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Pubblicazione: 1985
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: , Paese:
Fa parte di: [Edizione nazionale delle opere di Ugo Foscolo]
'Le Grazie \xc3\xa8 un poemetto o carme incompiuto, composto nel 1812 da Ugo Foscolo, e dedicato allo scultore Antonio Canova, che in quel momento lavorava al gruppo marmoreo delle Grazie. Il primo nucleo nacque nel 1803, ma la vera stesura, mai completata, avvenne nel 1812-13 e termin\xc3\xb2 l\'anno della morte del poeta nel 1827.\nFurono pubblicati alcuni frammenti quando l\'autore era in vita ed in seguito, dopo la sua morte, furono ripubblicati i frammenti con altri inediti.Nel 1848 fu F. S. Orlandini che ricompose secondo il suo criterio l\'opera di Foscolo, ma pi\xc3\xb9 genuina fu quella ricomposta nel 1884 da Chiarini riedita nel 1904 e assolutamente migliore l\'edizione critica di Mario Scotti che venne proposta nel 1985.\n\nIl componimento Le Grazie \xc3\xa8 considerato l\'ultimo capolavoro di questo autore e, come scrive Lanfranco Caretti,Il componimento poetico riguarda le figure della mitologia romana delle Grazie, oltre a inni a Venere, Vesta e Pallade che, in accordo con il testo, hanno portato la civilt\xc3\xa0 fra uomini prima di allora rozzi e incivili. \nAlcuni critici hanno giudicato Le Grazie, definite l\'ultimo fiore del classicismo italiano", nonostante l\'incompiutezza dell\'opera, superiore ai Sepolcri, anche se la poesia \xc3\xa8 pi\xc3\xb9 fredda e distaccata; tuttavia la grande maestria stilistica raggiunta dal Foscolo crea musicalit\xc3\xa0 assai suggestive.L\'opera ha una forma frammentaria, composta da 1263 versi variamente divisi, in quanto Foscolo fa credere al lettore che sia un ritrovamento di un poema classico dedicato appunto alle Grazie.\nFin da subito fu chiaro l\'inganno del poeta. Molto probabilmente Foscolo non volle neppure completare il poema perch\xc3\xa9 si accorse che la societ\xc3\xa0 borghese, di cui Milano era la citt\xc3\xa0 pi\xc3\xb9 rappresentativa in Italia, non voleva pi\xc3\xb9 un poema didascalico e un poeta vate come ne I Sepolcri, ma preferiva un\'opera pi\xc3\xb9 sintetica.\nAnche se poco valutata nell\'Ottocento sia dai patrioti risorgimentali sia da letterati, tra cui Francesco De Sanctis, fu invece giudicata il capolavoro di Foscolo nel Novecento, sia da parte di Benedetto Croce, sia, nella seconda met\xc3\xa0 del secolo, da Giulio Ferroni.\n\n'
'Le opere di Ugo Foscolo, cos\xc3\xac come la sua biografia, sono esemplari per capire le passioni, gli ideali, i problemi di quella generazione di giovani intellettuali che vissero nel periodo napoleonico.\n\n'
"Ugo Foscolo, nato Niccol\xc3\xb2 Foscolo (Zante, 6 febbraio 1778 \xe2\x80\x93 Turnham Green, 10 settembre 1827), \xc3\xa8 stato un poeta, scrittore e traduttore italiano, uno dei principali letterati del neoclassicismo e del preromanticismo.\nEgli fu uno dei pi\xc3\xb9 notevoli esponenti letterari italiani del periodo a cavallo fra Settecento e Ottocento, nel quale si manifestano o cominciano ad apparire in Italia le correnti neoclassiche e romantiche, durante l'et\xc3\xa0 napoleonica e la prima Restaurazione.\nCostretto fin da giovane ad allontanarsi dalla sua patria (l'isola greca di Zacinto/Z\xc3\xa1kynthos, oggi nota in italiano come Zante), allora territorio della Repubblica di Venezia, si sent\xc3\xac esule per tutta la vita, strappato da un mondo di ideali classici in cui era nato e cresciuto, tramite la sua formazione letteraria e il legame con la terra dei suoi antenati (nonostante un fortissimo legame con l'Italia che consider\xc3\xb2 la sua madrepatria). La sua vita fu caratterizzata da viaggi e fughe, a causa di motivi politici (milit\xc3\xb2 nelle forze armate degli Stati napoleonici, ma in maniera molto critica, e fu un oppositore degli