biblio toscana

'Daniele (in ebraico: \xd7\x93\xd6\xb8\xd6\xbc\xd7\xa0\xd6\xb4\xd7\x99\xd6\xbc\xd7\x90\xd6\xb5\xd7\x9c\xe2\x80\x8e?, Daniy\'el; ... \xe2\x80\x93 VI secolo a.C.) \xc3\xa8 stato un profeta ebraico.\nIl suo nome ha in ebraico il significato di "Dio giudica"; un nome simile si riscontra anche nella letteratura ugaritica per altre figure di saggi.\n\xc3\x88 il personaggio principale e l\'apparente autore del Libro di Daniele, che narra vicende collocate temporalmente durante l\'esilio di Babilonia a partire dal 605 a.C. Nel Canone ebraico il libro non \xc3\xa8 classificato fra i libri profetici, ma tra i Ketuvim. Daniele, invece, \xc3\xa8 considerato come l\'ultimo dei quattro grandi profeti dell\'Antico Testamento cristiano (ed \xc3\xa8 anche ritenuto santo dalle Chiese cristiane), perch\xc3\xa9 il suo libro \xc3\xa8 ritenuto contenere profezie su Ges\xc3\xb9 Cristo.\nLa maggioranza degli studiosi contemporanei ritiene oggi che il libro di Daniele sia un\'opera pseudoepigrafa scritta nel 165 a.C. e attribuita convenzionalmente a un "Daniele (Dan\'el)", figura proverbiale di saggio citata in alcuni testi ugaritici. Un "saggio Daniele" \xc3\xa8 citato anche nel Libro di Ezechiele, libro biblico del V secolo a.C.\n\n'

"Il Libro di Ezechiele (ebraico \xd7\x99\xd7\x97\xd7\x96\xd7\xa7\xd7\x90\xd7\x9c, yehzq\xc3\xa8'l; greco \xce\x99\xce\xb5\xce\xb6\xce\xb5\xce\xba\xce\xb9\xce\xae\xce\xbb, iezeki\xc3\xa9l; latino Ezechi\xc3\xa8l) \xc3\xa8 un testo contenuto nella Bibbia ebraica (Tanakh) e cristiana.\n\xc3\x88 scritto in ebraico e, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la redazione definitiva del libro \xc3\xa8 avvenuta in Giudea nel V secolo a.C., sulla base di oracoli precedenti attribuiti al profeta Ezechiele datati tra il 592-571 a.C. circa, proferiti nel Regno di Giuda e nell'Esilio di Babilonia.\n\xc3\x88 composto da 48 capitoli e il tema specifico del libro \xc3\xa8 quello dell'invito alla sottomissione a Dio, sempre con il suo popolo anche se questo \xc3\xa8 in esilio a Babilonia: alla fine Israele sar\xc3\xa0 vittorioso e Gerusalemme e il tempio saranno ricostruiti.\n\n"

'Merkavah, merkabah o misticismo merkavah (o anche misticismo del Carro) \xc3\xa8 una corrente del misticismo ebraico tra le pi\xc3\xb9 antiche, che deriva da visioni estatiche come quella di Ezechiele 1 o della letteratura hekhalot, e riportano storie di ascese a "palazzi" celesti (heikhalot) e al "Trono di Dio", ossia le stelle circumpolari (Grande Carro) e lo stesso polo nord astrale.\nIl corpus principale della letteratura merkavah fu composto in Israele nel I secolo, sebbene gli sviluppi pi\xc3\xb9 importanti e duraturi si ebbero a Babilonia tra i secoli VII e XI; riferimenti posteriori alla tradizione del Carro si possono trovare anche nella letteratura del chassidismo medievale (nell\'ambito del movimento "Chassidei Ashkenaz"). Uno dei testi principali di questa tradizione \xc3\xa8 la Maaseh Merkavah (Opere del Carro).\n\n'

'Il Libro di Daniele (ebraico \xd7\x93\xd7\xa0\xd7\x99\xd7\x90\xd7\x9c, Daniy\'\xc3\xa8l; greco \xce\x94\xce\xb1\xce\xbd\xce\xb9\xce\xae\xce\xbb, Dani\xc3\xa8l; latino Daniel) \xc3\xa8 un testo contenuto nella Bibbia ebraica (Tanakh) e nell\'Antico Testamento di quella cristiana. Il Canone ebraico annovera il libro di Daniele tra i Ketuvim, quello cristiano tra i libri profetici. Esso descrive alcune vicende ambientate nell\'esilio di Babilonia (587-538 a.C.) del profeta Daniele, saggio ebreo che rimane fedele a Dio, e visioni apocalittiche preannuncianti il Figlio dell\'Uomo-Messia e il regno di Dio.\nSecondo l\'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la redazione definitiva del libro \xc3\xa8 avvenuta in Giudea in epoca maccabea, circa al tempo della morte di Antioco IV Epifane, avvenuta nel 164 a.C. ("Questi e altri dati spingono a collocare ragionevolmente il libro di Daniele nel 165 a.C.") Il libro, infatti, contiene riferimenti storici attribuibili all\'et\xc3\xa0 ellenistica dei Seleucidi e mostra, dal punto di vista letterario, caratteristiche ritenute tardive quali la presenza dei generi letterari haggadico e apocalittico e, da quello teologico, un\'angelologia molto sviluppata e la risurrezione corporea dei morti.\n\xc3\x88 scritto in ebraico ma contiene una estesa sezione in aramaico (Dan 2,4-7,28).\nLe versioni greche (la "Settanta" e Teodozione) e la Peshitta siriaca contengono anche alcune sezioni assenti nel testo masoretico (Preghiera di Azaria e Cantico dei tre giovani nella fornace; Storia di Susanna; Bel e il Drago), per le quali si ipotizza un originale semitico.\n\n'

"Profezia biblica o profezia ebraica usualmente indica la predizione di eventi futuri in base all'azione, funzione, o facolt\xc3\xa0 di un profeta. Tali predizioni sono ampiamente distribuite in tutta la Bibbia, ma quelle pi\xc3\xb9 citate sono tratte dal Libro di Ezechiele, Libro di Daniele, Matteo 24, Matteo 25 e Apocalisse di Giovanni. Coloro che credono nella profezia biblica si dedicano allo studio esegetico ed ermeneutico delle Scritture con la convinzione che contengano descrizioni di politica globale, disastri naturali, il futuro di Israele come nazione, l'arrivo del Messia e dell'era messianica, il destino finale dell'uomo.\nAlcune profezie della Bibbia sono condizionali, con le condizioni assunte implicitamente o esplicitamente. Alcuni brani profetici sono descritti come enunciati diretti da Dio mentre altri sono espressi come una prospettiva privilegiata dell'autore biblico considerato un profeta. Generalmente si crede che i profeti biblici abbiano ricevuto rivelazioni da Dio, durante le quali o per poi registrarle nei rispettivi scritti.\n\n"