Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Pubblicazione: Firenze : Università degli Studi-Facoltà di Magistero, 1969
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
"La locuzione questione meridionale indica, nella storiografia italiana, la percezione, maturata nel contesto postunitario, della situazione di persistente arretratezza nello sviluppo socio-economico delle regioni dell'Italia meridionale rispetto alle altre regioni del Paese, soprattutto quelle settentrionali.\nUtilizzata la prima volta nel 1873 dal deputato radicale lombardo Antonio Billia, intendendo la disastrosa situazione economica del Mezzogiorno in confronto alle altre regioni dell'Italia unita, viene adoperata nel linguaggio comune ancora oggi.\n\n"
"Il federalismo italiano \xc3\xa8 un'ideologia politica che vorrebbe la trasformazione della Repubblica Italiana in uno Stato federale.\n\n"
"Il Regno d'Italia fu lo Stato italiano proclamato il 17 marzo 1861 durante il Risorgimento, in seguito alla Seconda guerra d'indipendenza combattuta dal Regno di Sardegna per conseguire l'unificazione nazionale italiana, unificazione poi proseguita con la Terza guerra d'indipendenza italiana nel 1866 e l'annessione dello Stato Pontificio, con la conseguente presa di Roma, nel 1870.\nIl completamento del territorio nazionale avvenne tuttavia solo al termine della prima guerra mondiale, considerata come la quarta guerra d'indipendenza italiana, il 4 novembre 1918 (giorno della diramazione del Bollettino della Vittoria che annunciava che l'Impero austro-ungarico si arrendeva all'Italia) in base all'armistizio firmato a Villa Giusti, nei pressi di Padova. Con il successivo trattato di Saint-Germain-en-Laye, nel 1919, l'Italia complet\xc3\xb2 l'unit\xc3\xa0 nazionale con l'annessione di Trento, Trieste, l'Istria e parte della Dalmazia.\nDal 1861 al 1946 fu una monarchia costituzionale basata sullo Statuto Albertino, concesso nel 1848 da Carlo Alberto di Savoia ai suoi sudditi del Regno di Sardegna, prima di abdicare l'anno successivo. Al vertice dello Stato vi era il re, il quale riassumeva in s\xc3\xa9 i tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario seppur esercitati non in maniera assoluta. Tale forma di governo fu avversata dalle frange repubblicane (oltrech\xc3\xa9 internazionaliste e anarchiche) e si concretizz\xc3\xb2 soprattutto in due note vicende: la fucilazione di Pietro Barsanti (considerato il primo martire della Repubblica Italiana) e l'attentato di Giovanni Passannante, di fede anarchica.\nNel 1946 l'Italia divenne una repubblica e nello stesso anno fu dotata di un'Assemblea Costituente al fine di redigere una costituzione avente valore di legge suprema dello Stato repubblicano, onde sostituire lo Statuto Albertino sino ad allora vigente. Nel periodo del Regno d'Italia fu a pi\xc3\xb9 riprese intrapresa la costituzione di possedimenti coloniali che compresero domini in Africa orientale, in Libia e nel Mediterraneo, e una concessione a Tientsin, in Cina. Il Regno d'Italia prese parte alla terza guerra d'indipendenza, a diverse guerre coloniali e a due conflitti mondiali.\nLa trasformazione nell'attuale assetto istituzionale avvenne in seguito a un referendum tenutosi il 2 e 3 giugno, che sanc\xc3\xac la nascita della Repubblica Italiana, che il 1\xc2\xba gennaio 1948 si dot\xc3\xb2 di nuova Costituzione.\n\n"
"L\xe2\x80\x99olivo della Strega \xc3\xa8 una pianta monumentale situata presso Magliano in Toscana, in un oliveto adiacente la chiesa romanica della SS. Annunziata; questa in origine era un piccolo oratorio della prima met\xc3\xa0 del 1300, cronologia desumibile dal fatto che gi\xc3\xa0 nel 1350 vi risiedevano, anche se non in pianta stabile i Padri Serviti.\nL'albero \xc3\xa8 considerato uno dei pi\xc3\xb9 vecchi d'Italia, forse d'Europa, dato che la sua et\xc3\xa0 viene stimata intorno ai 3000-3500 anni, infatti adottando il metodo del carbonio attivo, gli esperti hanno assegnato alla pianta il primato di longevit\xc3\xa0 per la Toscana; tale cronologia collocherebbe questo esemplare in un periodo storico anteriore a quello degli olivi dell'orto di Getsemani.