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Pubblicazione: Carrara : Aldus, 1998
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ITA, Paese: IT
"Le elezioni politiche italiane del 1946 furono le prime elezioni della storia italiana dopo il periodo di dittatura fascista, che aveva interessato il Paese nel ventennio precedente. Si tennero domenica 2 e luned\xc3\xac 3 giugno e si vot\xc3\xb2 per l'elezione di un'Assemblea Costituente, cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, come stabilito con il decreto legislativo luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944. Contemporaneamente si tenne un referendum istituzionale per la scelta fra Monarchia e Repubblica.\nLe consultazioni videro il successo dei tre grandi partiti di massa del tempo, la somma dei cui voti raggiunse circa il 75%. La Democrazia Cristiana, partito di centro, ottenne la maggioranza relativa col 35% dei voti, e i partiti di sinistra, il Partito Socialista Italiano di Unit\xc3\xa0 Proletaria e il Partito Comunista Italiano raggiunsero insieme quasi il 40% dei voti. Nettamente minoritario si rivel\xc3\xb2 il peso della destra, divisa tra liberali (Unione Democratica Nazionale), qualunquisti (Fronte dell'Uomo Qualunque) e monarchici (Blocco Nazionale della Libert\xc3\xa0). Le elezioni sancirono comunque una variegata e plurale presenza di culture politiche fra cui, oltre ai partiti precedentemente menzionati, il Partito Repubblicano Italiano e il Partito d'Azione.\n\n"
"Le elezioni politiche italiane del 1976 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano \xe2\x80\x93 la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica \xe2\x80\x93 si tennero domenica 20 e luned\xc3\xac 21 giugno 1976. Furono le prime elezioni politiche con il voto ai diciottenni.\nLe consultazioni videro prevalere nuovamente la Democrazia Cristiana, pressoch\xc3\xa9 stabile, ma per la prima volta il primato fu seriamente insidiato dal Partito Comunista Italiano che, ottenendo un impetuoso aumento di consensi, si ferm\xc3\xb2 a pochi punti percentuali dai democristiani maturando il miglior risultato della sua storia. Nel complesso l'area del centrosinistra (DC-PSI-PSDI-PRI) mantenne la maggioranza assoluta dei voti e dei seggi ma risult\xc3\xb2 ridimensionata soprattutto per il forte arretramento dei socialdemocratici. Divenne quindi fondamentale il sostegno dei socialisti senza i quali il centro non era pi\xc3\xb9 autosufficiente. Tuttavia la formula del centrosinistra \xc2\xaborganico\xc2\xbb fu temporaneamente abbandonata e inizi\xc3\xb2 la breve parentesi dei governi di unit\xc3\xa0 nazionale che prese il nome di compromesso storico. Anche la destra missina perse notevoli consensi dopo il boom delle precedenti elezioni, cos\xc3\xac come i liberali che persero pi\xc3\xb9 della met\xc3\xa0 dei propri voti ottenendo il loro minimo storico. Infine, per la prima volta, entrarono in parlamento forze pi\xc3\xb9 a sinistra del PCI, rappresentate da Democrazia Proletaria, ed eletti del Partito Radicale.\n\n"