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Pubblicazione: [Firenze : Regione Toscana, 200-]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: Relazione sanitaria regionale 2003-2005
'La Toscana (AFI: /tos\xcb\x88kana/) \xc3\xa8 una regione italiana a statuto ordinario di 3 676 116 abitanti, situata nell\'Italia centrale, con capoluogo Firenze. Confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l\'Emilia-Romagna, a est con le Marche e l\'Umbria, a sud con il Lazio. Ad ovest, i suoi 397 km di coste continentali sono bagnati dal Mar Ligure nel tratto centro-settentrionale tra Carrara (foce del torrente Parmignola, confine con la Liguria) e il Golfo di Baratti; il Mar Tirreno bagna invece il tratto costiero meridionale tra il promontorio di Piombino e la foce del Chiarone, che segna il confine con il Lazio.Il capoluogo regionale \xc3\xa8 Firenze, la citt\xc3\xa0 pi\xc3\xb9 popolosa (382 000 abitanti), nonch\xc3\xa9 principale fulcro storico, artistico ed economico-amministrativo; le altre citt\xc3\xa0 capoluogo di provincia sono: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Amministra anche le isole dell\'Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola exclave situata entro i confini dell\'Emilia-Romagna, in cui sono situate alcune frazioni del comune di Badia Tedalda.\nIl nome \xc3\xa8 antichissimo e deriva dall\'etnonimo usato dai Latini per definire la terra abitata dagli Etruschi: "Etruria", trasformata poi in "Tuscia" e poi in "Toscana". Anche i confini della odierna Toscana corrispondono in linea di massima a quelli dell\'Etruria antica, che comprendevano anche parti delle attuali regioni Lazio e Umbria, fino al Tevere. Fino al 1861 \xc3\xa8 stata un\'entit\xc3\xa0 indipendente, nota con il nome di Granducato di Toscana con una enclave costituita dalla Repubblica e poi Ducato di Lucca. Da allora ha fatto parte del Regno di Sardegna, del Regno d\'Italia e successivamente della Repubblica Italiana.\nIn epoca granducale aveva anche un inno, composto dal fiorentino Egisto Mosell ed intitolato La Leopolda. La festa regionale, istituita nel 2001, ricorre il 30 novembre, nel ricordo del suddetto giorno del 1786 in cui furono abolite la pena di morte e la tortura nel Granducato di Toscana, primo Ordinamento al mondo ad abolire legalmente la pena di morte.'
'Il Granducato di Toscana fu un antico Stato italiano esistito per duecentonovanta anni, tra il 1569 e il 1859, costituito con bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569, dopo la conquista della repubblica di Siena da parte della dinastia dei Medici, reggitori della Repubblica di Firenze, nella fase conclusiva delle guerre d\'Italia del XVI secolo. Fino alla seconda met\xc3\xa0 del XVIII secolo fu uno stato confederale costituito dal Ducato di Firenze (detto "Stato vecchio") e dallo Stato Nuovo di Siena, in unione personale nel granduca. Il titolo traeva origine da quello del Ducato di Tuscia, poi Marca di Tuscia e quindi Margraviato di Toscana, titolo giuridico di governo del territorio di natura feudale in epoca longobarda, franca e post-carolingia.\nDopo l\'estinzione della dinastia medicea, nel 1737 subentr\xc3\xb2 la dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le sorti del granducato sino all\'unit\xc3\xa0 d\'Italia, pur con l\'interruzione dell\'epoca napoleonica. Tra il 1801 ed il 1807, infatti, Napoleone Bonaparte occup\xc3\xb2 la Toscana e l\'assegn\xc3\xb2 alla casata dei Borbone-Parma col nome di regno d\'Etruria. Col crollo dell\'impero napoleonico nel 1814, venne restaurato il granducato. Nel 1859 la Toscana venne occupata dalle truppe del regno di Sardegna e divennero note col nome di Province dell\'Italia Centrale. La Toscana venne formalmente annessa al regno sardo nel 1860, come parte del processo di unificazione nazionale, con un referendum popolare che sfior\xc3\xb2 il 95% dei si.\n\n'
'In questa pagina sono elencati i nomi dei vari reggenti che nei secoli (con vari titoli) ressero la Toscana (chiamata in epoca antica Etruria e poi Tuscia in et\xc3\xa0 altomedievale) ovvero ne tennero la "sovranit\xc3\xa0" de iure o de facto.\n\n'