\nLa pianta \xc3\xa8 composta da due individui, uno, il vecchio albero, con et\xc3\xa0 intorno ai 3000-3500 anni, databile quindi intorno al 1000 a.C., ormai morto, che ha formato la gigantesca e particolare base su cui \xc3\xa8 nato il nuovo pollone, diventato albero, che sembra avere almeno due secoli di vita e che, comunque, \xc3\xa8 il prolungamento dell'antico albero. Del vecchio olivo non rimane che un tronco rugoso e contorto, ma ancora vegeto con un pollone in frutto. La pianta \xc3\xa8 ormai un monumento ed \xc3\xa8 stata fatta una recinzione che ne garantisce una certa protezione per evitare che le persone, eventuali collezionisti di oggetti legati ai luoghi visitati, possano asportare frammenti del tronco o dei rami come ricordo o quantomeno danneggiarla.\nNel 2007 il TCI lo ha annoverato fra gli alberi monumentali della Toscana, in virt\xc3\xb9 della legge n.60 del 1998 della Regione Toscana che definisce alberi monumentali di alto pregio artistico e storico tutti gli alberi isolati o facenti parte di formazioni boschive che possono essere considerati rari esempi di maestosit\xc3\xa0 e longevit\xc3\xa0 o gli alberi che hanno un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale o di tradizioni locali.\n\xc3\x88 stato istituito anche un premio a nome dell'olivo della Strega per i migliori olii extra vergine della zona.\nLa pianta appartiene al tipo Olea europea, presenta un enorme tronco, con circonferenza alla base di 8,50 metri, non \xc3\xa8 molto sviluppata in altezza, tanto che non arriva a 10 metri, misura non molto rilevante se pensiamo che ci sono olivi che giungono fino a 20 metri di altezza. L'Olivone di Semproniano per citare un esempio, era una pianta secolare con dimensioni da primato: 29 metri di altezza e circonferenza alla base di 12 metri, ma la notte del 10 maggio 1998 fu incendiato da alcuni vandali e quasi completamente distrutto; le autorit\xc3\xa0 territoriali hanno poi promosso azioni diverse per il recupero e per la definitiva tutela della pianta.\nLa parte viva dell'olivo della Strega si trova rivolta a sud, infatti, osservando il groviglio del legno contorto della vecchia pianta\nsi nota che nel corso dei secoli le parti pi\xc3\xb9 antiche sono morte e sono state sostituite da altre pi\xc3\xb9 giovani, vista la capacit\xc3\xa0 dell'olivo di rigenerarsi dalla ceppa, cos\xc3\xac risulta quasi che abbia subito uno spostamento verso sud, lasciando a nord le parti morte del tronco. Si pu\xc3\xb2 rilevare come l'olivo si sia spostato nel corso del tempo lungo l'asse nord-sud, muovendosi lentamente verso sud, forse cercando una migliore esposizione, con un movimento talmente lento da risultare impercettibile ai nostri sensi.\nLa pianta \xc3\xa8 elencata fra le 79 Cultivar individuate in Toscana, intendendo con questo che il tipo genetico mantiene un'identit\xc3\xa0 strettamente associata al territorio su cui insiste; infatti, utilizzando da secoli l'innesto sull'olivastro o su semenziali nati spontaneamente o mettendo a dimora piante ottenute dagli ovoli della ceppaia, \xc3\xa8 stato creato un grande patrimonio genetico costituito da un numero imprecisato di ecotipi, cio\xc3\xa8 tipi genetici, strettamente associati ad un'area geografica, e questo \xc3\xa8 il caso dell'Olivo della Strega. Caratteristiche dell'albero sono la vigoria, il portamento, la chioma ed i frutti che sono di un colore rosso vinoso, di forma allungata e dimensione media, la foglia adulta ha forma ellittica; la produttivit\xc3\xa0 non \xc3\xa8 mai stata eccezionale e l'olio che si ottiene si distingue dalla variabilit\xc3\xa0 media toscana principalmente per l'acido palmetico molto elevato (16%), l'oleico abbastanza basso (66%) e linoleico intorno all'11% (7).