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Pubblicazione: Firenze : Edizioni Primavera, copyr. 1989
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Un continente (dal latino continere, "tenere insieme") \xc3\xa8 la pi\xc3\xb9 vasta delle ripartizioni con le quali si suddividono le terre emerse della crosta terrestre. Il concetto di continente si contrappone quindi a quello di oceano.\n\n'
"Geronimo Stilton \xc3\xa8 un personaggio immaginario protagonista di una serie di libri per ragazzi scritti dall'omonimo autore (in realt\xc3\xa0 pseudonimo di Elisabetta Dami) e ambientati nell'immaginaria citt\xc3\xa0 di Topazia. La serie \xc3\xa8 stata tradotta in 48 lingue e ha venduto oltre 33 milioni di copie soltanto in Italia e oltre 140 milioni in tutto il mondo. I libri hanno generato molto merchandising.\n\n"
'Heinrich Harrer (H\xc3\xbcttenberg, 6 luglio 1912 \xe2\x80\x93 Friesach, 7 gennaio 2006) \xc3\xa8 stato un alpinista, esploratore e scrittore austriaco.\n\n'
'Con la locuzione inglese Seven Summits ([\xcb\x88s\xc9\x9bv\xc9\x99n \xcb\x88s\xca\x8cm\xc9\xaats]), o con quella italiana Sette vette, sono indicate le montagne pi\xc3\xb9 alte per ciascuno dei sette continenti della Terra. Si considera a tal fine l\'America divisa in due continenti, secondo l\'uso dei paesi di cultura inglese, cinese e russa; secondo l\'uso italiano, dell\'Europa occidentale e dell\'America latina, invece, l\'America \xc3\xa8 un unico continente e dunque le vette pi\xc3\xb9 alte di ciascun continente sarebbero sei, escludendo il Denali, in America del Nord, pi\xc3\xb9 basso dell\'Aconcagua, in America del Sud.\nNonostante ci\xc3\xb2, \xc3\xa8 invalso l\'uso, in tutti i paesi, di parlare di "Sette vette", dato che l\'espressione entr\xc3\xb2 nel linguaggio dell\'alpinismo da quando lo statunitense Richard Bass, nel 1985, scal\xc3\xb2 il Denali, l\'Aconcagua, l\'Elbrus, il Monte Kosciuszko, il Monte Vinson, il Kilimangiaro ed infine l\'Everest. Da allora, scalare tutte le Sette vette (non sempre per\xc3\xb2 coincidono con quelle scalate da Bass) \xc3\xa8 considerato un importante traguardo alpinistico (due delle Sette vette, Kilimangiaro e Elbrus, sono anche vulcani, sia pur inattivi).\n\n'
'Il termine giungla ha un\'accezione propria ed una estesa.\n\nIn senso proprio, il termine \xc3\xa8 sinonimo di foresta tropicale decidua e spesso anche di foresta monsonica; indica un bioma caratterizzato da una foresta impenetrabile e ricca di alberi caducifogli, tipico dei climi tropicali in cui a un lungo periodo piovoso si alterna una stagione secca.\nNella lista Global 200 del WWF questo bioma non \xc3\xa8 considerato in quanto tale, ma \xc3\xa8 inserito tra le foreste aride di latifoglie tropicali e subtropicali; la presenza preponderante di piante caducifoglie distingue la giungla dalle altre foreste di questo bioma, in cui sono inserite anche quelle semi-decidue e quelle sempreverdi.\nInteso in senso proprio, il bioma della giungla \xc3\xa8 diffuso soprattutto in Asia, nel subcontinente indiano e nelle aree interne dell\'Indocina, come attesta la derivazione etimologica dal sanscrito \xe0\xa4\x9c\xe0\xa4\x99\xe0\xa5\x8d\xe0\xa4\x97\xe0\xa4\xb2 (pronuncia: ja\xe1\xb9\x85gala), che significa "area naturale selvaggia". Per analogia, il termine "giungla" pu\xc3\xb2 indicare anche le foreste con caratteristiche simili presenti in altri continenti.\nAlcuni autori parlano di giungla anche per la vegetazione secondaria che si sviluppa quando la foresta pluviale viene abbattuta; il motivo di questa definizione \xc3\xa8 la forte somiglianza tra questa vegetazione secondaria e la vegetazione primaria della giungla vera e propria; la somiglianza \xc3\xa8 dovuta all\'impenetrabilit\xc3\xa0, e non alla caducit\xc3\xa0 delle foglie.\nAnche la giungla primaria, una volta distrutta, si trasforma in giungla secondaria, che si differenzia per la minore altezza degli alberi.\nIn senso esteso, invece, il termine "giungla" \xc3\xa8 sinonimo di foresta pluviale; tale estensione di significato \xc3\xa8 oggi molto raro in ambito scientifico; non era cos\xc3\xac nel passato: sino agli anni cinquanta del Novecento, il termine "foresta pluviale" non era usato e per riferirsi a questo ambiente si usavano le espressioni "giungla" o "foresta vergine".\nCon l\'affermarsi, a livello accademico e scientifico, dell\'espressione "foresta pluviale", il termine "giungla" \xc3\xa8 tornato alla sua accezione ristretta, quella originaria. A livello non prettamente scientifico, il termine "giungla" \xc3\xa8 invece ancor oggi usato come sinonimo di "foresta pluviale".\n\n'