'Con dialetto toscano si intende un insieme di vernacoli (ossia un continuum dialettale) di ceppo romanzo diffuso nell\'area d\'Italia corrispondente all\'attuale regione Toscana, con l\'esclusione delle parlate della Romagna toscana, di quelle della Lunigiana e di quelle dell\xe2\x80\x99area carrarese.Caratteristica principale di tali idiomi \xc3\xa8 quella di essere sostanzialmente parlati; ci\xc3\xb2 garantisce una chiara distinzione dall\'italiano, che da sempre (e soprattutto fino al 1860) \xc3\xa8 stata una lingua quasi esclusivamente scritta, letteraria, aristocratica, parlata dalle \xc3\xa9lite scolarizzate. Il toscano quindi \xc3\xa8 un sistema linguistico allo stesso tempo innovativo (grazie all\'uso vivo), ma anche conservativo, arcaizzante, grazie al suo (ancora oggi forte) legame con le aree pi\xc3\xb9 rurali della regione. \nTradizionalmente, il toscano non era considerato un dialetto italiano data la grande somiglianza con l\'italiano colto di cui, peraltro, \xc3\xa8 la fonte (sia pure modificatasi nel tempo rispetto alla parlata odierna) perch\xc3\xa9 ritenuto, erroneamente, una semplice variante o vernacolo dell\'italiano. \nI primi contributi letterari significativi in toscano risalgono al XIII-XIV secolo con le opere di Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, e successivamente nel XVI secolo con Niccol\xc3\xb2 Machiavelli e Francesco Guicciardini, che conferirono ai parlari toscani la dignit\xc3\xa0 di "lingua letteraria" della penisola. \nAl momento dell\'unificazione dell\'Italia fu scelto come lingua da adoperare ufficialmente, mettendo fine a una secolare discussione, a cui aveva partecipato anche Dante (nel De vulgari eloquentia), che vedeva due fazioni contrapposte, una che sosteneva la nascita di una lingua italiana sulla base di uno dei cosiddetti dialetti e un\'altra che si proponeva di creare una nuova lingua che prendesse il meglio dai vari dialetti. Prese piede agli inizi del XIX secolo proprio la prima corrente, soprattutto grazie al prestigioso parere di Alessandro Manzoni (molto nota \xc3\xa8 la vicenda relativa alla scelta della lingua per la stesura de I promessi sposi e i panni sciacquati in Arno), ma non poche furono le critiche mossegli da chi sosteneva (in primo luogo il glottologo goriziano Graziadio Isaia Ascoli) che il toscano era un dialetto come gli altri e una vera lingua nazionale sarebbe potuta nascere solo dopo l\'incontro tra le varie culture del paese.\n\n'
"La cucina toscana \xc3\xa8 costituita, principalmente, di piatti e dolci tradizionali che mantengono inalterata la loro preparazione da molti anni.\nIl pane senza sale \xc3\xa8 un'usanza che poche altre regioni hanno adottato (come l'Umbria). Pare che l'usanza risalga al XII secolo quando, al culmine della rivalit\xc3\xa0 fra Pisa e Firenze, i pisani misero in pratica prezzi elevatissimi al prezioso cloruro di sodio. Esiste poi anche un'ipotesi che dice fossero gli stessi signori di Firenze ad imporre tasse particolarmente esose per l'uso del sale.In Toscana, la sacralit\xc3\xa0 del pane, ovvero l'importanza di non buttarlo via ma di utilizzarlo anche quando \xc3\xa8 raffermo, \xc3\xa8 testimoniata da una lunga serie di antiche ricette ancora molto diffuse: la panzanella, la panata, la ribollita, l'acquacotta, la pappa al pomodoro, la fettunta, la zuppa di verdura, la farinata la minestra di cavolo nero o il Pan co' santi.\nAltra caratteristica della cucina toscana per eccellenza \xc3\xa8 l'uso di carni bianche e di selvaggina. I prodotti dell'aia del podere, dove pascolano liberamente polli, tacchini, oche, faraone e piccioni insieme coi conigli e la selvaggina come la lepre e il cinghiale, il fagiano e l'istrice costituiscono da sempre il menu delle grandi feste.\nIl maiale anch'esso \xc3\xa8 molto usato, basti pensare al famoso salame toscano, alla finocchiona, al prosciutto conservato sotto sale, al lardo di Colonnata alle salsicce e ai prodotti particolari come il buristo anch'esso frutto dell'ingegnosit\xc3\xa0 della povera gente.\nTra i formaggi la tradizione si concentra sul pecorino toscano, come prodotto da conservare: i pi\xc3\xb9 famosi quello di Pienza e quello maremmano; mentre troviamo la ricotta e il raveggiolo tra i formaggi molli.\nInfine grande spazio ai dolci, dove spiccano il panforte, i ricciarelli, i cavallucci, la zuppa del duca, la torta di cecco, i migliacci, i cantuccini di Prato.\nNell'ottobre 2008, per promuovere la tradizione toscana, la Regione ha pubblicato la piramide alimentare toscana.\n\n"