\nLo stato attuale di pieno deperimento \xc3\xa8 confermato dalle analisi al C 14, che, oltre a collocare a 290 anni l'et\xc3\xa0 del nuovo albero, indicano come rimanga circa 1/3 della struttura originale, in corso di estinzione, il cui avanzamento prevede un arco di circa 90 anni per la scomparsa (G. Bongi, progetto EVO).\nL'olivo, al tempo degli Etruschi e nel Medioevo, si trovava in un bosco rigoglioso che col disboscamento, avvenuto nei secoli successivi, ha visto la messa a dimora di nuove piante fino a formare l'oliveto che oggi presenta anche olivi relativamente giovani intercalati ad altri pi\xc3\xb9 vecchi. Vista la storia della chiesa della SS. Annunziata con i Padri Serviti e la presenza nelle immediate vicinanze di altri 5 olivi portainnesti selvatici si pu\xc3\xb2 pensare che l'oliveto sia in parte da riferirsi all'insediamento dell'oratorio, tenendo conto anche dell'incertezza dell'accrescimento marginale delle piante che pu\xc3\xb2 variare fra 1.4 e 2.3 millimetri all'anno (8).\nLe notizie storiche relative a questo olivo risalgono solo agli inizi del 1800, cio\xc3\xa8, quando fra il 1795 ed il 1806 Giorgio Santi fece i suoi \xe2\x80\x9cviaggi\xe2\x80\x9d attraverso le province di Siena e Grosseto (9). Appena giunse a Magliano scriveva: \xc2\xabQua presso un soppresso convento foraneo dei Serviti ci fu mostrato un preteso olivo miracoloso, che per convertire un giocatore disperato e bestemmiatore fece baccelli. Ma l'olivo miracoloso, gi\xc3\xa0 utilissimo a quello stabilimento \xc3\xa8 un'Anagride, che come tutte le Anagridi fa a suo tempo fiori e silique e in quelle vicinanze varie altre pur ve ne sono da disingannare i troppo creduli diminuiti assai di numero dopo la soppressione del convento. Un olivo bens\xc3\xac noi viddemmo poco lungi di l\xc3\xa0 non miracoloso, ma certamente maraviglioso per la sua rara grossezza. Egli \xc3\xa8 vecchissimo ed il suo pedone da me misurato vicino a terra era piedi 30, lo che lo rende, io credo, il gigante degli olivi\xc2\xbb (10).\nNel 1839 Emanuele Repetti parlava della zona di Magliano e dintorni descrivendo la geografia del luogo, dove fra le altre notizie rilevava che nel 1833 la popolazione di Magliano era di 328 anime, fra famiglie ed ecclesiastici di ambo i sessi, diceva: \xc2\xabProva solenne della feracit\xc3\xa0 del suolo di questa comunit\xc3\xa0 ne sia per tutti l'olivo gigante. Ma quel maraviglioso olivo, di domestico che fu, era inselvatichito alla pari di tutti gli altri olivi per il progressivo abbandono di coltura e per deficienza di abitatori cacciati dalle malefiche esalazioni che in estate i venti meridionali attingono dal putrido palustre seno di Talamone\xe2\x80\x9d ed ancora \xe2\x80\x9c\xe2\x80\xa6segnalato dal Santi\ntalch\xc3\xa9 il suo pedale fu misurato della circonferenza di 30 piedi!!!\xc2\xbb\n(11).\nNella primavera del 1844 George Dennis (12), nel corso dei suoi \xe2\x80\x9cvagabondaggi\xe2\x80\x9d attraverso la Maremma, capit\xc3\xb2 a Magliano durante uno spostamento da Orbetello a Saturnia, alla ricerca di un convincente sito di Vetulonia etrusca. \xe2\x80\x9cMagliano \xc3\xa8 un villaggio senza locanda, di trecento anime, ai piedi di un castello medievale in pittoresca rovina\xe2\x80\x9d, scriveva l'autore, per cui fu costretto a stabilirsi in un convento del villaggio dove erano alcuni monaci \xe2\x80\x9cla cui barba superava per candore la tovaglia del refettorio\xe2\x80\x9d, di sicuro i Camaldolesi, in quel tempo proprietari del terreno e dell'oliveto circostante. Qui incontr\xc3\xb2 l'ingegnere Tommaso Pasquinelli che, oltre ad essere un esperto conoscitore della zona, proprio in quel periodo stava progettando la strada da Magliano alle saline della foce dell'Albegna. Il Dennis, fra tutte le altre cose e rovine che aveva visto, rimase colpito dalla grandezza dell'olivo e parlava delle enormi dimensioni del tronco che aveva una circonferenza di 10 metri ed un diametro di 2.60 metri.