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Pubblicazione: Pisa : Pacini, [1976]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Il termine dialetto indica, a seconda dell\'uso:\n\nuna variet\xc3\xa0 di una lingua,\nun idioma locale che ha perduto autonomia rispetto ad un altro divenuto sociopoliticamente dominante e riconosciuto come ufficiale (detto anche "lingua tetto"), con cui spesso ha una certa affinit\xc3\xa0 e origini simili.Questa seconda accezione viene spesso usato nella sociolinguistica italiana, in analogia al francese patois, per riferirsi ai dialetti italiani, derivati dal latino. \nL\'uso del termine dialetti per riferirsi alle lingue regionali italiane \xc3\xa8 talvolta contestato in quanto lascerebbe intendere un minor prestigio e dignit\xc3\xa0 rispetto all\'italiano standard. Altri apprezzano il termine come utile strumento di analisi per chi a vari livelli lavora per il salvataggio delle lingue minoritarie e regionali, che per sopravvivere devono liberarsi dal proprio stato di "dialetto", ovvero di lingue "dialettizzate".'
'I dialetti della Puglia, storicamente parlati nell\'attuale regione amministrativa, non formano una compagine omogenea: infatti i dialetti parlati nei settori centro-settentrionali della regione rientrano nel gruppo meridionale intermedio, mentre i dialetti salentini, parlati nella parte meridionale della regione, appartengono al gruppo meridionale estremo.\nIl tratto principale che separa i due gruppi pugliesi \xc3\xa8 il trattamento delle vocali atone, ossia non accentate, soprattutto in posizione post-tonica: in molti dei dialetti alto-meridionali queste subiscono il noto mutamento in /\xc9\x99/ (vocale popolarmente definita \xe2\x80\x9cindistinta\xe2\x80\x9d e trascritta solitamente come "e"), mentre ci\xc3\xb2 non accade nel gruppo salentino n\xc3\xa9 negli altri dialetti della lingua calabro-siciliana. Si tratta della stessa divisione che intercorre fra Calabria settentrionale e Calabria centro-meridionale, e dunque \xe2\x80\x93 nell\'insieme \xe2\x80\x93 fra lingua napoletana/pugliese e lingua calabro-siciliana: molto pi\xc3\xb9 a nord, la diversit\xc3\xa0 sistematica forma anche il confine con i dialetti italiani mediani. Tale affievolimento delle vocali non accentate comporta delle ripercussioni sui fatti morfologici, ad esempio sulle variazioni di genere o di numero dei sostantivi (mediante il fenomeno della metafonesi) nonch\xc3\xa9 sulla coniugazione dei verbi.\nLungo la linea di demarcazione fra napoletano e siciliano potrebbero sussistere dialetti di transizione come il tarantino, ma \xc3\xa8 pi\xc3\xb9 probabile che questi (come altri "ibridi" distribuiti qua e l\xc3\xa0 nella penisola italiana) rientrino nell\'una o nell\'altra lingua.\nInfine esistono in Puglia isole linguistiche arb\xc3\xabresh\xc3\xab, grecaniche e francoprovenzali, che sono per\xc3\xb2 da considerarsi alloglotte (ossia parlate non-italiche).\n\n'
"Con l'espressione dialetti d'Abruzzo si definiscono le variet\xc3\xa0 linguistiche romanze parlate nella regione italiana dell'Abruzzo (con dialetto si intende, a seconda dell'uso, una lingua contrapposta a quella nazionale o una variet\xc3\xa0 di una lingua). Tale territorio non si presenta unitario dal punto di vista linguistico, in quanto dette variet\xc3\xa0 appartengono a due gruppi diversi delle lingue italoromanze:\n\nil dialetto sabino, che appartiene al continuum dei dialetti italiani mediani o italiano centrale\nil gruppo abruzzese dei dialetti italiani meridionali identificati anche come lingua napoletana o napoletano-calabrese.\n\n"
'Con l\'espressione dialetti calabresi si definiscono le variet\xc3\xa0 linguistiche romanze parlate nella regione italiana della Calabria e in alcune citt\xc3\xa0 brasiliane dello stato di San Paolo dai discendenti di calabresi emigrati. Appartengono a due gruppi diversi:\n\nquello meridionale, conosciuto anche come diasistema della lingua napoletana (\'e parrate calabbrise);\nquello meridionale estremo, o diasistema della lingua siciliana, e identificato anche come tricalabro da Ethnologue (i parrati calabbrisi);Del gruppo meridionale o napoletano fanno parte le variet\xc3\xa0 cosentine del nord della regione, mentre sono di tipo meridionale estremo o siciliano quelle in uso nella zona centro-meridionale che annoverano il calabrese centrale e il meridionale.\nTale divisione linguistica corrisponde molto approssimativamente alla storica divisione amministrativa delle "Calabrie": Calabria Citeriore (o Calabria latina) e Calabria Ulteriore (o Calabria greca).\nI dialetti calabresi sono fra i dialetti d\'Italia che pi\xc3\xb9 di altri hanno attirato l\'attenzione degli studiosi per le proprie peculiarit\xc3\xa0 e le radici in tempi antichi. L\'evidente diversit\xc3\xa0 linguistica nell\'ambito della stessa regione, il rapporto tra impronta greca antica (grecanica) e storia della Calabria, la pi\xc3\xb9 o meno precoce latinizzazione ed i "relitti" lessicali di altre lingue, la forte presenza della minoranza albanese (arb\xc3\xabresh\xc3\xab), sono oggi argomento di studio e discussione di glottologi e linguisti. Chi voglia infatti paragonare i dialetti della Calabria meridionale con quelli parlati nella Calabria del nord, non pu\xc3\xb2 non notare il forte contrasto esistente. Un esempio \xc3\xa8 la forma del tempo perfetto indicativo (che include passato remoto e passato prossimo dell\'italiano), che ha due forme nelle due diverse zone: nel Nord-Calabria \xc3\xa8 un tempo composto, simile al passato prossimo italiano; nel Sud-Calabria invece, \xc3\xa8 un tempo semplice che ricorda il passato remoto italiano, da cui il grande errore di chiamare "passato remoto" questo tempo anche in calabrese (in realt\xc3\xa0 equivale esattamente al perfetto latino, dal quale deriva). Infatti, anche un\'azione non remota \xc3\xa8 espressa col tempo perfetto:\n\nMangia(v)i, mo vaju u fatigu = Ho mangiato, adesso vado a lavorare.\nMangiavi, mo vaju ma faticu (in dialetto catanzarese)\nMangiai, ora vaju e travagghiu (in dialetto reggino)\n\n'
"I dialetti umbri sono un continuum linguistico di dialetti diffusi nella regione amministrativa italiana dell'Umbria. Questi sono appartenenti in maggioranza al gruppo dialettale mediano italiano. In alcune zone dell'Umbria sono parlati anche dialetti di influenza toscana per ragioni di prossimit\xc3\xa0. Nelle zone settentrionali dell'Altotevere Umbro a confine con la provincia di Pesaro-Urbino sono presenti influenze romagnole. In quest'area secondo alcuni studiosi c'\xc3\xa8 ancora il mediano umbro di base, mentre secondo altri si hanno gi\xc3\xa0 dialetti a s\xc3\xa9 stanti con forte influenza toscana e romagnola.\n\n"