austriaci, a causa del suo carattere fiero, dei suoi sentimenti italiani e delle sue convinzioni repubblicane), ed egli, privo di fede religiosa ed incapace di trovare felicit\xc3\xa0 nell'amore di una donna, avvert\xc3\xac sempre dentro di s\xc3\xa9 un infuriare di passioni.Come molti intellettuali della sua epoca, si sent\xc3\xac per\xc3\xb2 attratto dalle splendide immagini dell'Ellade, simbolo di armonia e di virt\xc3\xb9, in cui il suo razionalismo e il suo titanismo di stampo romantico si stemperano in immagini serene di compostezza neoclassica, secondo l'insegnamento del Winckelmann.Tornato per breve tempo a vivere stabilmente in Italia e nel Lombardo-Veneto (allora ancora parte del Regno d'Italia filofrancese) nel 1813, part\xc3\xac presto in un nuovo volontario esilio e mor\xc3\xac povero qualche anno dopo a Londra, nel sobborgo di Turnham Green. Dopo l'Unit\xc3\xa0, nel 1871, le sue ceneri furono riportate per decreto del governo italiano in patria e inumate nella Basilica di Santa Croce a Firenze, il Tempio dell'Itale Glorie da lui cantato nei Sepolcri (1807).\n\n"
'A Zacinto - originariamente conosciuto come N\xc3\xa9 pi\xc3\xb9 mai toccher\xc3\xb2 le sacre sponde, dal primo verso - \xc3\xa8 uno dei pi\xc3\xb9 celebri sonetti endecasillabi di Ugo Foscolo, scritto a Milano negli ultimi mesi del 1802 e nei primissimi del 1803. \nIl componimento \xc3\xa8 dedicato all\'isola del mar Ionio (l\'odierna Zante) dove Foscolo nacque, ed affronta il tema dell\'esilio, da lui autoproclamato dopo la cessione della Repubblica di Venezia, che allora comprendeva Zante, da parte di Napoleone agli Austriaci, e della nostalgia della terra. Il poeta paragona la sua condizione a quella di Ulisse, che per\xc3\xb2 fu pi\xc3\xb9 fortunato di lui in quanto riusc\xc3\xac a rimettere piede sulla sua amata Itaca, mentre Foscolo \xc3\xa8 condannato ad una "illacrimata sepoltura" (una sepoltura in una tomba su cui nessuno potr\xc3\xa0 venire a piangere) in terra straniera.'
'Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 \xe2\x80\x93 Bologna, 6 aprile 1912) \xc3\xa8 stato un poeta, accademico e critico letterario italiano, figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento, considerato insieme a Gabriele D\'Annunzio, il maggior poeta decadente italiano, nonostante la sua formazione principalmente positivistica.\n\nDal Fanciullino, articolo programmatico pubblicato per la prima volta nel 1897, emerge una concezione intima e interiore del sentimento poetico, orientato alla valorizzazione del particolare e del quotidiano, e al recupero di una dimensione infantile e quasi primitiva. D\'altra parte, solo il poeta pu\xc3\xb2 esprimere la voce del "fanciullino" presente in ognuno: quest\'idea consente a Pascoli di rivendicare per s\xc3\xa9 il ruolo, per certi versi ormai anacronistico, di "poeta vate", e di ribadire allo stesso tempo l\'utilit\xc3\xa0 morale (specialmente consolatoria) e civile della poesia.\nEgli, pur non partecipando attivamente ad alcun movimento letterario dell\'epoca, n\xc3\xa9 mostrando particolare propensione verso la poesia europea contemporanea (al contrario di D\'Annunzio), manifesta nella propria produzione tendenze prevalentemente spiritualistiche e idealistiche, tipiche della cultura di fine secolo segnata dal progressivo esaurirsi del positivismo.\nComplessivamente la sua opera appare percorsa da una tensione costante tra la vecchia tradizione classicista ereditata dal maestro Giosu\xc3\xa8 Carducci, e le nuove tematiche decadenti. Risulta infatti difficile comprendere il vero significato delle sue opere pi\xc3\xb9 importanti, se si ignorano i dolorosi e tormentosi presupposti biografici e psicologici che egli stesso riorganizz\xc3\xb2 per tutta la vita, in modo ossessivo, come sistema semantico di base del proprio mondo poetico e artistico.\n\n'