\nLuigi Mazzoni nel suo libro \xe2\x80\x9cUn viaggiatore Toscano dei primi dell'800\xe2\x80\x9d (13) scriveva che Gaetano Mazzoni \xe2\x80\x9cpart\xc3\xac da Orbetello per Magliano, dove era gi\xc3\xa0 stato nel 1812, attravers\xc3\xb2 l'Albegna dove i Vivarelli avevano costruito un molino ed altre lavorazioni, trov\xc3\xb2 in\ngenerale molto migliorati i luoghi, molti disboscamenti e molte coltivazioni. Giunse verso le 8.30. Anche a Magliano trov\xc3\xb2 vecchie conoscenze e particolarmente un tal Vincenzo Valli il quale lo riemp\xc3\xac di cortesie, e fornitolo di cavalli lo port\xc3\xb2 in giro per la regione della quale era sindaco. Rivide un colossale ulivo che aveva 17 braccia (14) al tronco ben vegeto come in genere tutti gli olivi della regione\xe2\x80\x9d.\nQueste sono le testimonianze pi\xc3\xb9 antiche attendibili, oggettive e frutto di osservazioni raccolte direttamente dagli autori durante visite, anche avventurose, sul posto; non ci sono fonti precedenti, nonostante l'olivo sia ritenuto vecchio di 3000-3500 anni. La cosa che risulta subito evidente nella lettura di queste vecchie pagine \xc3\xa8 che l'olivo in questione \xc3\xa8 definito \xe2\x80\x9ccolossale\xe2\x80\x9d, \xe2\x80\x9cgigante\xe2\x80\x9d, \xe2\x80\x9cmaraviglioso\xe2\x80\x9d e non si fa mai riferimento al nome di Olivo della Strega, segno che forse tale definizione \xc3\xa8 un retaggio popolare o quanto meno nato in un secondo tempo nelle tradizioni che raccontano le credenze o il costume di una comunit\xc3\xa0, leggende verosimili che vivono una loro vita segreta e strana ai margini della storia e della tradizione.\nNel 1911 Nicolosi, nel 1967 Mazzolai, noto storico della Maremma, ed anche altri occasionali autori parlano dell'olivo in modo non troppo corretto, forniscono le dimensioni (Mazzolai parla di un diametro di circa 2.60 metri) spesso senza averlo visto e confondendolo con \xe2\x80\x9cl'albero miracoloso che aveva fatto i fagioli\xe2\x80\x9d, che per altro fu abbattuto nel 1930, e parlando poi delle leggende sorte intorno alla pianta offrono anche versioni distorte della storia stessa.\nDurante il corso del 1900 la mole dell'olivo era tale che un luned\xc3\xac di Pasqua, dopo la fine della seconda guerra mondiale, ospit\xc3\xb2 fra i suoi rami tutto il corpo della banda filarmonica del paese, composto da 40 orchestrali, con relativi ottoni ed il maestro; questi stavano\nsui rami, nascosti fra le foglie e suonarono i loro strumenti davanti agli abitanti del paese in una suggestione tale che la musica usciva come se fosse nata e suonata dall'olivo stesso.\nDopo la guerra tornarono le feste degli abitanti di Magliano intorno all'olivo e da novembre si raccoglievano le olive, fino a quando fu colpito da un fulmine ed i Maglianesi raccontano che furono portati via quintali di legna da ardere.\nOggi l'olivo \xc3\xa8 privo di buona parte dei rami, ma ancora in vita.\nLa magia in Maremma ha radici nelle antichit\xc3\xa0 pagane: streghe, folletti e spiriti maligni, anime incantate a guardia di antichi tesori; anche il Diavolo era una presenza comune e molti affermavano di averlo visto, travestito da gran signore, da somaro, perfino da prete.\nIl nome olivo della Strega \xc3\xa8 dovuto ad alcune figure o raffigurazioni che si potevano intuire pi\xc3\xb9 che vedere, particolarmente in certe ore del giorno, come verso il tramonto, quando le ombre cominciano a creare suggestioni, sul tronco o sui rami rugosi, contorti, scolpiti dal vento e dagli agenti atmosferici. Fino agli anni '40 del 1900 si potevano distinguere in alto, su un ramo centrale, la faccia di un uomo o di una vecchia e sul tronco la figura forse di un grosso gatto in atto di arrampicarsi ed accanto alla testa dello stesso il profilo di una donna con i capelli lunghi. Queste immagini oggi non si vedono pi\xc3\xb9, ma esistono delle foto che le ritraggono e ne confermano la presenza.