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Pubblicazione: Pistoia : Libreria editrice Tellini, 1981
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'La Repubblica romana (Res publica Populi Romani) fu il sistema di governo della citt\xc3\xa0 di Roma nel periodo compreso tra il 509 a.C. e il 27 a.C., quando l\'Urbe fu governata da un\'oligarchia repubblicana. Essa nacque a seguito di contrasti interni che portarono alla fine della supremazia della componente etrusca sulla citt\xc3\xa0 e al parallelo decadere delle istituzioni monarchiche. La sua fine viene invece convenzionalmente fatta coincidere, circa mezzo millennio dopo, con la fine di un lungo periodo di guerre civili che segn\xc3\xb2 de facto (bench\xc3\xa9 formalmente non avvenne in forma istituzionale) la fine della forma di governo repubblicana, a favore di quella del Principato. Qui di seguito il passo fondamentale di Tito Livio, che descrive le ragioni che portarono alla caduta della monarchia dei Tarquini, considerando che i tempi erano ormai maturi:\n\nQuella della Repubblica rappresent\xc3\xb2 una fase lunga, complessa e decisiva della storia romana: costitu\xc3\xac un periodo di enormi trasformazioni per Roma, che da piccola citt\xc3\xa0 stato quale era alla fine del VI secolo a.C. divenne, alla vigilia della fondazione dell\'Impero, la capitale di un vasto e complesso Stato, formato da una miriade di popoli e civilt\xc3\xa0 differenti, avviato a segnare in modo decisivo la storia dell\'Occidente e del Mediterraneo.\nIn questo periodo si inquadrano la maggior parte delle grandi conquiste romane nel Mediterraneo e in Europa, soprattutto tra il III e il II secolo a.C.; il I secolo a.C. fu invece, come detto, devastato dai conflitti intestini dovuti ai mutamenti sociali, ma fu anche il secolo di maggiore fioritura letteraria e culturale, frutto dell\'incontro con la cultura ellenistica e riferimento "classico" per i secoli successivi.\n\n'
"Le guerre romano-celtiche racchiudono una serie di conflitti il cui inizio viene fatto risalire ai primi decenni del IV secolo a.C., quando la prima invasione storica della penisola da parte dei Celti mise a repentaglio la stessa sopravvivenza di Roma.\nLa prima minaccia celtica portata contro Roma si inserisce in un contesto di grandi movimenti migratori provenienti d'oltralpe, sia dalla Gallia nordorientale che dall'Europa centrale, che nel IV secolo a.C., ebbero come risultato finale l'occupazione celtica di molti territori dell'Italia del Nord e del litorale adriatico centro-settentrionale, con puntate meridionali che, nel IV secolo a.C., si spinsero fino in Puglia e Campania. Le premesse a tali migrazioni di popoli furono poste da precedenti contatti del mondo celtico transalpino con l'ambiente peninsulare, dovuti essenzialmente a traffici commerciali in cui il fondamentale ruolo intermediario spettava alle popolazioni dell'area centro-settentrionale della penisola, soprattutto Celti di antico insediamento della cultura di Golasecca, Etruschi tirrenici e padani, Veneti, con l'eventuale tramite di popolazioni alpine come i Reti.\nBasandosi sul complesso delle fonti, e sull'evidenza archeologica, ma anche sugli sviluppi successivi, la storiografia attuale \xc3\xa8 giunta ad una concorde valutazione delle occupazioni territoriali dei Celti in Italia, e degli episodi bellici che ne scaturirono: la penetrazione celtica in Italia, un evento che potrebbe apparire spontaneo, fu invece il risultato di una consapevole pianificazione; esso, anzi, fu caldeggiato, e forse addirittura perseguito ed eterodiretto, da uno degli attori principali degli equilibri politici che andavano delineandosi sulla penisola: Dionisio I di Siracusa, l'ambizioso tiranno che da tempo era impegnato sul duplice fronte delle rivalit\xc3\xa0 con Cartagine e della conflittualit\xc3\xa0 diretta contro il blocco coalizzato delle poleis italiote: egli coltivava mire verso un'estensione della sua influenza in Sicilia e sulle sponde tirreniche e adriatiche dell'Italia, oltre che, secondo il consiglio di Filisto, sul versante adriatico greco-epirota ed illirico: era quindi il primo a poter guardare con favore all'ingresso di un nuovo soggetto nell'agone geopolitico, da cui poteva trarre molti vantaggi, soprattutto in un'ottica antagonista al mondo etrusco, la cui alleanza con Cartagine suggellava da tempo il dominio sul Tirreno.