dedicato a santo Stefano protomartire.\n\n'
"I Manoscritti di Frisinga o monumenti di Frisinga (in sloveno: Bri\xc5\xbeinski spomeniki) sono ritenuti i pi\xc3\xb9 antichi manoscritti in una lingua slava (lingua slovena) scritti utilizzando caratteri dell'alfabeto latino.\n\n"