\nSecondo antiche leggende tramandate dalla tradizione orale popolare e non da fonti scritte, intorno all'albero si consumavano riti pagani e, dopo l'invocazione dei sacerdoti, l'olivo si contorgeva in modo incredibile assumendo forme inquietanti tanto che la cosa era considerata una specie di stregoneria ed anche per questo era chiamato Olivo della Strega. Durante il periodo etrusco si racconta che intorno a questo albero e sotto le sue fronde gli Auguri ed Aruspici officiavano i loro riti per interrogare e svelare il futuro. Tanto per fare un riferimento sulla sacralit\xc3\xa0 dei luoghi, dobbiamo ricordare che proprio nella zona di Magliano, a S. Maria in Borraccia, \xc3\xa8 stato ritrovato, nel 1883, il \xe2\x80\x9cdisco di Heba\xe2\x80\x9d, (15) su cui sono incise circa 70 parole in lingua etrusca che si riferiscono a formule dedicatorie e rituali per sacrifici alle divinit\xc3\xa0 celesti ed infere: Tin (Giove), Maris (Marte), Canthas e Calu (dio della morte, il cui animale corrispondente era il lupo), specificando le offerte da fare, il tempo ed il luogo.\nLa tradizione ricorda che agli albori del Cristianesimo, intorno alla pianta venivano celebrate feste campestri in onore delle divinit\xc3\xa0 agresti ancora venerate dai pagani.\nSi narra che durante il Medioevo le streghe di Maremma si ritrovavano ai piedi del nostro olivo per esaltare il diavolo con i loro sabba, ma la leggenda pi\xc3\xb9 diffusa narra di una strega che ogni venerd\xc3\xac, durante i suoi riti sabbatici, danzava intorno all'olivo, costringendo cos\xc3\xac la pianta a contorcersi fino ad assumere le forme attuali. Si noti come alla base di una spiegazione che trascende la razionalit\xc3\xa0 sull'aspetto contorto del tronco dell'olivo ci sia sempre un agente esterno o una motivazione che spinga l'albero ad assumere il caratteristico aspetto. Al termine del rito la strega si trasformava in un enorme gatto dagli occhi di fuoco e rimaneva a vegliare l'albero tutta la notte. Altre versioni della storia narrano che l'olivo giungeva a raddoppiare le sue dimensioni.\nSi racconta anche che una strega, per proteggere l'olivo, una volta lanci\xc3\xb2 delle olive, dure come sassi, contro un ragazzo che aveva scagliato una pietra contro un pettirosso nascosto fra i rami della pianta."
'La Resistenza italiana, semplicemente Resistenza, anche detta Resistenza partigiana o Secondo Risorgimento, fu l\'insieme di movimenti politici e militari che in Italia dopo l\'armistizio di Cassibile si opposero al nazifascismo nell\'ambito della guerra di liberazione italiana.\nNella Resistenza vanno individuate le origini stesse della Repubblica Italiana: l\'Assemblea Costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al Comitato di Liberazione Nazionale e che, a guerra finita, scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai princ\xc3\xacpi della democrazia e dell\'antifascismo.\nIl movimento della Resistenza \xe2\x80\x93 inquadrabile storicamente nel pi\xc3\xb9 ampio fenomeno europeo della resistenza all\'occupazione nazifascista \xe2\x80\x93 fu caratterizzato in Italia dall\'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici), in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), i cui partiti componenti avrebbero pi\xc3\xb9 tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra.\nIl periodo storico in cui il movimento fu attivo ha inizio dopo l\'armistizio dell\'8 settembre 1943 (il CLN fu fondato a Roma il 9 settembre), e termina nei primi giorni del maggio 1945, durando quindi venti mesi circa. La scelta di celebrare la fine di quel periodo con il 25 aprile 1945 fa riferimento alla data dell\'appello diramato dal CLNAI per l\'insurrezione armata della citt\xc3\xa0 di Milano, sede del comando partigiano dell\'Alta Italia. Alcuni storici hanno evidenziato pi\xc3\xb9 aspetti contemporaneamente presenti all\'interno del fenomeno della Resistenza: "guerra patriottica" e lotta di liberazione da un invasore straniero; insurrezione popolare spontanea; "guerra civile" tra antifascisti e fascisti, collaborazionisti con i tedeschi; "guerra di classe" con aspettative rivoluzionarie soprattutto da parte di alcuni gruppi partigiani socialisti e comunisti.\n\n'