\nLa tradizione romana, pur tra evidenti deformazioni propagandistiche, ci ha consegnato diversi resoconti degli avvenimenti. Un accento particolare viene posto sulla portata della minaccia celtica nei confronti dell'emergente Roma: il sacco celtico, il primo di una serie nella storia della citt\xc3\xa0, sicuramente avvenuto qualche anno dopo la tradizionale data del 390 a.C., \xc3\xa8 descritto come un evento dagli effetti pressoch\xc3\xa9 distruttivi e potenzialmente destabilizzanti per la sopravvivenza di Roma. Questa visione \xc3\xa8 condivisa, pur con qualche significativa eccezione, da molti degli storici moderni.\nL'irrompere della minaccia celtica sul territorio italiano determin\xc3\xb2 anche il pieno e definitivo ingresso dei Celti alla ribalta della storia scritta, permettendo, da allora in poi, di conoscere meglio i contorni storici e cronologici delle loro vicende. Essa ebbe anche l'effetto di porre per la prima volta sotto i riflettori della storiografia greca la citt\xc3\xa0 di Roma, fino ad allora quasi sconosciuta. Le ostilit\xc3\xa0 continuarono, nei secoli successivi, fino a quando la minaccia portata sul suolo italiano fu contenuta e infine soffocata, con la conquista della Pianura Padana nel II secolo a.C. e la conseguente creazione della provincia romana di Gallia Cisalpina. La conflittualit\xc3\xa0 tra Celti e Romani conobbe ancora vari sussulti e riemerse nell'ultimo quarto del II secolo a.C., stavolta in pieno territorio gallico, quando la vittoria romana port\xc3\xb2 alla creazione della Provincia Narbonensis. Ma la minaccia celtica contro le politiche di Roma si spense definitivamente solo alla met\xc3\xa0 del I secolo a.C., quando Giulio Cesare pose fine all'indipendenza della Gallia.\n\n"
"Il mare Adriatico \xc3\xa8 l'articolazione del mar Mediterraneo orientale situata tra la penisola italiana e la penisola balcanica; suddiviso in Alto Adriatico, Medio Adriatico e Basso Adriatico, bagna sei Paesi: Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro e Albania, confinando a sud-est con il Mar Ionio.\n\n"
'L\'archeologia (dal greco \xe1\xbc\x80\xcf\x81\xcf\x87\xce\xb1\xce\xb9\xce\xbf\xce\xbb\xce\xbf\xce\xb3\xce\xaf\xce\xb1, composto dalle parole \xe1\xbc\x80\xcf\x81\xcf\x87\xce\xb1\xe1\xbf\x96\xce\xbf\xcf\x82, "antico", e \xce\xbb\xcf\x8c\xce\xb3\xce\xbf\xcf\x82, "discorso" o "studio") \xc3\xa8 la scienza che studia le civilt\xc3\xa0 e le culture umane del passato e le loro relazioni con l\'ambiente circostante, mediante la raccolta, la documentazione e l\'analisi delle tracce materiali che hanno lasciato (architetture, manufatti, resti biologici e umani).Venne definita in passato come scienza ausiliaria della storia, adatta a fornire documenti materiali per quei periodi non sufficientemente illuminati dalle fonti scritte. In alcuni paesi, e specialmente negli Stati Uniti d\'America \xc3\xa8 stata sempre considerata come una delle quattro branche dell\'antropologia (le altre tre essendo l\'etnologia, la linguistica e l\'antropologia fisica), avente come obiettivo l\'acquisizione di conoscenza delle culture umane attraverso lo studio delle loro manifestazioni materiali.\nL\'archeologia \xc3\xa8 tradizionalmente suddivisa in discipline a seconda del periodo o della cultura oggetto di studio (ad esempio archeologia classica o archeologia industriale o paletnologia), oppure a seconda di particolari tecniche di indagine (archeologia subacquea o archeologia sperimentale), o di specifiche problematiche (archeologia urbana, archeologia teorica), o ancora sulla base del tipo di materiale esaminato (numismatica o epigrafia). La nozione di scoperta archeologica si \xc3\xa8 evoluta con il progredire dei metodi di indagine: alla ricerca dell\'oggetto raro, ma le sue scoperte sono divenute sempre meno dipendenti dal caso o dall\'intuizione.\n\n'