"L'Africa \xc3\xa8 uno dei continenti nei quali vengono suddivise le terre emerse del pianeta Terra, il terzo per estensione dopo l'Asia e le due Americhe.\nIl suo territorio costituisce un'appendice sudoccidentale della grande massa continentale eurasiatica; si estende su circa 30 milioni di chilometri quadrati a cavallo dell'Equatore, che lo taglia in due nella parte centrale determinando l'esistenza di due met\xc3\xa0 quasi speculari. Dal punto di vista fisico, il territorio africano appare caratterizzato da estesissimi spazi tabulari, privi di significativi rilievi tranne che in alcune zone marginali; esiste un netto dualismo fra la parte centro-settentrionale, caratterizzata prevalentemente da bassopiani occasionalmente movimentati da rilievi, e la parte meridionale e orientale, dove invece si estende un vastissimo altopiano tabulare che digrada verso le coste con ripide scarpate. Nell'Africa orientale si allunga per oltre 6.000 chilometri la Great Rift Valley, una successione di profonde fosse tettoniche originatesi dal processo geologico, tuttora in atto, della separazione della placca africana da quella araba.\nI maggiori fiumi africani hanno dimensioni che li collocano ai primi posti nella graduatoria mondiale all'oceano Atlantico il Congo, che drena un vastissimo bacino nell'Africa centrale, e il Niger, il maggior fiume dell'Africa nordoccidentale. Il versante mediterraneo \xc3\xa8 dominato dal corso del fiume Nilo, lungo pi\xc3\xb9 di 6.000 chilometri, che attinge le sue acque addirittura dalle regioni equatoriali dell'Africa orientale e attraversa per tutta la sua estensione latitudinale il Sahara orientale, prima di sfociare in territorio egiziano con un vasto delta; il maggiore fiume del versante indiano \xc3\xa8 invece lo Zambesi, che attraversa l'Africa meridionale. Estese aree nelle zone pi\xc3\xb9 interne del continente sono endoreiche e tributano a bacini interni la cui superficie dipende linearmente dalla portata dei fiumi che li alimentano. Vastissime aree, infine, soprattutto in corrispondenza del Sahara, sono talmente aride da non avere uno scorrimento superficiale di acqua (zone areiche): in queste regioni i letti fluviali sono relitti di epoche passate in cui le precipitazioni erano maggiori.\nL'Africa \xc3\xa8 caratterizzata dall'assoluta prevalenza dei climi caldi, data la collocazione prevalentemente tropicale del suo territorio. Una vastissima fascia, all'incirca dai 15\xc2\xb0N ai 25\xc2\xb0S, ha un clima tropicale caratterizzato dall'alternanza di stagioni piovose e secche secondo le oscillazioni annuali della zona di convergenza intertropicale, con precipitazioni che generalmente decrescono allontanandosi dall'Equatore; nella vastissima fascia settentrionale, estesa longitudinalmente su quasi 9.000 chilometri, la diminuzione delle precipitazioni porta a condizioni di estrema aridit\xc3\xa0 che hanno originato il deserto del Sahara, il maggiore della Terra. Condizioni climatiche mediterranee caratterizzano le estreme fasce costiere nordoccidentale (la regione del Maghreb) e sudoccidentale, in territorio sudafricano.\nDal punto di vista degli ecosistemi, in Africa si ha il passaggio dalle foreste pluviali della zona equatoriali, pressoch\xc3\xa9 sempre umida, a vaste aree di savana pi\xc3\xb9 o meno ricca e arborata man mano che ci si allontana dall'Equatore. Steppe pi\xc3\xb9 o meno aride caratterizzano le zone a minori precipitazioni; nelle regioni pi\xc3\xb9 asciutte si ha invece una totale assenza di vegetazione, tranne dove le piante (eccezionalmente adattate all'aridit\xc3\xa0) riescono a raggiungere falde sotterranee. Le aree marginali a clima mediterraneo sono caratterizzate dalla tipica vegetazione a macchia, che su vaste estensioni \xc3\xa8 stata acquisita all'agricoltura con colture specializzate (vite e olivo)."