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"I processi degli Scipioni furono due importanti casi politico-giudiziari avvenuti nel II secolo a.C. nella Roma repubblicana, che coinvolsero i fratelli Lucio e Publio Scipione, il vincitore di Zama.\nI processi rappresentarono uno scontro politico che oppose tra loro due ali della classe aristocratica romana. Quella capeggiata da Catone, ma che ebbe, in questo caso, anche l'appoggio di elementi democratici, formata dai grandi latifondisti interessati allo sfruttamento in larga scala del lavoro schiavile, all'ampliamento dei mercati, al grande commercio, contro quella rappresentata dagli Scipioni, formata dai proprietari terrieri legati all'economia tradizionale italica e ai rapporti clientelari, poco interessata alla politica delle conquiste e della trasformazione in province degli Stati sottomessi.\nPer questo motivo Catone - che decenni dopo vorr\xc3\xa0 a tutti i costi la completa distruzione di Cartagine - si dimostr\xc3\xb2 sempre ostile agli Scipioni e ai Flaminini, che avevano vinto ma concluso con Annibale, con Filippo V e con Antioco III tre trattati di pace relativamente miti. Non solo: mentre Publio Scipione sembr\xc3\xb2 incarnare uno spirito nuovo, aperto alla cultura politica ellenistica, fondata sul principato, Catone fu un conservatore intransigente, nemico della civilt\xc3\xa0 greca e deciso difensore dei princ\xc3\xacpi tradizionali della Repubblica, e vide in Scipione un pericolo per le stesse istituzioni di Roma.\n\n"